Spesso parliamo o comunque sentiamo parlare del valore della cultura e della tradizione, in particolare per quanto riguarda una città così rinomata in tutto il mondo da questo punto di vista come è appunto Firenze; città poliedrica, con un bagaglio culturale che va ben oltre lo standard della maggior parte delle città di tutto il mondo, conservatrice di antiche tradizioni ed usanze tramandate nel tempo. Ma cosa significa davvero preservare e portare sulle spalle e nel cuore valori così grandi che ci rendono unici in tutto il mondo, quali appunto quello della cultura e della tradizione? A rispondere egregiamente a questa domanda è stato Simone Ferri Graziani, presidente dell’associazione Sbandieratori Città di Firenze, che molto gentilmente, nonostante i tempi non proprio facilissimi, ci ha rilasciato una splendida intervista riguardante appunto l’attività dello sbandieratore.
Come si può definite la vostra attività? Si può considerare uno sport?
La nostra è una attività a prevalente funzione sociale e in parte culturale. Riferendoci allo sport non possiamo definirci un’associazione sportiva ma piuttosto un’associazione che ha a cuore la storia del territorio, della nostra regione la Toscana, ed in particolare del comune e città di Firenze. Definirei quindi la nostra associazione come culturale anziché sportiva, naturalmente per chi pratica questa disciplina e fa lo sbandieratore esiste anche il lato sportivo che non è indifferente. Addirittura in passato c’è stato un periodo in cui l’attività degli sbandieratori stava per essere riconosciuta come sportiva a tutti gli effetti ed essere quindi inserita tra gli sport Olimpici. Tuttavia la nostra, è un’attività che non si fonda solo sugli sbandieratori in quanto hanno un ruolo fondamentale anche i musici, figuranti, e in generale su tutte quelle attività sempre correlate ed inerenti al tema storico della città di Firenze.
Quale pensa possa essere ai giorni nostri il significato di una disciplina così antica? Per quale motivo consiglierebbe questa pratica ai ragazzi?
Dal mio punto di vista la scoperta, la riscoperta, e in particolare il mantenere quelle che sono le tradizioni, contribuisce indiscutibilmente all’arricchimento di un territorio e lo aiuta a differenziarsi dal resto rendendolo unico nonostante l’interminabile processo di globalizzazione dei nostri tempi. Noi viviamo in una città, in una regione, dove esistono molti campanili, come è solito dire, che identificano i vari quartieri e rioni. Consiglierei questa attività ad un giovane per un motivo molto semplice, il fattore determinante è quello culturale, tramite questa attività infatti chiunque ed in particolare i giovani hanno la possibilità di riscoprire usi e costumi di tempi e tradizioni passate della nostra città. Ogni quartiere infatti ha il suo colore ed i propri gonfaloni, che poi ritroviamo in tutte le bandiere. I rioni, i quartieri principali sono quattro: Rossi di Santa Maria Novella, Verdi di San Giovanni, Bianchi di Santo Spirito e Azzurri di Santa Croce, ed ognuno di questi in passato aveva quattro semi-gonfaloni in cui si divideva, arrivando ad un totale di ben sedici gonfaloni.
Qual è il rapporto che avete con gli sbandieratori delle altre città? A livello di gruppo, quanto è importante il gioco di squadra e l’ambiente?
Noi abbiamo ottimi rapporti con gli altri gruppi, facciamo parte della federazione “FISB”, (federazione italiana sbandieratori). Ci relazioniamo costantemente con molti gruppi, con i quali lavoriamo e collaboriamo attivamente anche per gestire le manifestazioni e le uscite; soprattutto con tutti quelli del comune di Firenze (essendo più vicini), per esempio gli sbandieratori della Signoria, quelli della Val Marina, quelli di San Sepolcro, di San Quirico d’Orcia e molti altri. Il gioco di squadra degli sbandieratori è fondamentale non solo per gli sbandieratori in sé ma anche per quanto riguarda tutto l’aspetto musicale, è necessario infatti andare tutti a ritmo di tamburo e quindi a tempo con la musica, lanciando le bandiere tutti insieme perfettamente sincronizzati. Occorre quindi grande fiducia e un gran affiatamento tra compagni, ogni volta che uno sbandieratore lancia la bandiera, un altro deve essere pronto a recepirla sapendo che sta arrivando. Il gioco di squadra è davvero tutto negli sbandieratori; tuttavia ogni singolo individuo ha le sue peculiarità, e per questo ci sono degli esercizi che vengono eseguiti individualmente, appunto per valorizzare le capacità di ognuno. Il singolista è colui che riesce a fare il suo spettacolo da solo, con più maestria, con più impegno e anche sacrificio essendo appunto più difficoltoso sia tecnicamente che al livello di pressione psicologica essendo al centro dell’attenzione. Oltre al singolo esiste anche la coppia e tutta una serie di altre modalità.
A livello di difficoltà e quindi anche di abilità fisiche la ritiene un’attività disponibile a tutti oppure sono necessarie delle specifiche prerogative fisiche?
Non ci sono prerogative, ma ci sono però differenti punti di arrivo in base appunto alle caratteristiche ed abilità personali di ognuno. Ci possono essere persone per esempio più portate per la musica, altre per la bandiera e altre ancora per i figuranti, oppure anche all’interno della musica ci può essere chi è più portato per il tamburo e chi per la chiarina. Queste caratteristiche fanno sì che ognuno possa trovare la propria identità sentendosi a proprio agio, diventando necessario ed utile per l’intero gruppo. Nel nostro gruppo in particolare partecipano e possono partecipare uomini, donne, adulti, bambini, giovani, non giovani e chi più ne ha più ne metta; addirittura anche persone con condizioni fisiche e di salute diverse come per esempio portatori di handicap, che non impediscono affatto lo svolgimento delle attività del gruppo ma anzi lo valorizzano con maggiore originalità e diversità. È molto importante per noi essere un gruppo inclusivo e non esclusivo, rendendo quindi questa attività accessibile a tutti senza fare esclusioni.
Al livello personale, come vivete questa disciplina? Come qualcosa di legata semplicemente al passatempo e divertimento, oppure qualcosa di più profondo di cui sentite il peso e valore culturale della tradizione?
Sicuramente tutti vivono il “peso” positivo della responsabilità che significa rappresentare una città e un territorio, ma questo naturalmente, ciascuno di noi lo vive diversamente in base al proprio modo di essere e al proprio impegno all’interno del gruppo. Come in tutte le cose c’è quindi chi lo vive con più senso della responsabilità e impegno e chi magari in maniera più ricreativa. Il singolista solitamente è colui che la prende di punta, che si mette lì, si allena, perché è una cosa che lo stimola, che lo appassiona; chi invece preferisce la vita di gruppo tende ad accontentarsi della squadra, e nel caso dei musici, è quindi colui che non vuole fare il capo, cioè il rullante. Tutto questo è tuttavia normale, è chiaro che non essere il capo dei musici porti ad un impegno più limitato, ed un obiettivo finalizzato di più alla socialità, allo stare insieme per vivere esperienze di vita, e al rappresentare un territorio anche all’estero. Noi come gruppo siamo infatti arrivati dal Giappone fino al Brasile, passando per l’Etiopia, Germania, e ovviamente Italia. Ci sono quindi sicuramente vari modi di interpretare il gruppo, ed è bello proprio questo. Per noi è davvero un grandissimo traguardo riuscire a coniugare sia l’agonismo e la passione di coloro che vogliono essere primi con la bandiera, col rullante o con la chiarina con coloro che magari si “accontentano” di rappresentare il nostro gruppo con il costume facendo il figurante e portando tutto questo in giro per il mondo e in manifestazioni benefiche partendo dalla nostra città.
Quanto è importante Il rapporto con la musica?
Mi sentirei di definirlo un rapporto intrinsecamente connesso e complementare. Noi abbiamo bisogno dell’attacco della musica e del tamburo per lanciare la bandiera in aria, creando così quel pathos nelle persone che assistono che sarebbe altrimenti impossibile senza di essa. Quando poi la bandiera viene ripresa in mano, c’è l’altro colpo di tamburo, fondamentale per la quota dello spettacolo e per l’affiatamento. Oltretutto la musica è indispensabile per andare a tempo durante tutta l’esibizione, poiché ogni colpo di tamburo corrisponde ad un movimento della bandiera, sarebbe quindi impossibile per noi riuscire a seguire il suono dei comandi senza la musica che ci comanda movimenti, passaggi e ritmi, compresa quindi la velocità a cui sbandierare.
È davvero stupendo vedere come anche nel 2020 ci siano ragazzi motivati e pieni di passione, che portano avanti assiduamente e costantemente avanti sia nel tempo che nello spazio (girando per il mondo), una disciplina che rispecchia pienamente quelli che sono i valori fondanti della città di Firenze e più in generale della Toscana ed Italia: l’Arte e la Cultura.
La cultura, ovviamente per l’immenso peso storico e della tradizione fiorentina di cui gli sbandieratori si rendono portatori, e l’arte perché nonostante le sue origini antiche, resta una disciplina costantemente in evoluzione, in grado di conciliare la bellezza di attività anche molto diverse tra loro come musica, bandiera e figuranti. Accessibile davvero a tutti, questa attività fiorentina continua a valorizzare costantemente la nostra stupenda e cardinale tradizione. Chiunque è quindi invitato ed aspettato a braccia aperte dall’associazione Sbandieratori Città di Firenze, pronta ad offrire un’esperienza davvero unica, che oltre all’aspetto più sportivo e fisico che permette di mantenersi in forma divertendosi, offre la possibilità di riscoprire con nuovi occhi il nostro passato: perché è sempre dalle fondamenta che si costruisce il futuro.
Un particolare ringraziamento per l’intervista a Simone Ferri Graziani ed a Davide Bonaiuti per il materiale fornito.
Qui sottostante potete trovare il link della pagina Instagram Sbandieratori Città di Firenze.
https://instagram.com/sbandieratori_citta_di_firenze?igshid=as47ut9cnh1q
Alcune tra le più significative manifestazioni:
− Firenze – Fiera del Cioccolato Artigianale;
− Firenze – Festa dell’Unicorno;
− Faicchio – Medievalia;
− Impruneta – Festa dell’Uva;
− Prato – Corteggio Storico;
− Roma – Festa nazionale della Coldiretti
− Monaco (Germania) – Kaltenberger Ritterturnier
− Metz (Francia) – Festa della Repubblica
− Casablanca (Marocco) – Giornata internazionale Europea
− Bilbao (Spagna) – Carnevale Basco
Ex ginnasta ed ex studente del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, attualmente studente di management engineering e imprenditore digitale.