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La … potenza del fato. L’opera bella e terribile di Verdi al Maggio Musicale, regia di Carlus Pedrissa, dirige Mehta.

La forza del destino è un melodramma composto da quattro atti di Francesco Maria Piave e musicato da Giuseppe Verdi con una trama molto complicata. Al Maggio Musicale Fiorentino andranno in scena 5 recite nei giorni 4/6, 7/6, 10/6, 16/6, alle ore 19 e il 19/6 alle ore 15.30, inoltre il 6/6 alle 21 verrà trasmessa sulla piattaforma ITsART.

Il maestro Zubin Mehta apre la conferenza stampa affermando che nell’opera La Forza del destino ci sono temi ancora oggi attuali come ad esempio l’amore, la guerra e soprattutto il pregiudizio razziale; tutti questi temi riescono a fondersi tra loro ed a creare un vero e proprio capolavoro. Successivamente aggiunge che insieme al regista Carlus Pedrissa hanno scelto un cast di altissimo livello e che ci saranno dei piccoli tagli nella partitura, che quindi non sarà integrale; ne saranno dispiaciuti melomani e “puristi” ma l’edizione integrale è veramente lunga, anche se certo affascinante.

Carlus Padrissa prende la parola e evidenzia il fatto di come quest’opera abbia una struttura molto complessa viste le numerose tematiche tra loro contrastanti, per esempio l’amore e la morte;il dramma e la commedia, la vendetta e il perdono, ma in tutta l’opera è il destino che “tesse il filo della vicenda”, Leonora e Alvaro, i due amanti, sono due esseri intrappolati dalla forza del destino, pur illudendosi che il loro amore possa andare oltre la volontà del fato e durare per sempre. Il destino è come un buco nero nel quale tutti precipitano, perfino  le due stelle, Leonora e Alvaro, dai quali nascerà uno dei tanti  buchi neri dell’opera. Un ruolo fondamentale all’interno delle rappresentazioni lo avrà la prospettiva, la quale conferirà ulteriore tridimensionalità. Infine Padrissa sottolinea il fatto che lavorare al Maggio è sempre un piacere ed essere a Firenze è straordinario, per ,me è una città magica, soprattutto se si lavora con Zubin Mehta.

Il cast è composto da Toni Gradsack,  Saioa Hernández (Leonora), Annalisa Stroppa (Preziosilla), Roberto Aronica (Don Alvaro), Amartuvshin Enkhbat (Don Carlo), Ferruccio Furlanetto (Padre Guardiano), Nicola Alaimo (Fra Melitone), Alessandro Spina (Marchese di Calatrava), Leonardo Cortellazzi (Mastro Trabuco), Valentina Corò (Curra), Francesco Samuele Venuti (un alcade), Roman Lyulkin (un chirurgo) e poi i solisti del Coro Ferruccio Finetti, Leonardo Melani, Luca Tamani. Le scene sono di Roland Olbeter, i costumi di Chu Uroz, le luci e il video sono di Franc Aleu. Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Direttore del Coro Lorenzo Fratini.

Tutti i cantanti hanno presentato brevemente le loro parti ed hanno affermato che per essi è un onore essere qui al Maggio Musicale Fiorentino, poter lavorare con questo cast eccezionale e in particolar modo lavorare con Zubin Metha e Carlus Padrissa. Il soggetto dell’opera è un drammone a forti tinte, vero “concentrato di Romanticismo”, tratto da Don Álvaro o la fuerza del sino (1835) di Ángel de Saavedra y Ramírez de Baquedano, duca di Rivas; nientemeno che un grande di Spagna, uomo politico e letterato; il libretto è di uno dei collaboratori “storici” di Verdi, Francesco Maria Piave. I melodramma fu rappresentato per la prima volta a San Pietroburgo nel 1862 e in Italia l’anno successivo.

TRAMA

Leonora, figlia del marchese di Calatrava, prova rimorso all’idea di fuggire a mezzanotte con l’amato Alvaro, che il padre non vuol farle sposare. Il progetto di fuga è sventato dal sopraggiungere del padrone di casa. Per dimostrare le sue buone intenzioni, Alvaro getta a terra la pistola da cui parte accidentalmente un colpo che ferisce il marchese, il quale, prima di morire, maledice la figlia. In abiti maschili, Leonora è alla ricerca di Alvaro, ma in un’osteria si imbatte nel fratello Carlo alla caccia dei due innamorati per vendicare, con la loro morte, il padre. Angosciata, Leonora si rifugia presso il convento della Madonna degli Angeli, dove è condotta alla presenza del Padre Guardiano a cui svela la propria identità. La giovane risolve di ritirarsi in un eremo non lontano dal convento. Persuaso che Leonora sia morta, Alvaro si è arruolato nell’esercito che combatte in Italia le truppe imperiali. In battaglia il giovane salva la vita di Carlo. Senza riconoscerlo, questi stringe con lui un patto di fratellanza. Ferito, Alvaro gli affida una cassetta dove Carlo scopre il ritratto della sorella. Svelato chi sia in realtà il giovane che gli ha salvato la vita, Carlo aspetta che guarisca per sfidarlo a duello. Carlo raggiunge il Convento degli Angeli dove scopre tra i religiosi Alvaro e lo sfida ad un duello in cui il rivale resta mortalmente ferito. Alla ricerca di un confessore, Alvaro si imbatte nell’eremo in cui vive Leonora. La giovane accorre presso il fratello che prima di morire la trafigge con la spada.

 L’opera purtroppo ha fama di essere portatrice di sfortuna, essenzialmente perché muoiono quasi tutti i personaggi; facendo tutti gli scongiuri possibili si spera che le rappresentazioni rispettino le aspettative.

Fonti:

www.teatrodiparma.it

www.maggiofiorentino.com

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