La maggior parte degli edifici esistenti nel mondo consuma grandi quantitativi di energia ed è costruita con dei materiali inquinanti che degradano l’ambiente con notevoli ripercussioni sulla salute dell’uomo.
La Bioedilizia nasce proprio dalla necessità di rispettare lo stretto rapporto che c’è tra uomo, edificio e ambiente, riducendo il più possibile l’impatto delle costruzioni sulla salute delle persone e sull’ambiente, utilizzando materiali non nocivi e riducendo al minimo l’impiego di risorse che non possono essere rinnovate. L’ edilizia sostenibile può quindi essere considerata anche un approccio culturale, il cui concetto è riassumibile nel “costruire e vivere sano” al fine di tutelare il benessere e la salvaguardia del nostro ecosistema.
L’uomo ha sempre cercato di migliorare il comfort delle proprie abitazioni, inizialmente sfruttando al meglio ciò che era disponibile in natura (suolo adatto, luce e calore del sole, materiali da costruzione come legno, pietre, terra, argilla, ecc.); con l’aumento delle conoscenze scientifiche e del progresso tecnologico, l’architettura e l’edilizia hanno massimizzato lo sfruttamento del suolo (es. l’uso dei combustibili fossili) rendendo disponibili enormi quantità di energia, perdendo però progressivamente di vista il rapporto con l’ambiente.
Infatti dagli anni settanta sono iniziate le preoccupazioni per l’inquinamento e per il progressivo esaurirsi del rifornimento energetico, dovuto alla riduzione della disponibilità dei combustibili fossili, per cui c’è stato un ritorno dell’attenzione su progetti edilizi rivolti al rispetto per la natura e alle risorse che questa ci offre. La sostenibilità nell’edilizia sta infatti ricevendo una grande risonanza a livello internazionale, attraverso nuove normative ambientali.
La Bioedilizia progetta edifici “ecologici” a basso impatto ambientale secondo il rispetto di alcuni principi:
- Analisi del luogo dove sorgerà il nuovo edificio (assenza di elementi nocivi e inquinanti).
- Utilizzo di materiali a basso consumo energetico, ossia materiali bio-ecocompatibili come legno, sughero, vetro cellulare, canapa, ma anche cemento. Il cemento infatti rimane il materiale più utilizzato, poiché offre una protezione ideale da calore, rumore e umidità, permettendo di risparmiare sulle spese di riscaldamento e condizionamento ed è il materiale più resistente ai terremoti.
- Sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili (impianti ad alta efficienza energetica, corretta orientazione dell’edificio e delle finestre per massimizzare l’effetto del calore del sole e minimizzare le dispersioni nei mesi più freddi).
- Utilizzo di sistemi ad alta efficienza e materiali che garantiscono l’isolamento termico (quindi una notevole riduzione dei costi, per il riscaldamento in inverno e per la climatizzazione in estate) e acustico insieme al comfort luminoso.
La giusta combinazione di materiali naturali e riciclabili, degli impianti (es. pannelli solari, fotovoltaici, impianti geotermici ed eolici), sistemi di raccolta e riciclo delle acque piovane, di depurazione delle fognature e l’uso di tecnologie ad alta efficienza, permette di costruire edifici raggiungendo quasi l’azzeramento dei consumi energetici (es. Edifici NZEB e ZEB, Green Buildings, PassivHaus, Bosco Verticale e Casa Attiva) e per questo ad impatto ambientale quasi nullo.
Ogni paese membro ha recepito la Direttiva Europea 2010/31/UE e definito criteri e requisiti per la realizzazione degli edifici ad energia quasi zero. Per quanto riguarda l’Italia il percorso è iniziato nel 2005 con l’introduzione del tema dell’efficienza energetica nella normativa ambientale, poi modificata introducendo anche il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili in loco. In Italia esistono già alcuni esempi di edifici NZEB in Lombardia ed Emilia Romagna, regioni che hanno anticipato gli obblighi rispettivamente dal 2016 e dal 2019. Comunque dal 1 gennaio 2021 in Italia è entrato in vigore l’obbligo di progettare edifici NZEB (Nearly Zero Energy Building) per tutti gli immobili privati e pubblici.