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Toscana in zona gialla; usciamo ma in sicurezza

L’ultimo DPCM approvato dal governo, contenente le misure per il contrasto ed il contenimento dell’emergenza dovuta alla diffusione del virus Covid-19, valido fino al prossimo 5 marzo, “premia” la Toscana, ponendola nella cosiddetta fascia gialla”, unitamente ad altre 5 regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna e Valle d’Aosta. I bollettini giornalieri trasmessi dalla Regione Toscana alla Protezione Civile nazionale, riportano quotidianamente un numero di contagi contenuti ed evidenziano una minore pressione sugli ospedali.

La cosiddetta “fascia gialla” prevede delle minori restrizioni nei riguardi degli spostamenti e consente la “libera uscita” dei cittadini, in particolare sarà possibile spostarsi liberamente nell’intera regione senza obbligo di autocertificazione dalle ore 05.00 alle ore 22.00, e saranno consentite le visite a casa di parenti e amici seppur una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (più eventuali figli minori di 14 anni e persone disabili). Dalle 5 alle 18, inoltre, si potrà consumare al tavolo nei bar e ristoranti fino a un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Sono consentite le attività motorie e sportive anche nei centri sportivi e nei circoli all’aperto con esclusione degli sport di contatto; soprattuttofinalmente”, gli studenti potranno tornare a frequentare le scuole secondarie di secondo grado in presenza, seppur ancora rispettando il limite del 50%.

L’allentamento delle misure e la voglia di ritrovarsi dopo settimane di lockdown, come immaginabile, hanno riacceso nell’animo degli abitanti della nostra regione e, più nello specifico, in quello del “popolo” Fiorentino, la voglia di riappropriarsi della propria vita.  In molti si sono riversati per le strade e piazze principali della città, facendo scaturire una serie di problematiche e polemiche che hanno costretto le autorità competenti ad intervenire decisamente.

La Prefettura di Firenze, sentito il parere del sindaco di Firenze Dario Nardella, ha deciso di rafforzare i controlli nelle piazze con pattuglie fisse ed agenti in borghese della Polizia Municipale, della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, predisponendo un piano per regolamentare il flusso delle persona. In base alle disposizioni, nel caso in cui venga superato un numero tollerabile di presenze, è previsto invitare la cittadinanza a defluire dalle piazze. Per chi non rispetta il divieto di stazionamento sono previste  multe salate ( si va dai 400 ai 3.000 euro),  anche se, come prevedibile, sarà  utilizzato il buonsenso. L’obiettivo è quello di evitare ogni minimo assembramento e qualunque occasione, anche solo indiretta, che possa agevolare il contagio.

Inoltre sia Il sindaco Nardella che il Prefetto di Firenze Alessandra Guidi  hanno rivolto un appello al senso di responsabilità dei cittadini: ”Nessuno vuole arrivare a fare le multe. Siate rispettosi delle regole nell’interesse della salute individuale e collettivaOsservate le distanze di sicurezza e usate le mascherine “.

Noi del Leomagazine abbiamo avuto modo di acquisire notizie in merito alla situazione del territorio Fiorentino da un appartenente alle Forze dell’Ordine,( ringraziandolo fin da subito per la disponibilità dimostrata) impegnato in prima persona nei controlli preventivi. In particolare l’agente ha riferito che; “la situazione nella provincia Fiorentina è ben monitorata, i giorni di maggior afflusso si registrano nel fine settimana ed in particolar modo nella zona compresa tra piazza Santo Spirito piazza Strozzi, piazza Repubblica, via Pellicceria e in quella tra piazza Sant’Ambrogio, piazza dei Ciompi, e nel tratto di Borgo la Croce fino a via Mattonaia.  Le pattuglie, tra gli altri compiti istituzionali di competenza, assicurano che i protocolli e le linee guida anti-contagio vengano rispettate.  

Si cerca di usare sempre il buon senso invitando i cittadini, quando ne sono sprovvisti per dimenticanza o distrazione ad utilizzare i dispositivi di protezione personale ed evitare assembramenti.

Purtroppo non sono mancati momenti di tensione allorquando durante i controlli, gli agenti si sono imbattuti negli immancabili “negazionisti” che respingono ogni forma di rispetto delle regole anti-covid. In quei casi è stato necessario agire di conseguenza, attraverso l’elevazione di contravvenzioni, come previsto dell’articolo 4 del decreto-legge n. 19/2020 (sanzione amministrativa da 400 euro con una riduzione del 30% se si provvede al pagamento entro 5 giorni) e nel contempo, laddove necessario, rispristinando con fermezza le regole anti-assembramento.

Purtroppo sono stati riscontrati, seppur sporadicamente, episodi di mancato rispetto delle norme da parte di titolari di esercizi pubblici quali bar e ristoranti che non hanno provveduto ad adeguarsi alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, in particolare per quanto concerne gli orari imposti sulla somministrazione ai tavoli. Alla sanzione economica, però, si aggiunge anche l’obbligo di chiusura dei locali: l’esercizio può essere chiuso da 5 a 30 giorni, con un provvedimento che viene irrogato dal prefetto.

Attenzione particolare è stata posta in essere nella data dello scorso 15 gennaio, quando a Firenze è stata indetta una protesta, partita dal web, intitolata #Ioapro1501. Ii proprietari di bar e ristoranti venivano invitati ad aprire i propri locali, in violazione delle norme di legge. Fortunatamente è prevalso il senso civico dei ristoratori Fiorentini e si sono registrati pochissimi casi di “disobbedienza” che hanno comunque obbligato le forze dell’ordine presenti sul territorio ad intervenire.

Nel complesso mi sento di dire che le regole vengono rispettate e che il “cittadino” in generale mantiene  il rispetto delle norme di prevenzione anti-covid, che ricordiamoci è un dovere ed un senso di responsabilità civica di tutti.”

Ricordiamoci infine che i comportamenti corretti per affrontare l’emergenza coronavirus sono necessari per tutelare noi stessi, i nostri cari e gli altri, non già perché lo dicono le istituzioni o le forze dell’ordine, con la speranza un giorno di poterci lasciare questa  esperienza alle spalle e di poter essere una nazione contraddistinta da un solo colore:  bianco.

                                                                                                         

                                  

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