Le settimane appena passate, oltre al panico Coronavirus ci hanno portato anche due demo di titoli attesissimi nel mondo videoludico. Su PlayStation 4 sono state rese disponibili infatti, le prove gratuite di Nioh 2 e Final Fantasy VII Remake, due videogiochi in esclusiva temporanea Sony che, per motivi diversi, rappresentano un importante evento a livello sociale, sia nel mondo dell’intrattenimento virtuale, sia in quello vero e proprio. il Primo titolo, Nioh 2 in sviluppo presso il Team Ninja, con uscita prevista il 13 marzo, è un GDR d’azione a sfondo storico-fantastico, ambientato in un Giappone del 1500, abitato da demoni, spiriti e altre creature della mitologia nipponica. Prequel del precedente capitolo che ne eredita vari aspetti, tra cui il livello di sfida e difficoltà, ma introduce varie meccaniche, tra cui la possibilità di trasformarsi in Demone. Il secondo titolo invece è un Remake attesissimo, quello di Final Fantasy VII, il gioco di Square che nel ’97 fece emozionare migliaia di giovani giocatori e che tornerà sulle console il 10 aprile. Anch’esso è un GDR d’azione, ma completamente diverso da Nioh, dove ad un’azione sfrenata si sostituisce un sistema di gioco che cerca di adattare quello originale a turni, al modello action, introducendo rallentamenti del tempo in cui è possibile utilizzare abilità speciali, oggetti, incantesimi e cambiare personaggi giocanti. Il remake offre la possibilità sia ai fan di vecchia data di rivivere le emozioni di un tempo con una grafica mozzafiato, sia quella di poter riscoprire un classico per i giocatori di nuova generazione, e farli avvicinare alla coinvolgente trama di un titolo rimasto impresso nel cuore di molti.
All’inizio dell’articolo abbiamo definito questi due titoli importanti a livello sociale, infatti rappresentano due tipi di community diverse. Quella che si è formata intorno a Nioh e che si amplierà con il suo seguito, è relativamente piccola ed elitaria: ciò è dovuto alla difficoltà, al periodo in cui è uscito e al genere che può piacere e non piacere, ma ciò le ha consentito di racchiudere al suo interno persone veramente appassionate e amanti della sfida. La community di FFVII, invece è di dimensioni ben più vaste, creatasi nel tempo intorno ad un titolo che ha fatto la storia e che provenendo da una casa famosa e facendo parte di una serie ancora più famosa, ha potuto riscuotere un successo enorme, anche grazie al periodo in cui i social ancora dovevano nascere e quindi bastava il nome, Square, a far comprare il gioco a centinaia di ragazzini; questi giocando si sono innamorati di un mondo spettacolare, anche se fatto da pochi poligoni, e di quei personaggi che parlavano solo tramite scritte in quadrati blu, ma così profondi da essere ricordati tutt’oggi. Ma la cosa più importante a livello sociale non sono tanto le comunity , ma il loro Lascito.
Dietro alla parola “community”, si nascondono persone, centinaia, migliaia o persino milioni, persone che adesso probabilmente sono molto giovani, forse tra i 15 e i 35 anni, persone che cresceranno, persone che un domani saranno la grande community che chiamiamo società, persone che prenderanno il posto di chi ora racconta ai nipoti della guerra, di chi si ricorda di quando leggeva Topolino o cercava i soldi per il primo Sì o il primo Ciao. E saranno loro che difronte ad una sfida ricorderanno di come fu difficile battere quel boss, ma di come l’hanno fatto senza arrendersi, di quando hanno guardato negli occhi di Sephiroth, prima di combatterlo e si sono emozionati. Per questo i videogiochi sono importanti, perché per quanto trasmettano emozioni “fasulle”, trasmettono comunque emozioni, e rimangono, come quelle di un libro o di un film, e sono queste emozioni a fare di noi ciò che siamo, e noi siamo la società di domani