Si chiude dopo 42 anni una delle saghe più famose di sempre. Il 18 dicembre è infatti uscito il nono e ultimo (forse) episodio di Star Wars, la saga di fantascienza creata da George Lucas nel 1997 con una trilogia di pellicole, a cui diede un prequel con una seconda trilogia, uscita nelle sale a partire dal 99, e che si conclude quest’anno con appunto l’ultimo episodio di una nuova trilogia di marchio Disney e diretta da J. J. Abrams.
Sul grande schermo abbiamo avuto l’occasione di vedere concludersi la storia di Rey, nuova eroina del franchise e ultima rappresentante dei Jedi, cavalieri del bene, impegnati nella lotta contro il lato oscuro. Rey, affiancata dai propri amici dovrà affrontare le proprie origini ed il ritorno dello storico antagonista della saga. Tra una battaglia e una battuta troviamo anche temi importanti come l’amicizia e la facoltà di scegliere il proprio destino. Nel film si concluderà anche la storia degli ultimi personaggi storici come quella della principessa, diventata generale, Leia, interpretata dalla defunta Carrie Fisher.
Nel cast inoltre troviamo: Mark Hamill nei panni di Luke Skywalker, Daisy Ridley come Rey, Harrison Ford a interpretare il mitico Han Solo, Jhon Boyega come Finn e Adam Driver nel ruolo di Kylo Ren, personaggio interessante e controverso soggetto a molteplici cambiamenti che lo tengono sospeso tra bene e male.
Il Film nel complesso non è male, ma come i suoi due predecessori firmati Disney non raggiunge i livelli delle precedenti trilogie, essendo però oggettivamente una buona pellicola. Il comparto effetti speciali è ben gestito, con scenografie mozzafiato e belle battaglie spaziali, pecca un po’ nelle coreografie dei duelli con le spade laser. I dialoghi sono ben scritti con scambi di battute che oggettivamente possono non far ridere in molti casi ma sono comunque apprezzabili. Il film è molto frenetico, con una trama che nella prima parte bombarda lo spettatore di nuove informazioni vitali per giustificare il già citato ritorno dell’antagonista storico, ricomparso per un semplice motivo: quello precedente non era piaciuto ai fan. Infatti durante tutto il film troviamo continue “ammende” e Ret-con che vanno a modificare il senso dei precedenti episodi o in alcuni casi addirittura a prenderli in giro. La frenesia della prima parte è proprio dovuta alla fretta di dover introdurre nuovi concetti che permettano di staccarsi da ciò che è avvenuto precedentemente per rendere il tutto più gradevole agli appassionati. Questo primo pezzo è come se fosse proprio la vera trama dell’ottavo capitolo e parte del settimo compressa in poco più di un ora di film
In conclusione, Star Wars: L’ascesa di Skywalker può essere considerato un degno finale della mitica saga di Lucas? Sì e no, sicuramente è una buona conclusione per quest’ultima trilogia; trilogia che però poteva benissimo non esistere, in quanto è quasi solamente prolungare una storia già conclusa( ma redditizia) con un racconto vuoto e piatto che ci riporta alla stessa conclusione.