Pubblichiamo con piacere la lettera già accolta e diffusa dal Corriere Fiorentino e dalla Nazione di ieri scritta da Matteo Chelli, ex studente del liceo da Vinci e soprattutto ex capocronaca del LM. Matteo appartiene alla mitica “prima generazione”, quella della classe 5ASA con cui il giornale è stato fondato e grazie a buona parte della quale ha preso da subito uno slancio straordinario. Già nel suo impegno in redazione Matteo si era distinto per articoli di denuncia del degrado di alcune aree urbane e di problematiche sociali, scritti con passione ma con equilibrio e senza faziosità, che del resto è e deve essere del tutto estranea a questa testata. Oggi Matteo è consigliere circoscrizionale nel Quartiere 5, in cui ha ottenuto, caso quasi unico per la sua giovane età, il prestigioso incarico di Presidente della Commissione di Garanzia. Il LM non poteva dunque non accogliere questo suo accorato e più che condivisibile appello, proprio perchè fatto non in spirito “di parte” , ma di amore per quel Bonum Commune che dovrebbe essere il primo e assoluto obiettivo di chi si dedica alla politica, oltre e aldilà dei pur legittimissimi schieramenti ed opinioni. DDN
Gentile Direttore,
alla luce delle recenti notizie di cronaca sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nella politica toscana, ho avvertito, dall’ultimo degli scranni, il dovere morale di fare alcune riflessioni. Sono Matteo Chelli, ho 22 anni e nel maggio del 2019 sono stato eletto consigliere circoscrizionale del Quartiere 5 di Firenze. La politica è per me una grande passione, un vero e proprio leitmotiv che mi accompagna fin dai tempi in cui, anche legittimamente, alla tribuna politica si preferisce quella dello stadio della propria squadra del cuore. O magari una pizza con gli amici. Ho sempre guardato con sospetto a coloro che, utilizzando “i corrotti” o “i ladri”, tentano di sostenere che la politica sia malapolitica nella sua essenza. A coloro che, costruendo immensi calderoni irrorati da banalità e generalizzazioni, non rendono merito a chi, invece, davvero crede nelle proprie idee e le mette al servizio del prossimo. Sono infatti fermamente convinto che tante personalità di questo nobile mondo, tralasciando schieramenti partitici e ideologici, siano uomini e donne di tutto rispetto. E proprio in virtù di tale certezza, desidererei che in questi giorni di sconcerto e disorientamento, una voce unanime e intonata, forte e decisa si levasse per dire chiaramente che l’unica promessa in cambio di un voto elettorale deve consistere nell’impegno a 360 gradi, 365 giorni l’anno, per la proprio comunità. Locale, nazionale: qualunque essa sia. Vorrei una politica riunita che scenda in campo ad affermare in coro che ciò che conta non è il partito a cui si appartiene, non sono gli interessi economici e finanziari di pochi e neppure le tessere di qualche associazione. Ciò che è importante, invece, è la competenza, lo spirito di servizio, l’onestà intellettuale, l’umiltà. Mi piacerebbe vedere una politica resiliente e coraggiosa in grado di far fronte all’onda d’urto, che non si limiti a dire di aver fiducia nella magistratura (sacrosanto), ma ribadisca con determinazione tutta quanta la propria validità e necessità per i nostri territori. Un messaggio fondamentale, soprattutto se si pensa al fatto che i politici di un domani saranno i giovani di oggi. Quei giovani doverosamente persuasi di quanto formazione e meritocrazia costituiscano elementi imprescindibili dell’arte di governo, ma che poi vorrebbero anche esempi virtuosi concreti a cui poter guardare e ispirarsi. Penso infatti che nessuno, neanche il migliore in assoluto, desidererebbe giocare una partita se avesse l’impressione o il sospetto che il risultato di quell’incontro sia già stato scritto. Ecco perché non è e non potrà mai essere l’estensione del voto ai sedicenni, di cui si sente sempre più spesso parlare, il solo rimedio per avvicinare ragazzi e ragazze al mondo della politica. Senza il “buon esempio” non rappresenterà altro che un formalismo privo di qualsiasi significato nel contenuto. Pensieri utopici? Non credo. O almeno non voglio credere. “C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà”. Così diceva Albert Einstein qualche decennio fa. Diamoci da fare. Ad maiora.