Dopo ben sedici anni dall’ultima volta, la casa in cui Tolkien trovò l’ispirazione per scrivere i suoi due capolavori più grandi è tornata sul mercato.
La villetta, situata in Northmoor Road n.20 a Oxford, è stata abitata dallo scrittore fra il 1930 e il 1947, durante il periodo in cui insegnava alla facoltà di lettere dell’università poco distante. L’abitazione, una delle residenze assegnate ai docenti universitari, fu comprata dagli attuali proprietari nel 2004, e poco tempo dopo fu contrassegnata dalla prestigiosa targa blu simbolo della sua importanza storica, non tanto per la sua struttura, che non reca alcun elemento particolare, proprio in quanto era stata, anche se per poco tempo, il tempio della creazione delle opere di uno degli autori più celebri al mondo. Una delle prerogative che questa targa porta con sé è il fatto di non poter intervenire sulla struttura della casa se non in minima parte in modo tale che essa si possa conservare così come era quando fu abitata da Tolkien e dalla sua famiglia. Proprio per questo motivo gli attuali proprietari hanno riscontrato negli anni numerose difficoltà nella vendita, ed il prezzo dell’abitazione è andato man mano a calare.
È infatti a questo punto della storia che entra in scena il Project Northmoor, messo in piedi da Julia Golding, scrittrice britannica celebre per la sua serie Cat Royal e The Companions Quartet, circa un mese fa, quando il prezzo della casa è stato ulteriormente abbassato a 4,5 milioni di sterline. Il progetto della Golding si prefigge l’obiettivo di tutelare la dimora le cui mura sono testimoni delle favolose storie scaturite dalla fantasia di Tolkien come favole per i suoi bambini e diventate poi uno dei bestsellers più amati nella storia del genere fantasy: poterne fare il primo museo dedicato allo scrittore, favorire l’apprezzamento pubblico e la conoscenza delle sue opere, promuovere le arti della letteratura e della lingua. “La base dei fan è enorme, Tolkien è stato altrettanto influente di Jane Austen, Charles Dickens e Thomas Hardy, ma non c’è nessun centro a lui dedicato in nessuna parte del mondo” ha affermato Julia Golding in un’intervista al New York Times.
Con la formazione del Project Northmoor l’agenzia immobiliare Breckon and Breckon, che si occupa della villetta di Oxford, ha deciso di sospenderne la vendita per tre mesi in modo tale da poter dare l’opportunità all’organizzazione di tentare di salvare dalle “grinfie” di un acquirente privato la casa dello scrittore riconoscendola come “una parte importante della storia di Oxford“. Grazie a questa opportunità Julia Golding ha potuto organizzare un’operazione di crowdfunding (finanziamento collettivo) per raggiungere in tre mesi la cospicua cifra di 4,5 milioni di sterline e poter salvare la casa. Non senza polemiche e contrasti, il progetto va avanti e fiorisce coinvolgendo tutti i fans delle due saghe ambientate nella “terra di mezzo”. Tra i sostenitori del progetto troviamo anche gli interpreti dei personaggi delle saghe cinematografiche Sir Ian McKellen (Gandalf), Jhin Rhys-Davis (Gimli) e Martin Freeman (giovane Bilbo Baggins).
Nonostante tutta la partecipazione fino ad oggi raggiunta, l’obiettivo di raccogliere 4,5 milioni di sterline sembra ancora un’impresa ardua, anche se di certo non paragonabile a quelle intraprese dagli Hobbit protagonisti di entrambe le saghe. “Non potremo mai raggiungere questo obiettivo senza l’appoggio dei fans di Tolkien in tutto il mondo” ha detto Ian McKellen in un video postato sul sito dell’iniziativa. Infatti a nessuno è negata la possibilità di contribuire alle donazioni per sostenere il Progetto Northmoor, anche solo acquistando qualche articolo dallo shop sul sito ufficiale dell’organizzazione (https://www.projectnorthmoor.org/).Tutte le donazioni sono dunque accettate, ma verranno assegnati premi speciali a coloro che contribuiranno maggiormente, quali vedere il proprio nome inciso sulla lista dei contributori all’ingresso della villetta, ricevere un invito per eventi esclusivi, o anche pernottamenti per una serata da sogno tra elfi, nani, maghi e draghi. L’appello lanciato dagli attori e dai sostenitori del progetto ai fan di Tolkien, a cui si sono uniti anche il celebre attore britannico Sir Derek Jacobi, e Annie Lennox, che nel 2004 ha vinto l’oscar per la miglior canzone originale con “Into the West” da “The Lord of the Rings: The Return of the King”, con un video diffuso su tutti i social-media, ha ormai fatto il giro del mondo rendendo di dominio pubblico e globale l’impresa stoica per il salvataggio della casa dell’autore, segno che l’opera di Tolkien è ancora viva e amata più che mai.