Il 24 maggio di 477 anni fa si spengeva a Frauenburg(attualeFrombork) Nikolaj Kopernik, italianizzato in Niccolò Copernico, considerato il padre della rivoluzione astronomica, che pose le basi per la rivoluzione scientifica e importanti cambiamenti nel modo di pensare delle persone nella sua epoca.

Niccolò Copernico nacque il 9 febbraio 1473 a Thorn (Toruń) nell’odierna Polonia in una famiglia di mercanti e funzionari amministrativi. All’età di 10 anni aveva già perso entrambi i genitori e venne adottato con i fratelli dallo zio Lukas Watzenrode, che diventerà vescovo di Warmja.

A 18 anni entrò all’Università di Cracovia, dove studiò lettere e matematica per quattro anni, dove venne a contatto per la prima volta con l’astronomia. Poco dopo la laurea intraprese il suo primo viaggio in Italia, dove si trattiene per otto anni frequentando le università di Bologna, Padova, Ferrara e Roma, dove insegnò all’età di 26 anni.

Particolarmente importante sarà l’incontro con Domenico Maria Novara, già celebre astronomo, che lo accolse come allievo e stretto collaboratore.

Nel 1501, a seguito dell’elezione dello zio a vescovo di Ermia, Copernico fu nominato canonico Frauenburg.

Dal 1503 il celebre astronomo risedette presso il palazzo vescovile dove fece anche da medico allo zio fino alla sua morte. Questo non gli impedì di proseguire le sue osservazioni astronomiche e prima della fine del decennio completò il suo primo trattato astronomico: “De hypothesibus motum coelestum a se constitutis commentariolus”, noto anche come Commentariolus.

Questo trattato venne diffuso tra i contemporanei solo come manoscritto e già presentava le idee alla base della rivoluzione astronomica, che saranno spiegate e divulgate nella sua opera maggiore su cui lavorò per il resto della sua vita: “De rivolutionibus orbium coelestium”. Il testo venne stampato poco tempo prima della sua morte avvenuta il 24 maggio 1543 presso Frauenburg.

All’opera rivoluzionaria, che Niccolò Copernico dedicò al Papa Paolo III, l’amico ed editore Osiander scrisse una prefazione, in forma autonoma, dove spiegava che le affermazioni erano puramente a sfondo matematico, quindi prive di valore fisico, mentre l’autore voleva sottolineare il valore astronomico delle sue tesi.

L’astronomo, nei suoi testi, affermò che:

  • tutti i corpi celesti compiono orbite circolari intorno al centro dell’Universo, in prossimità del quale era posto il Sole
  • la Terra ruota intorno a un asse passante per i poli; a questo moto vengono attribuiti numerosi moti apparenti e noi, che ci muoviamo con la Terra, non ci possiamo accorgere di questo moto; l’apparente moto retrogrado dei pianeti, moto secondo il quale i corpi celesti sembrano rallentare e tornare indietro durante il loro moto di rotazione, è dovuto ai movimenti della Terra.
  • la distanza tra la Terra e il Sole è trascurabile rispetto alle dimensioni dell’Universo, che è ancora considerato una sfera finita,

Queste affermazioni portarono inevitabilmente a una rivoluzione astronomica, che coinvolse anche il pensiero dei contemporanei: nel medioevo si pensava che all’uomo fosse stato dato il centro dell’Universo come luogo da cui ammirare l’opera di Dio. Cambiando la posizione dell’uomo nell’Universo fu inevitabilmente colpito anche il suo rapporto con il suo Creatore.

Tuttavia il modello Copernicano presentava ancora delle debolezze: l’Universo veniva ancora considerato sferico e finito, non venne intuita la vera forma ellittica delle traiettorie dei pianeti, questo portò ad altre incoerenze dei moti celesti che costrinsero alla reintroduzione degli epicicli (movimenti di pianeti su traiettorie circolari il cui centro a sua volta si muove su un orbita circolare) e il motivo per cui il Sole è posto vicino al centro dell’Universo è solo perché è il posto più logico dove metterlo

illustrazione di un epiciclo

 Copernico non si riconosceva come colui che aveva intuito questo modello (furono in molti a pensare alla teoria eliocentrica prima di lui, primo tra tutti il filosofo pitagorico Filolao nel V secolo a.C.) ma “solo” come colui che aveva affinato i calcoli matematici che giustificavano queste teorie. Comunque la storia lo ricorda come portatore di una importante rivoluzione.

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