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La scuola ai tempi del coronavirus, diario semi-serio del rientro a scuola. Rigorosamente igienizzato…


Mi è stato chiesto di raccontare del rientro a scuola, l’idea era quello di narrare in modo serio e intelligente tutto quello che è cambiato, magari facendo trasparire un po’ di curiosità ed emozione (una sorta di sviolinata insomma), e sia chiaro probabilmente lo farò pure ma la mia coscienza da studente non lo avrebbe sopportato , quindi non arrabbiatevi se metterò qualche verità personale (ma neanche troppo).

14 Settembre 2020, dopo esattamente 193 giorni dalla chiusura totale di ogni scuola di ogni ordine e grado, molti studenti italiani sono pronti al rientro sui banchi (che meraviglia), forse saranno banchi con le rotelle (lo ammetto sarebbe stato figo averli) o forse, molto piu’ probabilmente, saranno i soliti banchi vecchi e malandati con disegni incisi sopra che a confronto le migliori opere di Raffaello erano scarabocchi per bambini ,ma distanziati fra loro di almeno un metro.
Temperatura misurata, mascherina indossata, gel igienizzante che a forza di metterlo sembra avere una seconda e pure terza pelle , sono pronto a presentarmi davanti al mio liceo, che, non avrei mai creduto di poterlo dire, mi e’ mancato (o forse no) .
Mi sono mancati i compagni che ritrovo, felici e smarriti esattamente come me, (anche se li incontravo tranquillamente durante l’estate ma facciamo finta che sia rimasto emozionato dal ritorno a scuola).
Felici di essere di nuovo insieme e smarriti perche’ le regole imposte dal distanziamento sono dure da rispettare alla nostra eta’ e qua fidatevi che sono sincero, ormai la ricreazione è diventata l’ora d’aria ma di 15 minuti, finisce che ci muoio lì dentro.
Per noi adolescenti i gesti, spesso, sono piu’ significativi di tante parole e non poter abbracciare un amico che non vedo da tempo ma limitarmi ad uno sguardo e’ frustrante.
Dopo l’ingresso scaglionato che tutto sommato ha evitato eccessivi assembramenti (anche perché non volevo nessuno intorno prima , figuriamoci ora) , la corsa al posto migliore in classe quest’anno perde completamente di significato.
Che senso ha sedermi accanto al mio migliore amico se con lui sara’ impossibile bisbigliare ad un metro di distanza? E soprattutto come faro’ nelle verifiche? Seriamente non posso più scroccare fogli e penne? Io l’astuccio lo portavo a scuola per educazione , mica lo usavo.
Per i ragazzi di prima significa non “scoprire” la nuova scuola ( forse meglio per loro) e per noi dell’ultimo anno significa non poter girare nei corridoi con aria di chi sa che quel posto è suo e l’ha vissuto per 4 anni.
A parte gli scherzi, ma la situazione e’ veramente triste al momento e non oso pensare cosa potra’ accadere in inverno con i primi malanni di stagione? (Anche se io aspetto più che altro la primavera, tempo che tornino le varie allergie tante care cose e vi saluto dal divano di casa mia) .
Al primo colpo di tosse si scatenera’ il putiferio in classe? Saremo “confinati” nella stanza Covid, che ogni scuola dovrebbe aver predisposto, fino a che qualche anima buona non ci venga a prelevare? .
Fare tamponi per poter dimostrare a tutti la nostra negatività (in tutti i sensi) , sara’ il nostro nuovo divertimento , ormai scoprire di avere una nuova mascherina in tasca sarà un po’ come i trovare i famosi dieci euro lasciati nel vecchio giubbotto.







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