“Per la prima volta dal 1973 saremo uno stato costiero indipendente, con il pieno controllo delle nostre acque. Abbiamo ripreso il potere delle nostre leggi e del nostro destino” sono queste le prime parole di Boris Johnson dopo la firma dell’accordo fra Unione Europea e Regno Unito.
Quattro anni dopo il referendum che sancì la Brexit, dal primo gennaio 2021, il Regno Unito non farà più parte dell’Unione Europea.
Ci hanno provato gli inglesi a diventare europei, ma il sentimento comune che contraddistingue la stragrande maggioranza dei britannici è “alone but strong” ovvero soli ma forti e appena hanno potuto hanno abbandonato quell’Unione Europea vista sempre con sospetto.
L’accordo su Brexit, definito dal Financial Times un “divorzio amichevole”, regolerà i rapporti commerciali e diversi aspetti delle relazioni future fra Europa e Regno Unito.
Dopo quasi un anno di negoziati e scadenze disattese, quando in molti avevano ormai perso le speranze, sono stati rimossi gli ultimi ostacoli tra Londra e Bruxelles ed i negoziatori dell’accordo, Michel Barnier per l’Unione europea, e David Frost per il Regno Unito, hanno potuto considerare concluso il loro arduo lavoro di negoziazione.
Per rendere concreto l’accordo manca il passaggio al Parlamento inglese che dovrebbe avvenire entro fine anno mentre il parlamento europeo si è preso un po’ più di tempo per studiare bene l’accordo e si pronuncerà a gennaio anche se l’accordo entrerà temporaneamente in vigore per evitare eventuali caos alle frontiere.
L’accordo si compone di oltre duemila pagine ma sono stati tre i punti principalmente discussi e che sono stati motivo di forte scontro, ovvero dazi, dogane e concorrenza, pesca e accesso alle acque ed infine immigrazione lavoro e turismo.
In tema di dazi e dogane l’accordo permetterà di continuare a scambiare merci senza l’imposizione di dazi e di quote, ovvero non ci saranno tasse aggiuntive quando le merci attraverseranno i rispettivi confini e non ci saranno limiti nelle quantità di beni commercializzabili ma sicuramente ci saranno un maggior numero di controlli di frontiera che con il tempo potrebbero portare ad un aggravio dei costi.
Il tema della concorrenza è particolarmente caro al governo italiano che teme, con l’uscita del Regno Unito dalla Ue, il fenomeno del “fake Made in Italy”, ovvero l’imitazione dei prodotti italiani, da parte di alcuni paesi extra Unione Europea, con cui il governo inglese potrebbe siglare accordi commerciali. Per esempio l’eccellenza dell’agroalimentare italiano come Grana Padano, Parmigiano Reggiano o altri prodotti tipicamente italiani sono spesso oggetto di contraffazione e con l’uscita del Regno Unito non ci saranno più i controlli Ue per evitare tale fenomeno.
Il governo britannico ha infatti ottenuto, con l’accordo sottoscritto, la possibilità di stipulare liberi accordi commerciali con paesi extra-Ue. E’ proprio di ieri la notizia di un accordo commerciale fra Regno Unito e Turchia.
L’accesso alle acque del Regno Unito è stato un nodo molto dibattuto che ha ritardato per mesi la sottoscrizione del trattato.
Ai paesi membri dell’Unione europea sono state assegnate quote di pesca nelle acque britanniche fino al 25%, per un periodo di 5 anni.
Forse il tema più delicato di tutto l’accordo è quello sui i visti e la libertà di movimento dei cittadini britannici ed europei.
I primi non potranno lavorare, studiare o vivere liberamente in un qualsiasi paese dell’Unione Europea ma dovranno richiedere visti per soggiorni superiori a 90 giorni, i cittadini europei per contro non potranno più stabilirsi liberamente sul territorio inglese.
Addio al sogno di molti ragazzi di studiare inglese e mantenersi con un lavoretto da cameriere, da gennaio 2021 entrerà in vigore la nuova legge britannica sull’immigrazione che prevede il rilascio del visto solo a fronte di un’offerta di lavoro già stabilita e che corrisponda ad un salario minimo di 25.600 sterline (circa 28.000 euro), eccezione fatta per il settore sanitario, dove, se non si raggiungesse tale soglia il visto sarebbe comunque rilasciato.
Niente visto per i turisti che potranno entrare solo con il passaporto e non potranno restare più di 3 mesi.
Il governo britannico inoltre, non parteciperà più al programma di scambio Erasmus: quest’ultimo verrà sostituito con un altro chiamato “Turing Scheme” dal nome del matematico Alan Turing, che consentirà, nelle intenzioni dei governanti britannici, agli studenti del Regno Unito di studiare non solo nelle università europee ma anche nelle migliori del mondo grazie anche e soprattutto ad un notevole aiuto economico da parte del governo inglese.
Gli studenti europei che vorranno invece iscriversi presso una qualsiasi università inglese avranno un notevole aggravio di costi, l’iscrizione costerà non meno di 30.000 euro a fronte di un costo in passato di circa 9.800 euro.
Insomma il sogno inglese per migliaia di studenti europei rischia di diventare una chimera.
Londra è oggi un pochino più lontana ed irraggiungibile, è tornata ad essere il sogno proibito e con questi ostacoli, per molti irraggiungibile, così come lo era nei lontani anni 60 quando i nostri nonni o genitori sognavano la “swinging London”. Oltre a queste novità relative agli studenti , per i cittadini europei non sarà più valida la tessera sanitaria europea ma servirà l’assicurazione di viaggio che comprenda una copertura sanitaria , potranno essere portati contanti per un totale di 10000 sterline (ovviamente prontamente dichiarati), per il trasporto di animali domestici sarà necessario un certificato di buona salute rilasciato dal veterinario 10 giorni prima; al momento sembra che la patente di guida rimanga valida ma i singoli cittadini europei dovranno comunque dimostrare di essere assicurati. Insomma Boris bei capelli ci ha fatto un bello scherzetto ( per non dire qualcosa di più forte ma non … pubblicabile) , sicuramente da ora in poi sarà molto più difficile visitare la bella capitale inglese o addirittura viverci : certo non è un bel messaggio per il resto dell’Europa che vede un grande paese come l’Inghilterra staccarsi dall’UE intaccando il concetto stesso di unione. Questa decisione da parte del popolo inglese aprirà le danze per altri paesi che cominceranno a rivalutare il loro posto nella confederazione? Ad oggi non si registrano altri movimenti di secessione all’interno dell’UE ma in futuro non si può mai sapere.