Ci siamo, tutta Italia è considerata zona rossa, luogo di alto pericolo infettivo e di contaminazione. Quello che per noi studenti era una semplice voce nell’aria è diventato realtà: con il Dpcm 9 Marzo 2020, le scuole rimarranno chiuse fino al 3 Aprile 2020 al fine di salvaguardare la salute pubblica. Già qualche giorno fa sul web girava una fake news, spacciata come fuga di notizie, in cui si parlava di un’ imminente disposizione della chiusura delle scuole fino al 5 Aprile 2020. Anche se poi il ministro Lucia Azzolina, aveva smentito tutto attraverso i suoi profili social, quello che sembrava l’inevitabile è stato solo rimandato. Una decisione che è arrivata Lunedì 9 Marzo scorso, quando verso le ore 22, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con un’edizione straordinaria, in diretta nazionale ha comunicato quelli che erano i nuovi provvedimenti presi dal Consiglio dei Ministri, per contrastare la diffusione del COVID-19, tra cui appunto la sospensione delle attività didattiche.
La domanda adesso sulla bocca di tutti e se davvero il 3 Aprile tutta questa situazione finirà, o se il virus costringerà ad una seconda proroga della sospensione attività didattiche e non solo. Docenti e studenti di tutta Italia si stanno attrezzando per poter svolgere lezioni online, ma non sempre tutto risulta essere così facile, sopratutto vista la mancanza di una comunicazione diretta fra lo studente e il docente. La preoccupazione maggiore è però rivolta ai maturandi 2020, che si trovano davanti ad una grande incognita sul come e sul quando faranno l’esame. Sicuramente le commissioni d’esame dovranno tenere conto del deficit che accomuna tutti i ragazzi, costretti a vivere un nuovo tipo di scuola. Tuttavia c’è anche chi sta proponendo di apportare delle modifiche all’Esame di Stato e alle lezioni stesse: varie proposte, che per adesso rimangono tali, che vorrebbero mirare ad aiutare lo studente che nella peggiore delle ipotesi potrebbe ritrovarsi a finire l’anno scolastico da casa…
Sono da evitare su tutto il territorio della penisola gli spostamenti, a meno che non siano motivati da tre specifiche circostanze: comprovate ragioni di lavoro, casi di primaria necessità o motivi di salute, a cui vanno aggiunte altre accortezze come il divieto di assembramenti di persone anche all’aria aperta.
Il messaggio di Conte è quello in poche parole di restare a casa, un’avvertenza che è stata ben accolta anche sul web, tanto da creare uno slogan (un hastag), che è stato condiviso in massa, da personaggi pubblici fino agli utenti più semplici: #iorestoacasa. Ma le iniziative arrivano anche al concreto, come è stato fatto da i due coniugi Fedez e Chiara Ferragni che hanno attivato una campagna di raccolta fondi che in poche ore ha superato i tre milioni di euro, o ancora le donazioni arrivate dal colosso della moda Armani e da Esselunga.
Un’ Italia solidale, unita in una situazione d’ emergenza che non ha zone primarie o zone secondarie, un’ Italia stretta attorno a medici e infermieri, che con turni impossibili sono la speranza di molti pazienti e dei loro cari. Ciò che noi cittadini possiamo fare è semplice, uscire il meno possibile poiché solo diminuendo i contagi, possiamo arrestare il virus ed è per questo che rimanere nelle proprie abitazioni è la miglior difesa per sé stessi e per chi ci sta attorno.
L’ affermarsi sempre di più di questa situazione anomala porta poi a tutta una serie di reazioni e di conseguenze da parte della popolazione, che spesso sono tutt’altro che di aiuto. Basta vedere i supermarket presi d’assalto, nonostante sia stato garantito il normale funzionamento di quest’ultimi. Ben più gravi sono tutte le rivolte insorte nei carceri dai detenuti, per il divieto di ricevere visite dall’esterno e le condizioni non adeguate, e che senza volerlo aumentano ancora maggiormente il clima di paura e tensione generale. Sembra anche sempre più aperta la strada alla sospensione di mutui, tasse, bollette e tributi poiché in molti casi anche il lavoro non è più una certezza, tanto che alcune proposte includerebbero anche l’ interruzione di tutte le attività lavorative, eccetto quello di pronto soccorso, delle farmacie e dei supermarket. Pure le manifestazioni e le attività sportive, che siano semplici palestre o importanti tornei sono bloccate, sospese fino al 3 Aprile. La Lega Serie A, dopo tante contestazioni sulla decisione di giocare a porte chiuse, si è trovata costretta ad annullare il campionato di Serie A, mentre la UEFA sta decidendo in questi giorni come affrontare la crisi Coronavirus per le competizioni europee.