“Spero con tutta sincerità di potere offrire al pubblico un’interpretazione la più degnapossibile della grande poesia di Shakespeare”. Parole di Glauco Mauri, attore protagonista del Re Lear di William Shakespeare, in scena al teatro della Pergola dal 10 al 19 gennaio 2020. Grazie allo scorrere inesorabile del tempo ed alla grandezza umana regalatagli dal passare degli anni, Mauri si sente oggi all’altezza -e non è presunzione- di interpretare quel personaggio del quale, nel 1984 al Teatro Comunale di Ferrara, trovò difficoltà ad indossarne le vesti.
Alla prima interpretazione ne è seguita una seconda nel 1999, sempre ad opera della Compagnia Glauco Mauri Roberto Sturno. Quest’ultimo, dopo aver interpretato il Matto, giullare fedele del re, in entrambi i precedenti allestimenti, quest’anno, sotto la regia di Andrea Baracco, si cimenterà nel Conte di Gloucester.
Il Re Lear, scritto tra il 1605 e il 1606 è considerata la più titanica delle tragedie dell’autore inglese, una tragedia di redenzione, nella quale i personaggi devono riconquistare la loro anima, levandosi via di dosso le proprie pesanti colpe. Secondo Baracco è inoltre una delle composizioni più nere ed enigmatiche nella quale la luce appare velata da una misteriosa ombra.
Nel dramma la fragilità prende le sembianze del maschio, incapace di assumersi le proprie responsabilità e soprattutto di emergere sugli altri. Quest’ultima caratteristica si ritrova in Lear stesso, convinto di non avere bisogno della corona per far sentire la sua autorità.
Le storie di Lear e Gloucester prendono due strade parallele, due diverse linee narrative. La prima, eccessiva nella regalità, nell’odio e nella sofferenza, ospita la storia del monarca e delle sue tre figlie; la seconda, quella del conte con i figli Edgar e Edmund (Caino e Abele) dà una svolta alla narrazione e si ha così l’incontro tra le follie del re e di Edgar, evento principale dell’intera opera.
Gli interpreti che accompagnano Mauri e Sturno sono numerosi. Tra questi abbiamo Linda Gennari, Aurora Perez ed Emilia Scarpati Fanetti (Goneril, Regan e Cordelia, le tre figlie di Lear), Francesco Terrazza Papa e Aleph Viola (Edgar e Edmund). Il tutto accompagnato dalle musiche di Giacomo Vezzani e Riccardo Vanja.
Mauri definisce la tragedia come una favola, “una grande favola dove Sheakespeare con il sublime dono della sua poesia, ci parla di quella misteriosa e povera cosa che è l’uomo”.