Tre mesi fa l’Italia era in pieno lockdown: uno dei pensieri che preoccupava maggiormente i giovani era quello di un’estate rinchiusi in casa, senza la possibilità di fare serata in discoteca.

Con il “decreto giugno” sembrava che il Governo avesse deciso come data di riapertura delle discoteche, insieme a sagre, fiere e congressi, il 14 luglio, ma con un’altra ordinanza il tutto è stato prorogato al 31 luglio. Il ministro della salute Roberto Speranza ha però ribadito che ogni regione può togliere queste restrizioni autonomamente, assumendosi ogni responsabilità.

In diverse regioni è stato infatti possibile tornare a ballare già da giugno: la prima è stata la Sicilia, l’8 giugno, in seguito il Lazio, il 15 giugno; in altre regioni invece hanno potuto riaprire solo locali all’aperto, come in Puglia, e in altreni locali hanno ripreso l’attività con restrizioni particolari, talvolta anche abbastanza curiose, come in Campania e Emilia Romagna dove le discoteche sono aperte con il divieto di ballare.

Anche in Toscana alcuni locali che dispongono di uno spazio all’aperto hanno ricominciato ad organizzare serate ed eventi già da giugno, ma molti hanno preferito aspettare ad aprire o addirittura hanno chiuso a causa del periodo di crisi dovuta alla pandemia e delle numerosissime regole anti-covid imposte dalle autorità, a cominciare dall’inevitabile e drastica riduzione dei posti- fino al 50% in meno rispetto alla normalità.

Una serata in discoteca ai tempi del coronavirus- se tutte le norme fossero rispettate- risulterebbe così: all’ingresso un enorme fila composta da tutti coloro che non hanno prenotato online– questo tipo di prenotazione è stata molto incentivata dagli organizzatori degli eventi, ma è probabile che anche chi non ha il biglietto vada lo stesso al locale con la vana speranza di riuscire ad entrare dentro- tutte queste persone dovrebbero stare a distanza di sicurezza di un metro con la mascherina; poi sarà effettuata la misurazione della temperatura corporea e la sanificazione delle mani; una volta entrati si dovrà andare al guardaroba, dove indumenti e oggetti personali dovranno essere riposti in appositi sacchetti portabiti, così potrà avere inizio la serata: al chiuso e dove non è possibile mantenere la distanza di sicurezza tutti con la mascherina, nella pista da ballo è obbligatorio mantenersi a due metri di distanza dagli altri, chi vuole prendere una bevuta la dovrà consumare nello spazio dedicato all’interno del locale.

Pensando a come erano le discoteche prima della pandemia, risulta impossibile immaginare che queste norme di sicurezza possano essere rispettate: gli adolescenti possono stare all’interno di un locale a due metri di distanza tra loro?

Prevedibilmente queste regole non sono state rispettate da tutti: la discoteca Tartana al Puntone di Scarlino, vicino a Follonica, in provincia di Grosseto, è stata chiusa dai carabinieri per 5 giorni, dopo che lo scorso sabato 11 luglio, giorno dell’inaugurazione della discoteca grossetana, c’erano numerosi assembramenti di ragazzi senza mascherina. Questi comportamenti sono inaccettabili, poiché possono andare a colpire la salute di tutti.

Un dato- comunicato dall’istituto superiore della sanità- che deve far riflettere è quello degli under 18 contagiati nell’ultimo mese: il 9,48 % del totale, contro il 2 % di inizio pandemia. A causare questo aumento è la movida, perciò tutte le persone e i giovani in particolare sono chiamati ad essere più responsabili per tutelare la vita di tutti. Se la gioventù italiana non riesce a rispettare queste regole, la riapertura delle discoteche non può essere considerata positiva.

Inoltre, se può aprire una discoteca, perché non si possono fare concerti, oppure non si può andare allo stadio? Se l’emergenza c’è tuttora, allora deve essere in vigore per tutti i settori.

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