Non arrivano notizie confortanti dai numeri, in costante crescita, dei contagiati di Covid-19. In tutto il mondo si sta verificando un aumento generale di casi e il mondo del calcio è sempre più coinvolto negli ultimi giorni.

Quello che sta succedendo ha dell’incredibile: si deve giocare il big match ella terza giornata Juventus-Napoli domenica 4 ottobre alle 20:45, il Napoli il giorno precedente è in procinto di partire per Torino, ma viene bloccato in Campania dalla ASL e dalla regione, mentre Juventus e Lega calcio ribadiscono che la partita si giocherà. Questo porterebbe a una sconfitta a tavolino 3-0 dei partenopei a meno di ricorsi.

Tutto è iniziato durante la giornata precedente del campionato, lo scorso sabato 26 settembre, quando il consueto giro di tamponi previsto 48 ore prima della partita ha rilevato un positivo nel Genoa: il portiere Mattia Perin. La squadra dunque è stata sottoposta a un altro tampone, a cui è risultato positivo un altro giocatore, Lasse Schone. Il Genoa è comunque andato a Napoli, dove si è svolta la partita tra genovesi e partenopei, che si è conclusa con una vittoria clamorosa della squadra di casa contro un Genoa evidentemente frastornato dalla situazione: 6 a 0!

Nei giorni successivi tuttavia è scoppiato un vero e proprio focolaio nel club genovese: i tesserati positivi sono cresciuti di giorno in giorno in modo sconcertante, fino ad arrivare a 22, di cui 17 giocatori. Dunque è arrivata l’inevitabile decisione della Lega Calcio di rinviare a data da destinarsi Genoa-Torino, che si sarebbe dovuta disputare il 4 ottobre. Durante il Consiglio di Lega svoltosi per questa situazione è stato anche deciso la regola da adottare in questi casi: come dice il protocollo UEFA, una partita viene disputata regolarmente se una squadra ha 13 giocatori, di cui un portiere. In più è stato aggiunto che se un club avesse 10 o più contagiati in squadra avrà una sola volta nel corso della stagione la facoltà di chiedere il posticipo della partita. Nelle altre situazioni, se una squadra deciderà o sarà impossibilitata a scendere in campo, subirà una sconfitta 3 a 0 a tavolino. Da queste regole sono escluse la Supercoppa, le semifinali e la finale di Coppa Italia, per le quali le squadre qualificate avranno a disposizione un secondo “jolly”. Pertanto il Genoa ha esaurito il suo bonus rinvio.

Dei 16 genoani (11 titolari e 5 subentrati) che hanno preso parte alla partita di Napoli, ben 12 sono attualmente positivi. Dunque l’attenzione si è spostata sulla squadra partenopea, i cui giocatori sono stati sottoposti a 3 tamponi nell’arco della settimana: al primo tutti negativi, ma al secondo è stata rilevata la positività del calciatore polacco Piotr Zielinski e di un membro dello staff; al terzo è risultato positivo un altro giocatore, Elmas.

La situazione del Napoli era analoga a quella del Genoa di una settimana prima, quindi c’era la preoccupazione che allo stesso modo scoppiasse un altro focolaio. Con una situazione del genere, per il regolamento della Lega, si sarebbe dovuto giocare comunque Juventus-Napoli, ma nel pomeriggio di sabato 3 ottobre è esploso il caos: la ASL Napoli 1 ha bloccato la partenza della squadra per Torino, costringendo tutti i giocatori a un isolamento fiduciario (la quarantena) di 14 giorni. Dall’altro lato la Lega ha confermato il regolare svolgimento della partita, come da protocollo. La Juventus si è dunque regolarmente presentata all’Allianz Stadium per disputare la partita, come se fosse tutto regolare. Alla luce di quello che sta succedendo si prospetta un 3 a 0 a tavolino per i bianconeri e un punto di penalizzazione per i partenopei, con conseguente reclamo della società napoletana.

Partendo dal presupposto che la salute deve venire prima di tutto e in special modo allo sport e al calcio, bisogna dire che nel protocollo Lega c’è scritto chiaramente che nel caso di una positività si debba andare in isolamento fiduciario, potendo comunque disputare una partita se i tamponi effettuati sono negativi (questa è una concessione approvata dal Governo ad hoc per il calcio professionistico). Il Napoli, dal canto suo, non ha colpe, poiché gli è stato impedito di raggiungere Torino a causa di forze maggiori (l’ASL) e nel protocollo FIGC è specificato che una squadra con un caso di positività deve concedere l’autorizzazione agli spostamenti.

C’è stato dunque una differente valutazione dell’ASL in questa situazione specifica, rispetto ad altri casi di Covid in Serie A che non hanno bloccato alcuna partita (fa eccezione Genoa-Torino per motivi previsti dal protocollo della Lega).

Ma il Napoli è veramente esente da colpe? Se l’ASL ha bloccato la loro partenza potrebbe esserci stato un motivo in più: da quanto è emerso infatti il Napoli non avrebbe attivato l’isolamento fiduciario di tutta la squadra alla notizia del primo caso di positività, arrivata lo scorso mercoledì; al contrario la Juventus, essendoci stati 2 tesserati positivi che avevano avuto contatti con il gruppo squadra, ha subito attivato la quarantena nella struttura indicata dalla società come da protocollo FIGC e nessuno ha impedito alla squadra bianconera di scendere in campo domenica sera.

Le immagini dello stadio con solo una squadra che si è presentata non hanno fatto fare una bella figura al calcio italiano, tutto questo è stato assurdo e surreale, forse si sarebbe dovuto usare il buonsenso e rinviare la partita a data da destinarsi, andando a creare però un precedente clamoroso, oppure ci sarebbe dovuta essere una presa di posizione forte da parte del Governo, in particolar modo del Ministro dello Sport e del Ministro della Salute, che avrebbero potuto impedire tutto questo caos.

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