Intervista al Dott. Mauro Alberto Vicariotto
Coronavirus, ecco il nome dell’argomento principale di cui tutti ogni giorno sentiamo parlare, dai giornali alla tv, ma soprattutto sul web, ma la vera notizia è che di questo sappiamo poco o nulla ancora. Data la sensibilità dell’argomento non è difficile infatti imbattersi nelle cosiddette Fake news, cioè notizie false, che vanno da un eccesso all’altro, dal puro catastrofismo al completo disinteresse. Da quanto dichiara l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il virus è meno letale di quanto si pensi, “colpisce una percentuale molto piccola della popolazione” come evidenzia il direttore dell’OMS.
L’unica cosa che sicuramente è necessaria in questi casi è informarsi correttamente e considerare un fatto fondamentale: la Cina ha un regime decisamente autoritario e tutte le informazioni che escono da questa sono scrupolosamente controllate, ma di questo ce ne ha parlato nel dettaglio il dottor Mauro Alberto Vicariotto, imprenditore italiano direttamente collegato alla Cina e Hong Kong, che ringraziamo per averci concesso un’intervista:
Come conosce la Cina? Che contatti ha e quali sono le sue fonti?
Io ci vivo facendo il pendolare intercontinentale da 38 anni, le mie attività sono in Asia, ho due aziende in Hong Kong con diramazioni in diversi punti della Cina, premetto che sono tra i pochissimi italiani delle mie attività, tutto il resto sono del posto, proprio perché il segreto delle nostre attività è di essere del posto e sul posto.
Come si vive il problema del Coronavirus in una metropoli enorme come Hong Kong? C’è la stessa gravità di situazione come troviamo a Shenzhen, Pechino, Shangai o è una situazione sotto controllo?
Consideri che la Cina ha fatto pressioni indebite su Hong Kong per circa 6 mesi in precedenza. Hong Kong è stata martoriata di manifestazioni, giuste e sacrosante, ma gestite male ed ha vissuto un periodo di tracollo o quantomeno di sospensione delle attività. Quindi se adesso le dico che per il Coronavirus Hong Kong si è fermata, sembrerebbe eccessivo, ma in realtà si è fermata perché esce da una convalescenza da tutte le manifestazioni che ci sono state prima e oggi peggio che mai. Le strade di Hong Kong a certi orari sono spesso deserte, quasi come alcune città della Cina, di cui Hong Kong non fa parte.
Secondo lei il governo cinese tende a sminuire il problema? In Europa arrivano delle informazioni secondo le quali il problema è molto più grave rispetto a quello ufficiale del governo cinese. Qual è la verità secondo lei?
Io non sono mai stato un catastrofista, in quanto questi fanno solo soldi sulle notizie delle catastrofi, le ho premesso questo per non apparirle tale. Il problema cinese è esattamente come lo è stato per la SARS, solo che in questo caso è moltiplicato. È scontato che la Cina dia informazioni assolutamente ridotte, è stato stimato, non da me, ma da chi se ne intende, che il problema sia più grave di quel che non si dica.
Secondo lei cosa potrà succedere nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi secondo me, verso fine aprile/inizio di maggio, il problema rientrerà. Qualcuno che oggi sta facendo una propaganda gigantesca dirà che siamo stati tutti bravi a controllare il problema, in realtà l’unico dato certo su questo tipo di virus è che il caldo e l’umidità lo uccidono. Quindi per me, al di là delle propagande di ospedali italiani, cinesi si tratta solo di aspettare che diventi caldo.
E quando il caldo andrà via tornerà il virus come ora, o magari il vaccino sarà già pronto?
Io credo di no. L’unica cosa di cui siamo certi è di non sapere nulla e questo è perché è il sistema cinese in sé che tende ad offuscare tutto.
Io ho vissuto la SARS in pieno, ho le attività ad Hong Kong però vivo in Italia e ci spostiamo in tutta Cina in continuazione, praticamente un giorno si e un giorno no. Durante la SARS ci sono andato 5 volte, quel virus ha invaso Hong Kong molto di più di questo Coronavirus perché è nata nel Guangdong, motivo per cui già molto vicina ad Hong Kong; col Coronavirus l’epidemia è partita molto più in alto.
Le posso fare un esempio: quando ero in Italia la gente si preoccupava di procurarsi mascherine, strutture sanitarie, organizzazioni e prima di partire mi dicevano di stare attento. Arrivato ad Hong Kong trovavo una organizzazione impeccabile e anche eccessiva per certi versi, attraversavo il confine a Shenzhen, andavo su in Cina e non trovavo nessuno preoccupato, tranne che dei banchetti composti da dei militari e un infermiere. Questo infermiere ti provava la temperatura, se per caso avevi una linea di alterazione per ragioni tue o ti scappava un colpo di tosse ti prelevavano e ti portavano via. La preoccupazione di risolvere il problema in Cina è più militare che medica, ovvero la Cina ha preoccupazioni per la sua faccia, non per la situazione reale delle persone. Per questa ragione succede sempre cosi quando si parla di virus. Prima di tutto tenga conto che il sistema politico cinese è basato su una forma autoritaria di violenza e arroganza, anche fra di loro. La Cina è divisa in regioni e queste divise in province e sono come diversi stati, il responsabile di una municipalità quando ha un problema lo tiene nascosto perché altrimenti è il primo a rimetterci. Questo sistema basato sul terrore fa sì che la prima preoccupazione quando emerge un problema sia quella di tenerlo nascosto e controllarlo a livello locale. Quando non può più reggere perché diventa un’epidemia allora passa al livello provinciale e la provincia si comporta allo stesso modo, nascondendo il problema ai superiori, poi passa al livello regionale. Ora che è arrivata al presidente Xi Jinping, lui ha l’unica preoccupazione di nasconderlo al mondo. Quando ormai non è più controllabile, fanno finta di costruire in 10 giorni ospedali mega galattici e passano a fare dei controlli sulle informazioni che escono e che devono uscire in realtà. È tutto un mondo che nasconde se stesso.
Secondo lei, in quanto imprenditore, chi potrà subire maggiormente un disagio economico? In Europa, in America, in Cina stessa?
Sicuramente ci saranno delle ripercussioni a diversi livelli in più o meno tutti gli stati perché la Cina è un paese poverissimo a livello di popolazione, ma di facciata vuole diventare, e di fatto per certi versi lo è, una delle potenze finanziarie del mondo. Motivo per cui ha delle influenze, o a comprare o a vendere, più o meno con tutti. La Cina sarà una delle prime ad avere dei problemi, Hong Kong purtroppo ne risentirà parecchio, di conseguenza ci saranno altri paesi come gli Stati Uniti che ci rimetteranno. Quello che posso dire purtroppo è che la Cina con il suo regime autoritario i problemi se li risolve con la forza: proprio come gli egiziani usavano la frusta sugli schiavi per costruire le piramidi, muovono l’interesse e in un modo o nell’altro, affamando qualcuno, riusciranno ad uscirne fuori. Gli altri paesi del mondo purtroppo no, perché sono democratici…per fortuna.
Sempre a livello economico ci sono state conseguenze a livello di mercato azionario e produzione industriale?
Di danni collaterali ce ne sono a bizzeffe, le borse sono un po l’espressione malata del mondo finanziario, basta il minimo evento a condizionarlo, si immagini il rischio di una pandemia gli effetti che può generare. Un beneficio non c’è di sicuro, mi dispiace dire che l’unico beneficio che questo virus porterà sarà finalmente incrinare lo strapotere del regime di Pechino perché hanno cominciato già per fortuna a ribellarsi soprattutto con il sistema. Consideri che la prima preoccupazione di Pechino è stata di circondare Wuhan militarmente con l’ordine di sparare a chi entra e chi esce, questo non è il modo di curare una malattia.
Studente di Management Engineering – Politecnico di Milano
Precedente Caporedattore Leomagazine
Amante a tempo pieno della tecnologia