In un anno in cui non c’è stato proprio nulla di scontato, in cui anzi tante certezze e punti saldi sembrano essersi pericolosamente incrinati, anche le piccole cose e i piccoli rituali assumono una importanza diversa, più rilevante.
E quindi eccoci qui anche noi per il consueto bilancio di fine anno; consueto davvero per modo di dire e qui non c’entrano né il covid né quest’anno in cui iella, scarogna & disgrazia sono stati i numi tutelari: c’entra semplicemente il LeoMagazine, che senza parere è arrivato al suo quarto anno di vita, con una nuova generazione di studenti che ha preso il timone. E per il momento, la navigazione procede a gonfie vele, sperando di lasciarci definitivamente alle spalle, per dirla con il padre Dante, mar sì crudele.
Perché certo, una cosa va detta con molta chiarezza: è vero che ci sono stati settori, soprattutto nel campo del commercio, della ristorazione, del turismo, duramente colpiti; in una città come Firenze poi questo lo si vede benissimo. Negli ultimi anni abbiamo visto il moltiplicarsi di locali di ogni genere, forse in misura persino eccessiva; ma nessuno poteva aspettarsi una “livella” feroce come quella che ha visto tanti, troppi esercizi abbassare per sempre le serrande. A tutte queste persone, che sono anche genitori, fratelli, parenti di tanti studenti, va la nostra affettuosa solidarietà e l’augurio di un anno che possa davvero risollevarli e confortarli.
E questo vale, inutile dirlo ma bene ribadirlo, in primis per chi in questi durissimi mesi ha perduto una persona cara o dovuto affrontare la malattia in tutte le sue varie e crudeli forme ; e non scordiamoci che il covid non ha “estinto” tutte le altre patologie, quelle purtroppo stanno benissimo e sono sempre in mezzo a noi.
Detto questo però, ci si dimentica troppo spesso che anche il mondo della scuola e della cultura stanno pagando un conto molto pesante; se ad esempio la scuola superiore continua con la didattica a distanza, la sua inadeguatezza come metodo esclusivo di formazione è ormai sotto gli occhi di tutti o quasi, sebbene molti sottovalutino le conseguenze anche psicologiche sui ragazzi di questo isolamento forzato che, con brevi interruzioni, dura ormai da marzo. E dunque ci auguriamo davvero di cuore che dal 2021 la didattica in presenza non si interrompa più: anche se non al 100%, almeno al 50%, sperando comunque che la percentuale possa salire. Questo perché anzitutto potrebbe voler dire che l’epidemia sta finalmente arretrando, ma riteniamo comunque che ci governa a vari livelli abbia il dovere di garantire la sicurezza nei trasporti e quant’altro; perché la scuola, in quelle poche settimane di attività in presenza a settembre e ottobre, ha dimostrato benissimo di saper essere all’altezza della situazione. Noi del LM abbiamo sempre sostenuto queste tesi con fermezza e coerenza: siamo ovviamente consapevoli che non sono da tutti condivise e le ribadiamo nel massimo rispetto di tutte le opinioni, anche le più lontane dalle nostre, che ci ha sempre caratterizzato; vorremmo però che questo rispetto fosse reciproco e che non ci fossero reazioni scomposte quando affermiamo di voler tornare in classe.
Dunque, auguri di buon anno, di un anno decisamente migliore di questo, a tutto il mondo dell’istruzione, dalla materna all’ateneo, e a quello della cultura: ai teatri, ai musei, alle biblioteche che sono il nostro cibo spirituale e che ci manca terribilmente. E con un po’ di … campanilismo, un augurio prima di tutto al Leo, ai suoi ragazzi e alle loro famiglie, ai docenti, al personale ATA; e in particolare alla dirigente scolastica prof. Donatella Frilli, che è l’editore del nostro giornale e che ringraziamo per l’affettuosa attenzione che ci ha dedicato anche quest’anno. Ma un augurio – e un ringraziamento – a tutti quei ragazzi e docenti, di qualsiasi scuola, che in queste settimane hanno testimoniato anche con lezioni all’aperto la loro “nostalgia di scuola” e il loro desiderio, che è anche il nostro, di poterci ritrovare al di là di uno schermo.
Auguri a due istituzioni culturali a noi molto care, perché da anni aiutano i nostri ragazzi a crescere, regalandoci emozioni indimenticabili: Il Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro della Toscana, in particolare la Pergola. Due amici di cui sentiamo moltissimo la mancanza perché, come ben evidenziava il motto del Maggio di quest’anno, niente è come esserci. Dunque auguri anche a loro, ai loro dirigenti e agli uffici stampa che ringraziamo della collaborazione e dell’attenzione che ci hanno sempre dedicato, agli artisti e a tutti i lavoratori dello spettacolo, sperando che il sipario possa presto rialzarsi, che possano tornare a donarci quelle emozioni straordinarie che solo loro sanno evocare. E un augurio forte e particolare a David Nieri, il nostro bravissimo editore della casa editrice La Vela che ha pubblicato i due libri del LM e che malgrado la crisi che certo non ha risparmiato il mondo dell’editoria continua a far uscire proposte di straordinario interesse e grande spessore culturale, oltre che di ottima veste editoriale.
Un augurio e un ringraziamento a tutti i nostri amici e a tutti coloro che ci seguono con attenzione e affetto, al nostro (per ora) unico sponsor, al nostro pubblico che speriamo ci aiuti a crescere e cresca sempre di più, e infine – ma dovrebbero essere i primi – alla nostra redazione. Perché è grazie ai ragazzi che con entusiasmo e sempre maggiore competenza mandano avanti questa impresa che abbiamo potuto continuare a rimanere sulla breccia; con tanti articoli che hanno affrontato anche i vari aspetti della pandemia, un secondo libro di cui contiamo di riprendere appena possibile la diffusione, con alcuni interessantissimi video come quello sull’alimentazione, sulla nostra città durante il lockdown e l’ultimo sulla DAD. Certo, sono stati pochi quest’anno per ovvi motivi quegli “eventi culturali” che erano il nostro fiore all’occhiello e sono saltate le presentazioni degli ultimi, bellissimi libri dei nostri amici scrittori Giulio Leoni e Leonardo Gori; ma il tutto è solo rinviato.
L’ho detto tante volte, da “vecchio” giornalista che ha un po’ pratica anche di vita di redazione: credo che molte testate sarebbero orgogliose e fiere di avere dei redattori e dei dirigenti come i nostri: tutti ragazzi e tutti studenti, con l’unica e per certi aspetti inevitabile eccezione di chi scrive. E quindi grazie a tutti loro, ai ragazzi dello staff che sono usciti lo scorso anno e a quelli che li stanno brillantemente sostituendo; a Valentino Masetti e Claudio Piazzai, vere colonne del giornale durante lo scorso anno, con cui continuano a collaborare anche da universitari; al capo redattore attuale Edoardo Benelli, che si sta rivelando un degno successore del bravissimo Valentino, e al nostro videomaker Tommaso Bertellini. Ogni nuova generazione porta il suo stile, il suo “tocco personale”, come è logico e giusto che sia; ma con un soffio di fresca, giovanile continuità che è il nostro “marchio di fabbrica”. E anche nel 2021 ce la metteremo tutta per riuscire a sorprendervi, complice anche il padre Dante con il suo “compleanno”.