Chi trova diventa automaticamente proprietario del bene ritrovato? La domanda nasce spontanea a giudicare da quanto accaduto in Francia nei giorni di Natale.
Nella campagne di Compiègne, a nord di Parigi, in una casa di campagna era appeso un quadretto di piccole dimensioni, circa 25,8 cm per 20,3 cm, e l’anziana proprietaria lo aveva sempre considerato un’incona religiosa greca, finche’ non ha deciso di farlo valutare.
Dalla valutazione, certificata da Jerome Montcouquil, e’ emerso che il quadro e’ il “Cristo deriso” opera di Cimabue immenso artista italiano.
Secondo i periti che hanno avuto la fortuna e l’onore di valutare tale opera, il quadro e’ in eccellenti condizioni e probabilmente e’ un elemento di un dittico del 1280, nel quale erano rappresentate su otto pannelli di simili dimensioni, alcune scene della passione di Cristo.
Tale opera viene battuta all’asta per 24,2 milioni di euro da Actéon, all’inzio di novembre ma la Francia ne ha bloccato l’esportazione.
Il Ministero della Cultura francese ha firmato un provvedimento con il quale conferisce all’opera di Cimabue la statuto di “tesoro nazionale” per un periodo di trenta mesi.
In questi trenta mesi la Francia cerchera’ di raccogliere i fondi per acquistare l’opera e se ci riuscira’ il “Cristo deriso” potra’ affiancarsi alla “Maestra’” di Cimabue gia’ conservata al museo del Louvre.
Spiace ammetterlo ma purtroppo in questo caso dai francesi abbiamo molto da imparare.
Dopo il ritrovamento si sono immediatamente attivati affiche’ tale opera rimanesse sul loro territorio nazionale e tutti gli organi competenti si sono messi al lavoro perche’ cio’ avvenisse.
Il loro forte senso nazionale e forse anche la loro grandeur, sono emersi in modo lampante da tutte le azioni messe in campo per non far scappare l’opera dal territorio francese e ci si chiede a malincuore se altrettanto avrebbe fatto lo stato italiano in simili condizioni, senza però con questo cadere nel loro sciovinismo.