La storia si ripete? Non allo stesso modo certo, però…
Chissà se un giorno esisterà un altro Alessandro Manzoni? Già me lo immagino “I promessi sposi 2 ,il ritorno” disponibile in tutte le librerie d’Italia e su tutte le piattaforme digitali, si perché tra le tante descrizioni che Manzoni fa nella sua opera, la più suggestiva è senz’altro la descrizione minuziosa della peste che attanagliò Milano nel corso del 600 e la cosa sorprendente è che molti scenari descritti in quel capolavoro senza tempo li possiamo ritrovare anche oggi anche se con oltre 400 anni di distanza. Ci sarà quindi in futuro uno che narrerà le vicende dell’Italia nel 2020 alle prese con un’altra malattia? L’intento chiaramente non è quello di paragonare la peste all’odierno COVID-19 ci mancherebbe ma è altrettanto vero che ormai si sia andati oltre all’etichetta di “semplice influenza” e che la cosa non possa ormai più essere sottovalutata.
Questa volta l’epicentro dell’epidemia non è Milano, siamo sempre vicini ma un po’ più in su, a Bergamo ; nonostante ormai il virus si sia diffuso su tutta la penisola è la città Lombarda che ha i dati più agghiaccianti : oltre 4000 contagiati e dall’inizio dell’epidemia oltre 400 morti. L’emblema di quello che sta accadendo è descritto in un’immagine tanto spaventosa quanto significativa: a causa dell’eccessivo numero di defunti ormai senza più un posto dove essere riposti, il governo ha mandato ben 70 mezzi militari per trasportare i morti di coronavirus verso i forni crematori di altre regioni. L’immagine è da scenario di guerra: camion militari messi in fila che come carri guidati da monatti sono pronti a trasportare cadaveri su cadaveri verso la cremazione con la sola differenza che questa volta i morti sono riposti in delle bare e le ceneri saranno riconsegnate alle rispettive famiglie. La situazione si è rivelata più seria del previsto: nonostante le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che intimava alla popolazione di restare a casa, di evitare qualsiasi contatto con altre persone fuori dalla sfera familiare, la paura e la preoccupazione hanno portato la gente che 400 anni fa assaliva le panetterie oggi a prendere d’assalto i supermercati causando nient’altro che assembramenti di persone potenziali infette che di certo non rendono le cose più semplici. Intanto il governo ha esteso il blocco totale delle scuole cominciato il 5 marzo al 15 aprile e invitando i cittadini a tenere duro e continuare con la quarantena nelle proprie case: queste le parole del Premier Conte in un’intervista al Corriere della Sera “Le misure restrittive stanno funzionando ed è chiaro che andremo oltre al 3 aprile con la chiusura delle scuole e di molte attività aziendali” . Quello che vuole essere quindi il messaggio è che in un paese come il nostro di scenari di questo genere ce ne sono già stati, ci sono e forse ci saranno ancora in futuro; la storia però ci insegna che le persone hanno l’opportunità di cambiare le cose e come farsi prendere dal panico sia l’ultima delle soluzioni. C’è anche da dire che in questa situazione sono state molte le persone che con raziocinio si sono chiuse in casa e che sui social hanno mostrato la loro solidarietà verso gli abitanti delle zone più colpite; in questo clima avverso si è riscoperta un’unità, una fratellanza nazionale anche se le persone sono costrette a stare separate, perché tutto quello che facciamo oggi servirà a un domani in cui potremo finalmente riabbracciare le persone a noi care senza la paura di vederle andare via a causa di un male invisibile; e se mai ci sarà in un futuro più o meno lontano un nuovo Alessandro Manzoni pronto a raccontare queste vicende speriamo di potergli far concludere la sua storia con un lieto fine.