Il primo Earth Day il 22 aprile 1970 fu una protesta ispirata ai movimenti pacifisti degli anni precedenti in un grande momento di prosperità ma al contempo di declino dal punto di vista ambientale a causa di scarsi regolamenti su industrie ed emissioni e il crescente consumo da parte della popolazione ignara.
Quel giorno quindi 20 milioni di americani, all’epoca il 10% della popolazione totale degli Stati Uniti, scesero in strada, nei parchi, nelle università e negli auditorium per manifestare per un ambiente sano e sostenibile in enormi raduni da costa a costa.
Da allora l’evento si ripete ogni anno su scala mondiale e ha portato a grandi progressi sia a livello nazionale che nelle vite di tutti i giorni coinvolgendo oltre un miliardo di persone.
Man mano che i danni del cambiamento climatico diventano sempre più evidenti la lotta per l’ambiente e la salute di tutti diventano ancora più importanti, ecco perché l’Earth Day non si ferma nemmeno quest’anno durante l’epidemia in corso e l’impossibilità di creare raduni fisici.
Questo 22 aprile la Giornata della Terra compirà 50 anni e sarà completamente digitale e a distanza, accessibile grazie al sito dell’organizzazione che vanta più di 75000 partners e miliardi di persone coinvolte.
Sarà possibile seguire in streaming centinaia di eventi collocati in tutto il mondo o addirittura creare il proprio evento, come ha fatto Treedom, una compagnia basata a Firenze che raccoglierà le views a un loro video informativo dalla durata di meno di un minuto per un’intera settimana e per ogni mille visualizzazioni pianterà un albero: già l’anno scorso sono riusciti a piantarne più di diecimila.
Sul sito si possono trovare anche challenge a tema ambientale, informazioni, contatti e in generale tutti i mezzi per connettersi a questa immensa comunità che non si ferma durante questa crisi ma anzi ne approfitta per coinvolgere più persone possibili.
Del resto proprio questa pandemia e il lockdown sono occasioni importanti per fermarsi anche a riflettere sulle condizioni del nostro pianeta e sugli effetti della situazione.
Su questo tema si riscontrano dati disomogenei perché anche se i rivelamenti satellitari degli ultimi mesi hanno mostrato un forte calo delle emissioni di biossido di azoto (NO2) in Cina e nel nord Italia (anche se potrebbe esserci una correlazione con fenomeni atmosferici) non in tutte le zone colpite sta succedendo lo stesso.
In queste settimane abbiamo potuto ammirare evidenti effetti positivi come riduzione di inquinamento sonoro, calo del consumo idrico industriale, acque più pulite, ritorno della fauna in luoghi caratteristici e quanto altro, tutti fenomeni destinati a sparire appena finirà il blocco nei paesi colpiti.
Aldilà degli effetti sia positivi che negativi si ipotizzano alcune correlazioni tra la diffusione del virus e l’inquinamento atmosferico.
In un estratto dell’Arpat (Azienda regionale per la protezione ambientale della Toscana) si legge che “è ampiamente accertato che vi è una incidenza importante di livelli elevati di inquinamento atmosferico sulla salute umana […] le persone che vivono in un’area con alti livelli di inquinanti sono più inclini a sviluppare problemi respiratori cronici e adatti a recepire qualsiasi agente infettivo.”
Alcuni studi hanno anche portato a ipotizzare che le polveri sottili possano fare da veicolo per i virus, una teoria molto chiaccherata ma ancora incerta, sulla quale si stanno facendo molte ricerche.
Che queste ipotesi siano vere o no è comunque innegabile che il pianeta ha bisogno di aiuto da parte di tutti e la situazione attuale ci ha dimostrato che l’umanità è in grado di collaborare seriamente in momenti di crisi.
Dovremmo prendere spunto da queste giornate di lockdown per capire l’enorme potenziale di ognuno sia per la lotta contro il virus che per la salvaguardia del pianeta.
La Giornata della Terra ci ricorda che ogni piccola azione conta ma che insieme siamo più forti che mai, qualcosa su cui riflettere.
Fonti: (dati ambientali) https://atmosphere.copernicus.eu/
(link sito Earth Day) https://www.earthday.org/
(dati ambientali) http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2020/052-20/inquinamento-e-coronavirus