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Ever Given: come una barca possa bloccare l’economia mondiale

Una barca incagliata: questo è tutto ciò che è bastato per scatenare il terrore nel mondo del commercio internazionale. Il caso della nave panamense Ever Given (già, e non Evergreen, che è la ditta con sede a Taiwan che la possiede) incastrata nel canale di Suez ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo, vista la preoccupazione che aveva suscitato in molti esperti. In realtà, infatti, questo incidente comporta molto più che un semplice ritardo nelle consegne, e il perché non dovrebbe passare inosservato.

EVER GIVEN, UN COLOSSO FRA GLI OCEANI Con i suoi 399,94 metri di lunghezza, la possente imbarcazione si colloca in alto nella classifica fra i più imponenti portacontainer al mondo. La Ever Given, che in seguito all’azione di venti inaspettati (o di qualche malintenzionato intento a danneggiare il commercio, come sospetta qualche cospirazionista) si era arenata, bloccando di fatto ogni possibile passaggio in entrambe le direzioni del canale di Suez, è stata disincagliata con successo nel pomeriggio del 30 marzo scorso, dopo una settimana di tentativi inconcludenti da parte dei rimorchiatori intervenuti, fra cui anche la nave italiana Carlo Magno.

Ovviamente, la reazione dell’Internet non si è fatta attendere: già dopo poche ore il web si è ricoperto di immagini e video che commentavano ironicamente l’accaduto. C’è stato anche chi ha pensato di creare un intero sito (raggiungibile cliccando qui) dedicato alla vicenda, che consente tutt’ora di monitorare costantemente la posizione della colossale nave da trasporto e le perdite economiche derivate dal blocco del canale.

Sono proprio queste ultime ad avere attirato maggiormente l’attenzione di economisti ed esperti di mercato: il canale di Suez rappresenta infatti una delle rotte commerciali più trafficate al mondo (si stima che il 12% totale del patrimonio generato dal commercio mondiale provenga proprio dai traffici del canale di Suez).

UNA TRAGEDIA ECONOMICA Le previsioni delle perdite economiche derivate da un possibile blocco del canale di Suez non erano affatto promettenti, ma i dati effettivi sono davvero allarmanti, anche per chi di economia non se ne intende: la gazzetta britannica Lloyd’s List, che dal 1734 è specializzata nelle notizie rilevanti nell’ambito della navigazione internazionale, ha stimato che le perdite derivate dal blocco del canale ammontano alla cifra incredibile di 400 milioni di euro all’ora.

Anche la nota compagnia assicurativa tedesca Allianz si è esposta in merito alla questione, condividendo dei dati sconvolgenti: l’incidente potrebbe ridurre la crescita commerciale mondiale di un valore che va da 0.2 a 0.4 punti percentuale.

Come si spiegano cifre così imponenti? È presto detto: come anche confermato dalla massima autorità del canale, l’ammiraglio Osama Rabie, ogni giorno per il canale passano quasi un milione di barili di petrolio, uno dei beni più preziosi e ricercati al mondo.

Ma non è tutto: non è solo il petrolifero ad essere stato danneggiato. Sono molti i settori ad essere stati colpiti, dall’arredamento all’abbigliamento, e ciò è dovuto al variegato carico trasportato dalla Ever Given.

CRISI NEL MERCATO Sicuramente, le ripercussioni del blocco della possente imbarcazione di panama sono arrivate ovunque, ma i primi allarmi giungono dall’oriente: i manufatturieri cinesi si vedono costretti a rispondere alle continue lamentele dei compratori provenienti da tutto il mondo. Il lockdown dovuto alla pandemia ha alimentato la richiesta di beni: Nike, Crocs, Footlocker, Whirpool e Tesla sono solo alcune delle molte aziende che hanno subito in maggior misura gli effetti del blocco.

Brian Bourke, CGO di SEKO (importante azienda di logistica statunitense) ha rilasciato un’intervista nella quale commentava il pessimo tempismo di questo evento: non è passato molto tempo, infatti, da quando i cittadini americani hanno ricevuto i tanto agognati stimulus checks, assegni approvati dal governo che mirano ad aiutare gli individui resi più in difficoltà dalla pandemia. Bourke, in un’intervista a CNBC, sottolinea quanto sia importante che le imprese riescano a mantenere un inventario consistente in coincidenza di un aumento dei potenziali acquirenti.

CONSEGUENZE FINALI E POSSIBILI SVILUPPI Il blocco del canale di Suez ad opera della Ever Given, in conclusione, è un disastro sotto ogni punto di vista. Peter Sand, noto analista, ha rivelato che il volume di merce in consegna che è stato affetto dal ritardo si attesta sui 727.764 TEU (unità corrispondente a 38,51 metri cubi) per un totale di 28 milioni di metri cubi. Oltre alle navi cargo, anche altri tipi di imbarcazioni sono state impossibilitate a procedere verso la propria destinazione, come le navi crociera: di conseguenza, questi disagi portano ad altre notevoli perdite economiche.

Al momento, dopo una breve fase di stallo, dal canale di Suez giungono nuove notizie: le autorità del canale stanno svolgendo delle indagini sull’equipaggio della nave, sospettato di aver intenzionalmente causato l’incidente. Di fatto, tuttavia, si tratta di una vera e propria situazione di ostaggi: il governo egiziano, infatti, chiede un miliardo di dollari di riscatto per il rilascio dell’imbarcazione. La situazione rischia di complicarsi in quanto anche l’Unione Nazionale dei Marittimi Indiani ha dichiarato che i membri dell’equipaggio non dovrebbero essere tenuti prigionieri; ovviamente si auspica che si raggiuga una soluzione diplomatica e che garantisca la sicurezza del personale di bordo.

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