Dal 14 dicembre ’19 fino al 5 gennaio ’20, per un totale di sei rappresentazioni, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è di scena la Bohème del grande maestro toscano Giacomo Puccini.
Joao Carvalho Aboim riprende la buona regia di Bruno Ravella che riesce, ad inquadrare il periodo storico della seconda metà dell’800, senza fare grandi cambiamenti o stravolgimenti che avrebbero potuto modificare il senso dell’opera così come lo vollero compositore e librettisti, l’ottimo duo Illica e Giacosa. Nel primo e nel quarto atto la scena si svolge in una modesta soffitta di Parigi, mentre nel secondo atto i protagonisti si trovano in un lussuoso locale nel quartiere latino della capitale francese; il terzo, invece, è ambientato in una periferia disabitata e innevata. La scenografia di Tiziano Santi, grazie anche costumi belli e sobri di Angela Giulia Toso, aiuta lo spettatore a comprendere meglio lo stato d’ animo dei protagonisti; infatti, nel primo e nel secondo atto, si respira un clima di gioia e spensieratezza dovuta alla loro giovane età; negli ultimi due atti invece cresce uno stato d’ animo sempre più angosciato e si ha il presagio della’ imminente morte di Mimì, grazie anche agli ottimi effetti luci/ombre.
L’ orchestra del Maggio, diretta da Francesco Ivan Ciampa, è stata determinante per la buona riuscita dello spettacolo grazie al suo vigore e alla sua duttilità rivestendo un ruolo fondamentale nelle scene cruciali e sottolineando tutti gli aspetti dell’opera, da quello comico al lirico al tragico; unico appunto da fare è che in alcune occasioni la musica sovrastava le voci, rendendo incomprensibili i dialoghi.
Il cast vocale ha eseguito una buona prova; nota di merito per la Mimì di Jessica Nuccio, apprezzatissima anche dal pubblico. Non altrettanto si può dire del Rodolfo di Francesco Galasso, che non è stato particolarmente brillante e dal quale ci si aspettava sicuramente di più. In un passaggio del primo atto ha poi commesso un clamoroso errore sbagliando completamente una nota. Cose che possono succedere certamente, anche se in un’altra epoca non la cosa sarebbe passato inosservata e ci sarebbe stato il rischio di un …bagno di fischi. Buone invece le prestazioni del baritono Alessandro Luongo (Marcello) e la Musetta molto vivace sia scenicamente che vocalmente di Nikoleta Kapetanidou. Gradevoli anche gli altri ruoli.
Comunque l’opera è stata nel complesso apprezzata da un pubblico caratterizzato da una ampia componente giovanile. Ottima cosa certo, ma anche qui qualche nota stonata ci sarebbe da rilevare: i cacofonici schiocchi delle bottigliette di plastica, le brave signore impellicciate che aspettano che il maestro alzi la bacchetta per un concerto di caramelle o deliziare i vicini con i loro commenti, ragazzi che scavalcano le sedie come se fossero allo stadio. Chissà cosa ne penserebbe Puccini …