Negli ultimi 25 anni sono stati scoperti oltre 4000 pianeti diversi e appartenenti a classi distinte. Recentemente un satellite della NASA che rileva esopianeti, il TESS (Transitig Exoplanet Survey Satellite), ha scoperto l’HIP 67522 b, il nuovo nonché più giovane pianeta gioviano caldo.
I gioviani caldi orbitano molto vicino alla loro stella madre, infatti sono otto volte più vicini ad essa rispetto a quanto distino Mercurio e il Sole, hanno una dimensione simile a quella di Giove, un tempo di rivoluzione di 18 ore e hanno una temperatura elevata ma sono ancora molto enigmatici per noi. Grazie però a questo nuovo pianeta rinvenuto, molti dei misteri riguardanti questi corpi potrebbero chiarirsi.
In generale questi tipi di pianeti vengono rilevati con il metodo del transito e delle velocità radiali. Il TESS rileva i corpi celesti con il metodo del transito, ma i più giovani hanno delle macchie sulla loro superficie che potrebbero essere scambiate per dei pianeti in transito, perciò solo grazie allo Spitzer Space Telescope, un telescopio ad infrarossi della NASA, ci siamo accertati che il nostro neonato è effettivamente un pianeta.
Uno studio ultimo pubblicato sull’Astronomical Journal ha evidenziato la scoperta dell’HIP 67522 b, distante 490 anni luce dalla Terra, con un diametro rispetto ad essa 10 volte più grande, costituito prevalentemente da gas ma avente un nucleo solido e che ruota attorno ad una stella ben nota agli studiosi che ha circa 17 milioni di anni. Il pianeta quindi secondo gli scienziati deve essere alcuni milioni di anni più giovane, perciò il più recente mai osservato: infatti in media i gioviani caldi hanno più di un miliardo di anni. Un fatto che non si riesce a spiegare è il motivo per cui i gioviani caldi si trovino così vicini al sole. A tal proposito sono state formulate fondamentalmente tre ipotesi: la prima è che si siano formati vicino a questa stella, la seconda che vi si siano avvicinati nel corso del tempo, la terza, e più improbabile, che vi si siano spostati per l’effetto gravitazionale di altri pianeti. Yasuhiro Hasegawa, un astrofisico specializzato nella formazione di corpi celesti presso la NASA, dice che probabilmente il rinvenimento del nuovo pianeta potrà aiutare a darci delle risposte poiché la scoperta di nuovi pianeti extrasolari è sempre un’opportunità grandiosa per gli scienziati, ma per risolvere il dilemma abbiamo bisogno di più dati. Il neonato offre anche la speranza di trovare più esopianeti e quindi di chiarire più dubbi. Come dice Aaron Rizzuto, uno scienziato dell’Università del Texas, “possiamo imparare molto sul nostro sistema solare e sulla sua storia studiando i pianeti in orbita attorno al Sole, ma non sapremo mai quanto sia unico o comune il nostro sistema solare a meno che non siamo là fuori alla ricerca di esopianeti.”