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DANTEDI’: 1) l’Inferno scritto da uno studente. Nel mezzo del cammin di nostra scuola….

Come sarebbe l’Inferno se Dante fosse uno studente ai giorni d’oggi?

Lasciate ogni speranza, voi che leggete… perché qui troverete qualcosa che vi toccherà da vicino.

“La scuola è diventata un Inferno” è una frase che ricorre spesso nei pensieri degli studenti, ma questa volta al povero Dante ciò accadrà letteralmente!

Chi meglio del dirigente scolastico potrebbe sostituire Virgilio, allegoria della ragione, in questo “inferno scolastico”?!

Sotto la sua guida, entra in un portone rovinato dalle scritte realizzate con bombolette spray, sfasciato dalle sassate ricevute negli anni dagli studenti in occasioni di scioperi e manifestazioni. Un grande atrio si apre davanti a loro, ma non riescono a distinguere niente a causa del buio tenebroso e confusione proveniente dai piani superiori.

 Nella penombra scorge però un’immagine possente: si tratta di un leone; risulta semplice e chiaro per uno studente, quale abbiamo immaginato Dante, identificare in esso la categoria di quei prof superbi e altezzosi, da cui è meglio stare alla larga. Non ha però neanche il tempo di realizzare ciò, quando sente strisciare sul suo piede un serpente, simbolo invece di certi prof viscidi e che non danno confidenza agli studenti, anzi sono pronti a “morderli” e “strangolarli” non appena sia possibile. Infine, sente in alto il verso di un rapace: un falco. Ogni studente conosce almeno un professore che abbia “l’udito e la vista da falco”. E i prof buoni? ovviamente quelli sono in Paradiso, o almeno in Purgatorio!

Il primo gruppo di studenti che incontra sono quelli che si trovano a metà tra piano terra e primo piano, accomunati dal fatto che non fanno religione: il Limbo!

Al primo piano, sono collocati invece gli studenti che soffrono di incontinenza, tra questi emergono: lussuriosi, (latu sensu, o se preferite con licenza poetica!) coloro che in vita non si sono mai presentati a scuola se non con vestiti firmati e all’ultima moda, adesso sono puniti dovendosi vestire con veri e propri stracci!

I golosi sono invece adesso puniti costretti a digiunare. Stare sempre alla larga da questa categoria di studenti che non fa altro che mangiare, mangiare e mangiare, o rubare/ scroccare merende!

D’altronde si deve riconoscere che spesso non viene mostrato loro neppur il minimo aiuto, in primis dagli avari che non prestano nemmeno un singolo centesimo, adesso invece costretti a comprare a tutti gli studenti merendine! Una vera tortura per personaggi simili.

Ultimo gruppo particolarmente affollato di studenti sono gli accidiosi: sapevano che avrebbero dovuto studiare, ma non hanno avuto le forze di farlo, costretti adesso a impegnarsi giorno e notte!

Al secondo piano, c’è un gruppo a cui Dante cerca di stare alla larga: i bulli, violenti contro gli altri, che adesso subiscono le stesse torture che hanno inflitto una volta ai più deboli, e i bestemmiatori, violenti contro Dio, che hanno sempre inveito contro Dio per ogni insufficienza, come se fosse colpa sua!

All’ultimo piano, Dante trova i fraudolenti; chi è più colpevole di frode se non gli “amici” che ti suggeriscono di proposito male durante i compiti?!

La parte più infima e spregevole dell’Inferno “scolastico” è l’ultima: i traditori; tra questi si notano due sottogruppi, quello dei traditori della patria, coloro che hanno cambiato scuola, e i traditori degli amici. Questi ultimi sono incatenati ai banchi di scuola, visto che ogni volta che c’era un compito in classe o di più un’interrogazione programmata, puntualmente erano assenti!

Uscito da questo Inferno, Dante scoppia a ridere perché sa che per uno studente la scuola è molto peggio di tutto ciò!

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