Buio. Quello visto dai tifosi viola per quattro minuti, dal gol di Mihaila all’autogol di Iacoponi che ha siglato il definitivo 3-3. In quei quattro minuti la Fiorentina è entrata nel baratro e ne è uscita solamente con un colpo di fortuna maturato dalla forza della disperazione che ha spinto i viola all’arrembaggio finale. Ma così non ci siamo, se la Fiorentina non vuole rischiare di sprofondare in classifica deve cambiare molte cose, a partire dall’atteggiamento.
Entrambe le squadre venivano da un periodo negativo e cercavano punti per staccarsi dalla zona calda della classifica, nessuna delle due ci è riuscita. La Fiorentina parte con un 3-4-2-1, pesano le assenze di Castrovilli e Ribéry, al loro posto Borja Valero ed Eysseric dietro a Vlahovic. D’Aversa, allenatore del Parma, si affida alla coppia offensiva Gervinho–Karamoh per sfondare il terzetto difensivo della Fiorentina composto da Milenkovic, Pezzella e Martìnez Quarta.
I ritmi sono sin da subito lenti, la Fiorentina non riesce a creare azioni offensive ma è letale su palla inattiva: al 28’, su sviluppi di calcio d’angolo, Martìnez Quarta trafigge Sepe con un gran colpo di testa. E’ il primo gol in campionato del difensore argentino che, dopo un periodo di ambientamento, sta dimostrando ai tifosi di cosa è capace.
La Fiorentina non fa in tempo a festeggiare che Pulgar commette un’ingenuità in area, tocco di mano e calcio di rigore per gli ospiti. Dal dischetto Kucka batte Dragowsky e pareggia i conti.
Gli uomini di D’Aversa acquistano coraggio ma mostrano nuovamente le loro fragilità difensive. Al 42’ la Fiorentina torna in vantaggio: punizione di Pulgar, sponda di Pezzella e Milenkovic punisce Sepe, autore di una pessima uscita.
A inizio ripresa il Parma assume un assetto più offensivo con l’entrata di Mihaila per Hernani. Gli emiliani prendono in mano il pallino del gioco ma i ritmi restano lenti e scarseggiano le occasioni, al 61’ Karamoh entra in area ma il suo tiro-cross è bloccato in due tempi da Dragowsky. Come già visto in altre partite la Fiorentina abbassa i ritmi lasciando il solo Vlahovic a gestire il reparto offensivo. Il Parma guadagna campo e sostituisce entrambi gli attaccanti per trovare nuovi spunti offensivi. Al 72’ Kurtic riporta il risultato in parità anticipando Malcuit su un cross che sembrava innocuo, 2-2. La Fiorentina sostituisce Amrabat e Borja Valero per Bonaventura e Callejòn ma le cose non cambiano, è sempre il Parma ad attaccare trascinato dal suo allenatore che crede nella possibilità di ribaltare il risultato. Al 87’ Man, entrato nella ripresa, sfiora il gol e al 90’, dopo una traversa di Quarta, parte il contropiede del Parma che, sulle ali dell’entusiasmo, trova il gol del 3-2 con Mihaila.
Gli emiliani sembrano vicini a conquistare tre punti dopo più di tre mesi, e i viola vedono la zona retrocessione avvicinarsi. Ma il calcio è uno sport strano e fino a quando l’arbitro non fischia tre volte può succedere di tutto. La Fiorentina si rigetta in attacco come non ha mai fatto durante la partita e su un cross di Pezzella, Iacoponi sbaglia porta e decreta il 3-3 finale.
Un pareggio che non serve a nessuno. Il Parma non sfrutta il passo falso del Torino (sconfitto dal Crotone) e resta a 6 punti dalla salvezza. Nonostante ciò, dal ritorno di D’Aversa sulla panchina, si sono visti dei miglioramenti sia sul piano del gioco sia su quello caratteriale.
La Fiorentina esce a pezzi, salvata da un episodio fortunoso. Come già successo contro il Bologna la squadra si lancia in attacco solo quando il punteggio diventa negativo, quando tutto sembra spacciato. Ieri è andata “bene”, ma così non basta. Nel secondo tempo i viola hanno smesso di giocare lasciando Vlahovic da solo in mezzo ai difensori avversari. Eysseric, compagno di reparto, ha creato qualcosina ma troppo spesso è stato costretto a ripiegare in difesa per aiutare i compagni.
Dopo il pareggio del Parma, Prandelli ha inserito Callejon, mossa che non ha pagato affatto. L’esterno spagnolo è arrivato per sostituire Chiesa ma a causa del modulo che non prevede esterni offensivi risulta inutilizzabile e sprecato. Non sarebbe stato meglio prendere un giocatore più funzionale? Forse, ma è inutile parlare del passato, nel presente la situazione è estremamente negativa. La squadra fatica a giocare, la posizione di Prandelli è in bilico, i tifosi sono delusi e la classifica inizia a fare paura. Il prossimo weekend si gioca Benevento-Fiorentina, uno scontro salvezza che entrambe le squadre non possono sbagliare.