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Cascine prese d’assedio: Ingenuità o egoismo? Poi non venite a dare la colpa alle scuole!

Circa un anno fa il COVID-19, questo nemico invisibile e spietato, è arrivato come un killer silenzioso e ha iniziato a mietere le sue prime vittime in tutto il mondo.

Durante tutto il passato anno l’Italia ha dovuto fare non uno ma cento passi indietro rispetto all’apparente invincibilità di questo maledetto virus, e coloro che non sono stati colpiti, per fortuna, dal morbo, hanno comunque dovuto rinunciare a quella sana normalità che era data sicuramente per scontata. Le scuole sono state chiuse, le palestre sono state chiuse, i centri di cultura come musei e teatri, che sono il fiore all’occhiello di Firenze, sono stati chiusi, e centinaia di migliaia di lavoratori in Italia hanno dovuto cessare la propria attività in maniera definitiva; basti pensare agli albergatori o coloro che lavorano nel settore del turismo, che hanno visto le proprie città svuotarsi; ai ristoratori, che non solo hanno dovuto fermare la propria produzione, ma che hanno anche perso migliaia di euro in materie prime che poi sono state scartate; e questi sono solo alcuni dei tragici esempi.

Il COVID non ha fatto prigionieri, ognuno nel suo piccolo è stato colpito dalla sua influenza.

Il vaccino rappresenta sicuramente una luce di speranza per il mondo e non solo per l’Italia, ma il livello di somministrazione attuale non può far cantare vittoria: la battaglia purtroppo non è ancora conclusa, ma evidentemente c’è chi non la pensa così.

Il caso in questione è quello del parco fiorentino delle Cascine che sono state letteralmente prese d’assedio. Se per caso in questi giorni vi capitasse di addentrarvi nel parco potreste notare, con grande sorpresa, che le Olimpiadi di Tokyo non siano state rimandate ma abbiano solamente cambiato destinazione: possiamo trovare la zona adibita ai campionati di calcio con tanto di porte casacche e sostituzioni, dove a sfidarsi ci sono squadre che provengono, letteralmente, da tutto il mondo: fiorentini, africani, peruviani sono solo alcune delle franchigie più temute dagli avversari.

Lo sport più in auge però è sicuramente il cricket dove a farla da padrone è la nazionale peruviana, che poi, durante le pause, si accampa vicino al campo dando vita ad un banchetto succulento per recuperare le forze. Ovviamente come in tutte le competizioni sportive che si rispettino l’uso della mascherina è superfluo, tanto i partecipanti si sono sicuramente sottoposti a tampone e hanno esposto i documenti che attestano la propria negatività alla società sportiva.

La cosa più grave non è però questa, ma il mancato intervento delle forze dell’ordine di passaggio che si sono limitate a guardare lo spettacolo come spettatori di una partita. Ma come? Loro che con coraggio eroico, solo pochi mesi fa, hanno immobilizzato in modo vergognoso, tre contro uno, una donna che passeggiava da sola in centro a Firenze portando a spasso il cane solo perché sprovvista di mascherina (ovviamente la donna non deve essere scusata per la mancanza del dispositivo di protezione), o che sono stati capaci di multare cene di famiglia per un partecipante di troppo; come possono sottrarsi di fronte al richiamo della giustizia? Evidentemente immobilizzare e/o multare un’ intera squadra risulta un’impresa troppo impegnativa anche per gli incorruttibili Argonauti, il che sottolinea una realtà preoccupante ormai nota a tutti ma difficile da accettare: la legge non è uguale per tutti.

L’appello è rivolto però proprio a loro, non devono intervenire solamente per un senso di giustizia ma soprattutto per rispetto. Rispetto per tutte quelle persone che per seguire giustamente le sacrosante norme anti-virus ci hanno rimesso il lavoro o la casa (alle volte perfino la propria vita per la disperazione); rispetto per coloro che hanno sacrificato la propria vita sociale per più di un anno sottoponendosi a coprifuoco o privazione di attività sportiva, contando anche il triste destino di molti proprietari di tali attività; rispetto per la cultura che ha subito una battuta d’arresto pazzesca, soprattutto a Firenze che ne è la patria, con chiusure di musei e teatri, primo tra tutti il Maggio Musicale; rispetto per gli studenti e per i professori, che hanno visto chiudere le proprie scuole e che sono stati rinchiusi nelle proprie case davanti al monitor di un computer, dovendosi anche addossare ingiustamente la colpa dell’aumento dei contagi (cosa smentita appunto dalle statistiche).

Ciò che muove queste persone a organizzare partite o raduni abusivi non è certamente cattiveria gratuita contro i cittadini più onesti, ma semplicemente noncuranza della situazione, noia, e voglia di tornare alla normalità; ma tutti desiderano che questo virus sia definitivamente sconfitto, tornare a respirare con il naso libero dalla mascherina: chiunque, ma soprattutto coloro che ne hanno fatto le spese maggiori. Tirare acqua al proprio mulino non è però decisamente la soluzione. Ogni pomeriggio speso “fregando il sistema” credendo di averla fatta franca è un pomeriggio in più da sopportare per raggiungere la normalità tanto agognata.

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