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“La polizia non va in piazza per attaccare nessuno”. Firenze, la voce delle forze dell’ordine.

Come già successo nelle giornate precedenti al 30 ottobre in altre città italiane, anche nel capoluogo toscano gruppi di cittadini hanno deciso di scendere in piazza per manifestare civilmente; ne è un esempio la manifestazione che si terrà a Firenze mercoledì 4 novembre, autorizzata dalla Questura, da parte di tutte le categorie di lavoratori che si sentono danneggiate dal nuovo decreto del 25 ottobre (e forse ancor di più da quello ormai prossimo venturo): ristoratori, commercianti e molti altri. Venerdì 30 ottobre invece sempre a Firenze ha avuto luogo una manifestazione non autorizzata, degenerata in scontri tra la polizia e i manifestanti. Siamo riusciti ad intervistare un componente di un corpo delle Forze dell’Ordine, il quale ci ha rilasciato interessanti informazioni su quanto accaduto nella notte di venerdì scorso. Per ovvi motivi il nome della persona, che ringraziamo della sua disponibilità, rimane coperto.

Un racconto dettagliato di quello che è successo

Venerdì 30 ottobre a Firenze come in altre città d’Italia, ci sono stati disordini. Firenze non si sottrae alla reazione della piazza alla stretta dovuta ai nuovi provvedimenti governativi: infatti, alle ore 21 era prevista, lungo le vie del centro cittadino, la manifestazione indetta dalle categorie commerciali contro le misure anti-Covid stabilite dal Governo. Una manifestazione non preavvisata alla Questura e annunciata con un tam tam sui social network per protestare contro il Dpcm. La manifestazione però, come già accaduto altrove, vedeva la presenza di forze esterne al mondo commerciale, infatti i commercianti hanno preferito lasciare la piazza per evitare pericoli alla loro incolumità.

Come sono iniziati i disordini e come si sono articolati?

“La serata ha visto la presenza, in piazza della Repubblica e nelle vie limitrofe, di gruppi di giovani, per lo più incappucciati e travisati da sciarpe e bandane. Dall’altra parte le FF.OO., Forze dell’Ordine, schierate a difesa della incolumità dei passanti, delle attività commerciali aperte nella zona, dei liberi cittadini e del diritto di manifestare. Ci tengo a precisare che la Divisa, sia della Polizia piuttosto che dei Carabinieri o di altra Forza Armata, soprattutto in questi casi è vista come espressione dello Stato Centrale, quindi un facile obiettivo di chi è contro il cosiddetto Potere economico e politico. Detto ciò appare conseguenziale come, in occasione delle più disparate manifestazioni di piazza, facciano la loro comparsa varie categorie di giovani, provenienti dalle più disparate categorie sociali, le quali danno libero sfogo alle loro personalità, quando non siano politicamente dirette o influenzate. Alla luce di tutto questo, si può capire bene come gli scontri di venerdì 30 ottobre non sono iniziati per una scintilla particolare. Le FF.OO., che hanno lo scopo di tutelare la sicurezza pubblica, l’incolumità di tutti i cittadini e la libera convivenza degli spazi pubblici, si sono viste fronteggiare da centinaia di giovani che cercavano di sfondare il cerchio di protezione per lo scopo di portare scompiglio al centro storico.”

La manifestazione in questione, come ha avuto inizio e in che modo è degenerata?

“Ogni manifestazione pubblica, cosi come un corteo, va preventivamente autorizzata dalla locale Questura, entro 3 giorni dalla manifestazione: gli organizzatori devono presentare un apposito programma, contenente i nomi dei responsabili o referenti della manifestazione, indicando anche il percorso che il corteo intende effettuare; saranno poi gli Uffici della Questura ad autorizzarne lo svolgimento, con la facoltà di cambiare il percorso per motivi logistici, di sicurezza o di opportunità. Specifico questo perché, i gruppi giovanili non meglio identificati, non avevano alcuna autorizzazione a manifestare, né si erano fatti preventivamente identificare. Lo scopo della presenza di questi giovani, per lo più tra i 18 e i 30 anni, si manifestava subito nel momento in cui si cominciarono a rovesciare i cassonetti, a lanciarli contro le Forze dell’Ordine, a distruggere ogni pianta o oggetto che incontravano lungo il cammino, tendendo anche a distruggere quelle parate in legno che i commercianti avevano posto preventivamente a protezione delle loro vetrine. Molti motorini in sosta furono rovesciati, fatti a pezzi e lanciati verso le Forze dell’Ordine; alcuni manifestanti nascondevano delle bottiglie “molotov” (bottiglie di vetro riempite di alcool, con una miccia in cima) che venivano ripetutamente lanciate all’indirizzo dei poliziotti. Solo a quel punto la Polizia rispondeva col lancio dei lacrimogeni, allo scopo di disperdere i manifestanti e liberare le strade per la libera fruizione dei cittadini. Va sottolineato che alcuni piccoli e sporadici gruppi di commercianti, durante gli scontri, sostavano nella vicina piazza Duomo, protetti da un altro cordone delle FF.OO.”

Quali sono stati gli obiettivi maggiormente colpiti? Quanti feriti ci sono stati in conseguenza alla rivolta?

Come in molte manifestazioni ad alto rischio di infiltrazioni, sono pochi i liberi cittadini che vi partecipano. In questo caso si può affermare che la manifestazione è stata annullata e sostituita dagli atti vandalici di questi gruppi di giovani. Gli scontri sono poi durati fino a notte inoltrata, con la Polizia che prontamente interveniva su segnalazione di cittadini o perché provenivano rumori dalla vicina piazza Stazione piuttosto che da altre strade dove, i teppisti, continuavano, durante il loro allontanamento dal centro, a distruggere auto e motorini parcheggiati; in qualche caso anche la rottura di qualche vetrina, così come è accaduto ad un bar nei pressi di Santa Maria Novella. Gli scontri hanno provocato il ferimento di una decina di appartenenti alle Forze dell’Ordine, i quali sono dovuti ricorrere alle cure dei Sanitari per il lancio di petardi, per le bruciature dovute ai bengala, per dei tagli sparsi dovuti al lancio di bottiglie di vetro o per le contusioni dovute al lancio di pietre. Tutti, ad ogni modo, guaribili in pochi giorni e pronti a rientrare in servizio. Al vaglio degli inquirenti vi sono le immagini registrate che daranno la possibilità di identificare e di poter arrestare eventuali teppisti. Lo scopo primario delle Forze dell’Ordine è quello di riportare la calma e la libertà nelle piazze italiane; solo successivamente, servendosi dei mezzi tecnici e delle squadre investigative, identificare i responsabili ed assicurarli alla Giustizia.”

Chi sono stati esattamente i provocatori di tale rivolta, chi ha attaccato chi?

Premesso che, come già sottolineato, la Polizia non va in piazza per attaccare nessuno, nessun gruppo e nessuna organizzazione di qualsiasi colore politico si tratti: la Polizia si articola soltanto ed esclusivamente a difesa della libertà democratica, della Prevenzione e della Sicurezza Pubblica e in aiuto di chiunque ne faccia richiesta. Detto ciò, la Forza pubblica si muove a difesa della libertà di tutti prevenendo qualsiasi attacco alla libertà, piuttosto che alla difesa dei monumenti storici italiani che, più volte vengono attaccati da teppisti in queste occasioni (ricordiamo la Fontana della Barcaccia, realizzata dal Bernini e danneggiata dai tifosi olandesi presenti a Roma). Sarà cura degli investigatori scoprire se i vandali della rivolta appartengono ai centri sociali toscani, piuttosto che ai gruppi di estrema destra o sinistra oppure siano soltanto dei bulli che imperversano nelle strade della nostra città. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.”

Le manifestazioni serie ed autorizzate vengono però messe in ombra da gruppi di cittadini, che tutto sono tranne che lavoratori indignati per il decreto, che scendono in piazza esclusivamente per provocare disordini. Tutto questo sicuramente non aiuta il nostro paese che si ritrova già a dover combattere contro il coronavirus.

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