Cosa hanno in comune la catena di videogiochi GameStop, il social network Reddit e il mercato azionario americano?
Di certo molto più di ciò che si possa credere, perché questi tre sono stati proprio i protagonisti di uno straordinario evento di proporzioni storiche verificatosi negli States neanche due mesi fa, e che nel vecchio continente forse è passato in sordina.
Per i meno pratici, probabilmente, deve essere stato difficile seguire le recenti vicende che hanno interessato la borsa di Wall Street, forse per via dei complicati termini tecnici utilizzati dai media. In realtà, è molto semplice fare chiarezza su ciò che è davvero accaduto.
LA SITUAZIONE GAMESTOP Partiamo dall’antefatto. Perché è stata proprio quest’azienda ad essere presa di mira durante questo periodo?
GameStop è una società impegnata nella vendita di videogiochi e simili nata all’inizio del nuovo millennio in Texas; dal 2004, GameStop è una cosiddetta public company, cioè una società la quale proprietà è distribuita fra molti piccoli azionisti.
Negli ultimi periodi, complice anche il lockdown generale, l’azienda ha vissuto un periodo buio che ha causato un grande calo del fatturato: è stato proprio questo momento di crisi che l’ha resa una preda ottimale per i famigerati hedge funds. Ma facciamo un passo indietro.
I “FONDI AVVOLTOIO” Gli hedge funds (noti in italiano come fondi speculativi o anche fondi avvoltoio visto il loro comportamento simile a quello dei volatili) sono fondi di investimento privati con l’obiettivo di produrre una rendita speculando sulle società in difficoltà. In parole povere, fondi come Melvin Capital e Citron Research agiscono con lo stesso modus operandi:
- Gli hedge funds prendono in prestito azioni di cui non sono in possesso, per poi rivenderle. Visto il momento difficile di GameStop, gli hedge funds ne hanno approfittato per svolgere questa operazione con l’obiettivo di fare abbassarela quotazione dei titoli. Ma come fanno ciò?
- Con la vendita dei titoli, i fondi avvoltoio mirano a incutere timore negli azionisti: se il prezzo si abbassa, è proprio negli interessi di questi ultimi vendere le azioni in proprio possesso per evitare perdite ingenti.
- Ciò consente loro di riacquistare le azioni vendute a prezzi molto più bassi e di restituirle ai prestatari, ricavando sulla differenza di prezzo creatasi.
In poco tempo, il valore delle azioni di GameStop avrebbe continuato a decrescere, se non fosse stato per un gruppo di azionisti che reputava le operazioni dei fondi speculativi nei confronti dell’azienda di videogiochi assolutamente ingiuste: Wall Street Bets.
WALLSTREETBETS Reddit è un social media che consente la creazione di gruppi di utenti legati da un interesse per un argomento particolare: è il caso di Wall Street Bets (abbreviato in WSB, significa letteralmente “Scommesse su Wall Street”), un luogo dove gli investitori possono scambiarsi consigli e opinioni sul mercato azionario.
In particolare, a scatenare la rivoluzione è stato l’utente Roaring Kitty, al secolo Keith Gill, il primo a consigliare di acquistare il più possibile le azioni di GameStop. Rendendosi conto di ciò che stava accadendo, Gill aveva intuito che, se i titoli fossero acquistati in massa, il loro prezzo sarebbe salito, causando grandissime perdite agli hedge funds.
In pochi giorni, il numero di utenti di WSB era ottuplicato, raggiungendo la cifra record di 8,2 milioni di iscritti al gruppo, e il piano messo in atto da Gill stava funzionando; attorno al 26 gennaio scorso il valore di un’azione gamestop valeva circa 350 dollari: un traguardo storico, visto anche il brutto periodo che l’azienda stava vivendo.
Naturalmente, la risposta dei rappresentanti dei fondi avvoltoio non si è fatta attendere – l’investitore miliardario Lee Cooperman, intervistato da CNBC, ha espresso il suo malessere per la questione Gamestop, sottolineando le ingenti perdite subite dai fondi (che, a quanto pare, ammontano a circa 4 miliardi di dollari).
IL RISVOLTO SOCIALE: ROBINHOOD Quando sembrava che il quadro non potesse diventare più complicato, arriva un altro fattore ad intricare la situazione.
Robinhood è un servizio di trading online tramite la quale gli utenti di Reddit hanno potuto acquistare in massa le azioni di Gamestop. In seguito al crollo subito in borsa, i vertici della piattaforma hanno deciso di imporre pesanti limitazioni sull’acquisto delle famose azioni, e di fatto impendendo a chiunque la compravendita in generale; la stessa società, attraverso un comunicato ufficiale, ha dichiarato che avrebbe monitorato la situazione per apportare modifiche al blocco delle contrattazioni.
Su internet scoppia il delirio: milioni di utenti insorgono e boicottano la app, tramite un attacco coordinato di recensioni negative su tutti gli store onlie. Nonostante i tentativi di rimozione dei pessimi feedback, la notizia si era già diffusa, fino a raggiungere persino i massimi esponenti della politica statunitense. Tramite Twitter, Alexandria Ocasio-Cortez (democratica) e Ted Cruz (repubblicano), hanno entrambi espresso profondo dissenso per ciò che stava accadendo; al post del senatore Cruz, la Cortez ha risposto con un secco “Fully agree.” (in inglese, “completamente d’accordo”).
È interessante notare come questi due politici, appartenenti a fazioni radicalmente opposte, nonostante il brutto periodo passato dagli USA all’inizo del 2021 (ricordiamo l’attacco al Campidoglio del 6 Gennaio), riescano comunque a rimanere civili e a supportarsi vicendevolmente in merito ad un tema che sta a cuore ad entrambi: la libertà del popolo americano.
In tempi più recenti è stato possibile osservare un netto calo del valore delle azioni Gamestop (in gergo tecnico, si potrebbe dire che “la bolla si è sgonfiata”): lo stesso utente che aveva dato inizio a questa mini-rivoluzione digitale, Keith Gill, ha registrato una perdita di 13 milioni di dollari in un solo giorno.
Nonostante tutto, però, è probabile il caso Gamestop sia stato una lezione indimenticabile per i cittadini americani. Abbiamo avuto la possibilità di essere testimoni di un evento che ha reso il popolo unito, contro molte avversità nella lotta per un diritto inalienabile.