Per noi fiorentini è un dovere tenere sotto controllo le condizioni dell’Arno e degli altri fiumi della città, soprattutto a seguito degli eventi dell’anno scorso e memori dell’enorme, tragica, eredità degli eventi del 1966.
Anche solo osservando le foto del nostro fiume in questi giorni non si può non rimanere impressionati, e in qualche caso spaventati, dall’altro volto dell’Arno che siamo abituati a vedere scorrere placido sotto i remi dei canottieri. Questo cambiamento è stato, ovviamente, dovuto alle piogge torrenziali degli ultimi giorni che hanno notevolmente aumentato la portata del fiume il quale, domenica 5, a seguito dell’allerta meteo arancione del giorno precedente, è arrivato addirittura a superare il primo livello di guardia con un’altezza di 3,19 metri (dati registrati dalla stazione della Protezione Civile presso gli Uffizi). E sempre a proposito dei Canottieri; il 6 dicembre l’acqua ha sommerso parte della loro scaletta all’altezza del Lungarno de’ Medici, mentre la Protezione Civile puntualizzava: “Ci sono alti e bassi. Nelle prime ore del mattino abbiamo registrato onde di piena ad Incisa, con la situazione che si è assestata nel corso della mattinata. Stesso problema anche nell’Aretino, dove il fiume nasce”. 1)
Fortunatamente i danni si limitano ai disagi causati dagli allagamenti e da qualche frana avvenuti un po’ lungo tutto il corso del fiume, senza nessun ferito né danni importanti.
Insomma, nel complesso si può stare molto più tranquilli rispetto all’anno scorso quando il corso d’acqua ci ha spaventato con il suo impressionate incremento di portata, ma soprattutto in rapporto con quella tragedia che fu l’Alluvione del 4 Novembre del 1966 che arrivo a contare trentacinque morti.
Anche se ne è passata d’acqua sotto i ponti, il ricordo di 54 anni fa è ancora vivido nella mente di chi c’era, e che tutt’oggi, quando si sente che l’Arno è in piena, sono proprio loro i primi a presentarsi sulle spallette e sugli argini del fiume per controllare la situazione. Ad esempio tra questi c’è il signor Gianfranco che racconta di come quella piena arrivò all’improvviso e di come suo padre lo portò in salvo portandolo sulle spalle in mezzo all’acqua, insieme al resto della famiglia salvandosi con l’aiuto di qualche vicino che, nella disperazione, gli lanciò una cinghia di una tapparella a cui aggrapparsi.
Oggi siamo molto più organizzati potendo prevedere l’evolversi della situazione fluviale attraverso l’uso di strumenti sempre più all’avanguardia e nuove opere di prevenzione, come le casse di espansione che l’anno scorso ci hanno salvato. Inoltre la Protezione Civile ha iniziato da alcuni anni a portare avanti un progetto di prevenzione che inizia dalla formazione dei giovani fin dalla scuola elementare riguardo a come comportarsi in determinate situazione d’emergenza.
Insomma per chiudere in bellezza questo anno non così tanto fortunato si preferirebbe restare all’asciutto e tenere sotto controllo il nostro fiume che ancora una volta ha superato il colmo della piena e sta tornando alla normalità.
- Fonte: https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/20_dicembre_06/firenze-arno-sopra-primo-livello-guardia-cure-evacuate-8-famiglie-d863ba3c-37ad-11eb-8a3d-c9875b4e7de3.shtml