È il 26 agosto 2020, ore 16 italiane. I Milwaukee Bucks non giocano, boicottando così la partita di playoff, gara 5 del 1° turno con Orlando. Decidono di non giocare per protestare contro l’ennesimo atto di violenza da parte della polizia statunitense nei confronti di un afroamericano. Decidono di non giocare per Jacob Blake, a cui un poliziotto americano ha sparato sette volte nonostante non ci fosse il bisogno di utilizzare l’arma, e perché l’episodio in questione ha preso luogo nello stato del Wisconsin, stato d’origine del Milwaukee Bucks. Una vittima innocente, secondo le ricostruzioni dell’accaduto e secondo ciò che vediamo nel video di un passante, un po’ come era accaduto per George Floyd, dove si può notare l’agente di polizia che prima blocca Jacob e poi fa fuoco per ben 7 volte.
Per questo motivo la squadra del Wisconsin ha deciso di non giocare la partita del 26 agosto, creando così un effetto domino che ha fatto sì che non si giocasse né la partita successiva fra gli Oklahoma City Thunder e gli Houston Rockets, né la partita del giorno dopo fra i Portland Trail Blazers e i Los Angeles Lakers. Inoltre anche gli Orlando Magics, che erano i rivali dei Milwaukee Buck, hanno deciso di aderire alla protesta rifiutando la vittoria a tavolino che sarebbe spettata loro di diritto. Anche gli arbitri all’interno della bolla di Orlando si sono riuniti per marciare in segno di protesta contro questa ingiustizia. E i proprietari delle squadre si sono detti favorevoli alla protesta e molte squadre tramite i profili social hanno spronato i propri sostenitori a chiedere giustizia per questi fatti.
La protesta non si è limitata solo alla NBA però: infatti le giocatrici della WNBA, il campionato di basket americano femminile, sono scese in campo con delle maglie sulle quali erano presenti sette buchi, mentre sono state anche boicottate alcune partite di MLS (il campionato di calcio americano) e di MLB (il campionato di baseball americano). Inoltre anche lo US Open, uno dei 4 grandi Slam del tennis, inizialmente doveva essere annullato per questo motivo, anche se prenderà ugualmente luogo fra io 31 agosto ed il 13 settembre.
La protesta contro il razzismo ha colpito tutto il mondo dello sport americano con un effetto domino inaspettato e sorprendente.

Dopo i fatti accaduti in NBA la Lega si è rivolta ai giocatori per capire se fosse il caso di portare a termine la stagione o se fosse meglio concluderla. Alla fine è stato deciso di portare a termine il campionato e di far svolgere le gare perse per i boicottaggi durante il fine settimana.
Perciò anche quest’anno, salvo avvenimenti epocali, la NBA avrà un vincitore ma un segnale forte e chiaro è stato lanciato dal mondo dello sport.

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