La Superlega, il cui regolamento e organizzazione sono già stati spiegati in un articolo del Leomagazine, sembra che non si farà. Infatti tutte le inglesi che costituivano la gran parte dei partecipanti si sono ritirate dalla competizione e lo stesso sponsor JP Morgan ha ritirato il suo appoggio alla competizione.
Le reazioni alla fondazione di questa Superlega sono state finora per lo più negative e la stessa UEFA promette sanzioni dure contro i club che vi erano inclusi (Milan, Juventus, Inter, Real Madrid, Liverpool, Arsenal, Manchester United, Tottenham, Chelsea, Atletico Madrid, Manchester City).
Il presidente UEFA Čeferin ha rilasciato dichiarazioni contro l’ideatore della Superlega Andrea Agnelli accusandolo di avergli mentito spudoratamente dicendogli che erano solo voci e alla richiesta di chiarimenti nei giorni successivi non aver risposto. La cosa tuttavia è andata avanti e Čeferin ha risposto nel giornata successiva alle accuse di ingenuità ribadendo che lui potrà essere stato ingenuo ma Agnelli gli ha mentito. Tra i due infatti in questi anni si era sviluppato un buon rapporto anche personale oltre che professionale, tanto che lo stesso Čeferin è stato padrino di battesimo di uno dei figli di Andrea Agnelli. Il presidente UEFA si è sentito quindi tradito dalla mossa di Agnelli.
Oltre a questo la stessa UEFA ha minacciato l’esclusione dei giocatori partecipanti alla Superlega dalle nazionali oltre che dalla stessa UEFA e dai campionati nazionali.
La stessa FIFA attraverso Infantino, il suo presidente, e poi con un comunicato ufficiale si dichiara sfavorevole alla creazione di una lega che definisce “suprematista e chiusa”.
La Liga e la Ligue 1 si sono dichiarate contrarie alla Superlega affermando rispettivamente che quest’ultima sia una competizione secessionista ed elitaria e minacciosa per la piramide del calcio.
La stessa federazione polacca, attraverso Zibigniew Boniek ha spiegato che non c’è l’esigenza di formare una lega tra le squadre più forti d’Europa anche perché, sostiene il presidente della federazione polacca, poi le squadre più ricche perdono contro club più poveri economicamente come l’Atalanta (una stoccata ad Agnelli dato che la Juventus nella 31° giornata di Serie A ha perso proprio con i bergamaschi).
Le critiche sono arrivate anche dagli allenatori quali Klopp e De Zerbi. L’allenatore tedesco si dichiara d’accordo con i tifosi sul rigettare l’idea della Superlega, mentre l’allenatore del Sassuolo ha dichiarato prima della partita col Milan che avrebbe giocato contro un club della Superlega solo se la società glielo avesse imposto.
Ci sono state aspre critiche anche da parte dei giocatori ad esempio Mesut Özil e Ander Herrera che si sono dichiarati delusi da questa competizione. Il giocatore del Feberbhace, attraverso un tweet, ha affermato che il sogno di ogni bambino è giocare la Champions League e il bello di questa competizione è che le grandi squadre si affrontano una volta la settimana e non tutti i giorni. Il centrocampista del Psg si è detto favorevole a migliorare la Champions League ma non nel fatto che i ricchi possano rubare il calcio.
Non sono mancate le critiche dei club medio- piccoli come ad esempio Parma, Sassuolo e Bologna. Il ds del Bologna Sabatini ha infatti affermato che con la Superlega a suo modo di vedere si tornerebbe al feudalesimo, mentre Carnevali, ad del Sassuolo, ha detto chiaramente che questa competizione ucciderebbe il calcio.
Le critiche non sono solo arrivate dai piccoli club ma anche da club come il Bayern Monaco che attraverso Rumenigge, CEO della società, ha affermato che questa competizione in ogni caso non risolverebbe i problemi economici dei club.
Le reazioni dei tifosi non sono state certo favorevoli. Ciò è dimostrato dal fatto che 1000 tifosi Blues prima della partita del Chelsea hanno manifestato contro l’adesione del club alla Superlega. Lo stesso Arsenal dopo essersi ritirato dalla competizione neonata ha fatto le scuse ai propri tifosi tramite un comunicato ufficiale. Forti sono state le proteste dei tifosi del Tottenham anche dopo il comunicato da parte del club che si impegnava a ritirarsi dalla Superlega. A questi si sono sono uniti i tifosi delle squadre medio-piccole che si sono sentiti tagliati fuori dalla competizione sotto lo slogan comune “il calcio è un gioco creato dai poveri e rubato dai ricchi”.
La stessa politica si è dichiarata su questa situazione. Il Presidente del Consiglio Draghi infatti ha affermato che vanno valorizzate le competizioni nazionali; oltre a lui la stessa Vezzali, sottosegretaria allo Sport, ha spiegato che non ci devono essere interessi economici davanti ai meriti sportivi.
Boris Johnson, premier inglese, ha ritenuto la Superlega dannosa per il calcio. Oliver Dowden, ministro con delega allo sport, ha minacciato che l’interruzione di sostegno ai club partecipanti.
Il presidente francese Macron ha affermato che darà sostegno ai club che non ne sono entrati a far parte.
Chinas, vicepresidente della Commissione Europea, ha dichiarato che la Superlega andrebbe contro ai valori Ue.
Tuttavia ci sono state anche reazioni positive alla creazione della Superlega infatti il Presidente del Real Madrid Florentino Pérez si è dichiarato soddisfatto del progetto ma ammette di aver sbagliato forse nella presentazione di questo. Lo stesso Pérez si definisce deluso dalla mancata partenza di questa Superlega. A lui si è unito Andrea Agnelli che con la Superlega a detta sua aveva proposto una rivoluzione positiva del calcio.
Un progetto dunque che dopo le prime idee di riorganizzazione è saltato definitivamente dopo che gli stessi fondatori, Pérez e Agnelli, hanno gettato la spugna sentendosi abbandonati e attaccati su tutti fronti. Il presidente juventino ha dichiarato infatti che gli sono state fatte anche minacce di morte a causa di questa Superlega oltre che a ricevere offese personali, che non fanno parte della contestazione professionale-sportiva ma solo della violenza.
Molto probabilmente la Superlega sarebbe stata la rovina del calcio, perché avrebbe creato un torneo elitario nel quale solo un numero ristretto di squadre poteva partecipare, certo è che Fifa e UEFA devono cambiare e questo momento potrebbe essere quello giusto per risistemare alcuni aspetti che non funzionano ormai da anni.