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PALLACANESTRO: dopo 10 anni di digiuno i Lakers tornano a vincere

Si sono concluse le NBA Finals 2020 che hanno visto vincitori i Los Angeles Lakers di Lebron James ed Anthony Davis al termine di 6 gare al cardiopalma.
Nulla da fare per gli eroici Miami Heat di Jimmy Butler, che si sono dovuti arrendere solamente di fronte al talento dei gialloviola.

Al termine di una gara 6 finita 106-93 i Lakers conquistano il loro 17° anello, raggiungendo i Boston Celtics in vetta all’albo d’oro. La gara è sempre stata in mano ai gialloviola, sin dalla fine del 2° quarto che vedeva la squadra dell’Ovest avanti di 28 lunghezze.
Non sono bastati i 25 punti di Adebayo, rientrato in gara 5 dopo un infortunio alla spalla, ed i 12 di Jimmy Butler, colui he aveva riacceso gli animi e le speranze dei tifosi di Miami dopo due eroiche e sontuose prestazioni in gara 3 ed in gara 5, che hanno portato alle due vittorie di Miami. Il padrone della gara però, e della serie in generale, è stato un altro: Lebron James.
La Stella di Los Angeles ha chiuso l’ultimo gara con una prestazione dominante, andando anche in tripla doppia (28 punti 14 rimbalzi 10 assist) e tenendo il controllo della partita per tutta la sua durata.
Inoltre la tripla doppia di media sfiorata durante queste finals gli ha consentito di diventare anche MVP della finals (most valuble player), il primo a riuscirci con tre squadre diverse e l’unico insieme a Michael Jordan e Bill Russel a diventarlo per quattro o più volte. Il merito della vittoria dei Lakers non va però solo a Lebron, bensì anche ad Anthony Davis; il giocatore ex New Orleans ha garantito un apporto fondamentale alla squadra gialloviola, sia in attacco che in difesa. Insieme a Lebron ha formato la miglior coppia di questa stagione e, probabilmente, una degli ultimi anni, capace di essere sempre determinante al momento giusto.
La dedica per la vittoria del titolo non poteva essere per altri se non per Kobe Bryant, la bandiera storica dei gialloviola, il simbolo della franchigia, tragicamente scomparso lo scorso 26 gennaio. I giocatori dei Lakers sembra quasi che fossero in missione e che stessero giocando per lui ed in sua memoria. Non era solo la voglia di vincere personale a spingerli ma anche qualcosa in più. Fra l’altro il titolo mancava da 10 anni, l’ultimo proprio vinto con Kobe alla guida.

Il cammino delle due squadre durante i playoff è stato decisamente differente: se da un parte abbiamo i Los Angeles Lakers che sono arrivati in finale senza troppi problemi, dall’altra abbiamo i Miami Heat che sono stati la vera rivelazione dei playoff.
La squdra di Los Angeles ha incontrato i primi problemi solo alle finali di Western Conference, dopo aver battuto agevolmente Portland e Huston, nella serie contro gli ostici Denver Nuggets, squda capace di eliminare i Los Angeles Clippers che erano considerati seri candidati per la vittoria finale. Anche Denver alla fine però non ha potuto nulla contro i gialloviola.
Ben più tortuoso è stato il percorso dell’altra finalista. Al primo turno Sono riusciti a battere agevolmente la squdra di Indiana con un secco 4-0. Nelle semifinali però si sono dovuti scontrare contro i Milwaukee Bucks, altra squadra favorita alla vittoria finale, grazie soprattutto alla sua stella e due volte MVP della regular season Giannis Antetoukumpo. Miami dà prova di grande organizzazione e grande spirito di squdra, riuscendo a contenere la stella di Milwaukee e a battere la squadra di Wisconsin. Nella finale di conference la squadra di South Bach affronta i Boston Celtics in una delle serie più bella di questi playoff. Miami riuscirà a spuntarla solamente al termine della settima gara.

Le partite della serie sono state abbastanza combattute. Sia gara 1 che gara 2 sono terminate con un minimo vantaggio della squdra di Los Angeles, dove il talento di James e Davis hanno fatto la differenza. Inoltre in gara uno i Miami Heat hanno perso due pezzi importanti del poster quali Goran Dragic e Bam Adebayo; il secondo riuscirà a rientrare in gara 4 mentre il primo farà solo una breve apparizione di gara 6.
Poi in gara 3 sale in cattedra Jimmy Butler e con una prestazione al limite del normale (45 minuti su 48 giocati, 40 punti 11 rimbalzi e 13 assist) riesce a ribaltare le sorti dell’incontro e a prevalere sull’avversario. Inutili sono stati 25 punti di James. Gara 4 vede una grande prestazione del due Davis-James che insieme combinano per 50 punti portando alla vittoria i gialloviola. Gara 5 vede come protagonista di nuovo Butler, con un altra prestazione fantascientifica (47 minuti giocati su 48, 35 punti 11 rimbalzi 11 assist) che riesce ad imporsi sui Lakers nonostante una prestazione da 40 punti di LBJ. Infine gara 6 che ha consacrato i gialloviola campioni NBA 2020.

Termina così una delle stagioni più strane ed insolite della NBA, che ha visto le squadre contendersi il titolo senza tifosi nella bolla di Orlando. C’è da dire che la bolla è stata un successo, tant’è che un modello simile potrebbe essere riutilizzato in futuro se il discorso covid dovesse durare ancora a lungo.

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