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Sandra Bartolini lascia il Leo: un caro saluto da tutta la redazione.

La scuola? Questa sconosciuta su cui tutti comunque hanno qualcosa da dire, di solito per parlarne male. Non che manchino i motivi ovviamente, come per qualsiasi altra istituzione umana: il fatto è che ci sarebbero anche delle ragioni per parlarne bene, ma queste di solito interessano meno o non fanno “notizia”.

Oggi abbiamo voluto ritagliarci questo spazio per parlare di una di quelle persone che fanno della scuola una sorta di miracolo quotidiano: una persona che, per sua fortuna ma non certo nostra, si godrà da domani il meritato riposo dopo un quarantennio di duro lavoro tra banchi e affini.

Sandra Bartolini non è solo una validissima docente di matematica del liceo Leonardo da Vinci: da molti anni ormai era la “vice”, il vicario del dirigente scolastico. In questa veste, noi del LM abbiamo molto da ringraziarla: sia perché è stata sin da subito una delle più entusiaste sostenitrici del nostro progetto, sia per il grande aiuto che ci ha dato mettendo i ragazzi in condizione di trasformarsi da studenti in reporter e intervistatori anche in orari …. non sempre consentiti. Oltre a questo, Sandra ha seguito sempre con entusiasmo e simpatia la nostra produzione, aiutandoci a combattere quello che è forse il nemico n.1 di qualsiasi pubblicazione, cartacea o online: il refuso, che si nasconde diabolico anche dopo due o tre letture dell’autore o del revisore. E da questo punto di vista, speriamo che il pensionamento non affievolisca, ma al contrario rafforzi questa meritoria e per noi preziosissima attività.

Ma al di là del fondamentale aiuto che ci ha dato in questi difficili anni, vogliamo ringraziare Sandra Bartolini perché per noi è stata un vero modello di come si dovrebbe (e non sempre ci si riesce) prendere il lavoro quotidiano in quel contesto particolarissimo, delicato ed estremamente complesso che è una istituzione scolastica: sorta di “bolgia dantesca” in cui si affrontano quotidianamente qualche centinaio di studenti (nel caso del Leo circa un migliaio), varie decine di docenti, collaboratori scolastici più….eventuali e varie. Tutti (o quasi) con qualche problema, con qualche esigenza, con qualcosa di urgentissimo da fare o da dire, ovviamente con precedenza assoluta rispetto agli altri.

Ebbene, entrare nell’ufficio di Sandra aveva a volte un che di ….surreale, un misto tra un quadro di Dalì e una comica anni venti; la si poteva vedere contemporaneamente rispondere a un telefono (se non a due), firmare una giustificazione o qualche documento, rispondere a un paio di persone insieme e tenere a bada una fila scalpitante che lamentava studenti lasciati incustoditi o qualche altra calamità che si sarebbe abbattuta sul nostro povero liceo se non fosse stata accordata immediatamente udienza.  Il miracolo non era solo riuscire a tener testa a tutto questo praticamente ogni giorno (quando poi non c’era qualche …imprevisto) ma anche il resistere sempre alla tentazione di impugnare qualche arma di distruzione di massa: quello che l’ha sempre contraddistinta è infatti il suo sorriso, la pazienza davvero degna di santificazione (che non escludeva però affatto fermezza e decisione) e soprattutto una dote oggi più rara dell’araba fenice: una grande cortesia.

Cara Sandra, il tuo stile è stato davvero unico e il nostro liceo (e quindi la scuola in generale) ti devono molto, così come il nostro LM che ti saluta tutto, dal direttore, allo staff, a tutta quanta la redazione con simpatia, gratitudine, affetto. Come dice Tolkien, le radici profonde non gelano e sicuramente il tuo rapporto con noi e con la scuola non finisce qui: ma ci mancheranno il tuo sorriso, la sicurezza della tua presenza, il sapere che Sandra c’è e veglia su di noi, pronta a trovare la soluzione a ogni problema e a rassicurarti che – tutto sommato – finché c’è scuola c’è speranza.

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