Esattamente 478 anni fa, ci troviamo nel 24 maggio del lontano 1543. Fu proprio tale data a segnare la morte di uno dei più grandi astronomi che la scienza ha conosciuto. Niccolò Copernico (Nikolaj Kopernic) nato il 19 febbraio del 1473 in Polonia, è stato astronomo, matematico e presbitero. Con la sua laurea, guadagnata nel 1503 presso l’università degli studi di Ferrara, si incammina in quel percorso che lo renderà il padre della rivoluzione astronomica. Con lui inizia quella fase che oggi chiamiamo “astronomia moderna“.
Con la teoria copernicana, introdotta verso la prima metà del XVI secolo, essi descrive, tramite la matematica, il moto dei corpi celesti andando contro l’opinione pubblica.
Tale teoria introduce il sistema eliocentrico nella quale al centro del sistema solare non viene più posizionata la Terra bensì il Sole, il quale rimane fermo al centro del sistema mentre il nostro pianeta, come tutti gli altri, è soggetta al moto di rotazione ( movimento intorno al proprio asse) e alla rivoluzione (movimento intorno al sole). Copernico, inoltre, introdusse anche un terzo moto, detto di declinazione, per rendere conto del lentissimo moto circolare dell’asse terrestre rispetto al cielo delle stelle fisse. Non è quindi il Sole a compiere un arco e non sono le stelle dello sfondo celeste a muoversi, ma tali movimenti sono causati dai moti apparenti compiuti dai corpi. Ciò che l’uomo del Medioevo vedeva allora e ciò che l’uomo moderno vede oggi non è il moto assoluto dei corpi bensì ciò che viene visto dalla nostra prospettiva, la Terra. E Copernico fu il primo scienziato a voler studiare la realtà delle cose e dei fenomeni astrologici. Non solo ciò che appare ai nostri occhi. Tale teoria viene anche chiamata “evoluzione copernicana“. A causa di questa nuova concezione del sistema solare, Copernico dovette lottare contro la chiesa di allora e le sacre scritture che ponevano la Terra al centro dell’universo basandosi sul modello geocentrico adottato per tutto il Medioevo e che derivava dal sistema cosmologico di Aristotele e quello astronomico di Tolomeo considerando l’astronomia come una materia dipendente dalla teologia. La sua teoria venne, infatti, criticata da molti tra cui Martin Lutero che considerava Copernico uno scienziato fuori di testa.
Se una teoria teologica veniva contrastata si poteva essere puniti con l’eresia o la condanna a morte proprio per questo motivo pubblica il suo libro, con scritte tutte le sue teorie, nel momento in cui si accorge di essere sul punto di morte e la sua teoria verrà considerata vera solo centocinquant’anni dopo. Questo legame tra le due scienze divenne più debole in seguito, con la scoperta dell’America.
Nonostante il modello di Copernico fosse differente da quello di Tolomeo, aveva delle analogie. Per spiegare il moto dei pianeti, infatti, lo scienziato rivoluzionario adottò le stesse teorie e ipotesi di Tolomeo. I pianeti sono collocati dentro a sfere celesti e hanno un moto eccentrico rispetto al Sole.
Nel 1530 Copernico viene invitato al concilio Lateranense da Papa Leone X per perfezionare il calendario, ma egli sostenne che non poteva essere perfezionato se prima non veniva risolto l’enigma della posizione del Sole e della Terra nel sistema solare.
Con l’introduzione della teoria Copernicana l’uomo perse la sua centralità nell’universo e le sacre scritture divennero incompatibili con le nuove ipotesi scientifiche dell’universo. La chiesa, quindi, doveva adattarsi a una nuova forma di verità.
Il modello eliocentrico poneva la Terra al centro del sistema solare e gli altri pianeti, incluso il Sole, come corpi che compiono una rivoluzione attorno ad essa.
Quello di Copernico non fu il primo modello eliocentrico che il mondo della scienza incontrò, derivava, infatti, dal modello ipotizzato precedentemente dall’astronomo greco Aristarco di Samo e dimostrato in seguito da Seleuco di Seleucia. Il suo però fu il primo modello eliocentrico dimostrato non solo scientificamente ma anche matematicamente ed è proprio questo che trasformò le ipotesi dello scienziato in teorie e queste ultime in legge.
Per rendere una teoria la propria dimostrazione Copernico dovette partire da una serie di ipotesi ancora non dimostrate.
1) Il Sole sta immobile vicino al centro del sistema solare e dell’universo.
2) Tutti i pianeti ruotano intorno al Sole ovvero quello che è il centro dell’orbita terrestre e il centro del sistema solare e dell’universo
3) tutti i pianeti compiono orbite circolari
4) Il centro della Terra è il centro dell’orbita della Luna e non quello di tutto l’universo.
5) La Terra, decentrata analogamente agli altri pianeti del sistema solare, ha un moto di rivoluzione annuale intorno al Sole.
6) La Terra ha anche un moto di rotazione giornaliera da Ovest a Est attorno al proprio asse.
7) L’asse terrestre risulta inclinato rispetto alla perpendicolare al piano orbitale terrestre.
8) Alla Terra viene anche attribuito un terzo moto, detto fittizio, di declinazione.
9) La volta celeste è immutabile, caratterizzata da stelle costanti per luminosità, numerosità e dislocazione (fisse).
10) L’universo ha dimensioni finite, ed è delimitato della sfera delle stelle fisse.
Partendo da tali ipotesi e grazie alla sua conoscenza Niccolò Copernico cominciò a pensare al suo modello astronomico cambiando totalmente il modo di pensare delle persone. Con la pubblicazione del suo libro il ” De revolutionibus” pubblicato nel 1543 mise per iscritto le sue teorie.
In seguito anche Giordano Bruno, Galileo Galilei e Giovanni Keplero si ritennero sostenitori della teoria Copernicana e partendo da essa formularono le loro teorie astronomiche, che sono alla base della nostra conoscenza scientifica.