Grande successo di pubblico e mediatico per il convegno di lunedì scorso.

Un grande evento culturale organizzato dal LeoMagazine, che ha riempito la bellissima sala Luca Giordano di Palazzo Medici – Riccardi, gentilmente concessa dalla Città Metropolitana di Firenze che ha dato il suo patrocinio all’iniziativa. Lunedì 18 novembre si è tenuta infatti una conferenza in memoria di Cosimo I dei Medici, in occasione del cinquecentenario della nascita del primo Granduca di Toscana. La conferenza ha avuto inizio con una breve presentazione del progetto da parte del caporedattore del Leomagazine (Valentino Masetti), e un intervento del consigliere della città metropolitana di Firenze Lorenzo Zambini, il quale ha augurato agli spettatori una serata di arricchimento personale, incoraggiando progetti come quello intrapreso dal Leomagazine, che si ripromette di “lavorare su un’informazione corretta ed approfondita”. La conferenza procede poi con l’introduzione dei temi discussi grazie alle interviste a Giovanni Cipriani, Francesco Martelli, Marco Ferri e Donatella Lippi, esperti sulle vite di Cosimo I e Caterina dei Medici. Le interviste sono state poi raccolte in un video sul quale hanno lavorato al lungo specialmente Claudio Piazzai, Andrea Malacarne e Valentino Masetti, nonché il prof. Domenico Del Nero, direttore del Leomagazine.

Nell’intervista di Alice Bertini al prof. Giovanni Cipriani (Docente di storia moderna all’università di Firenze e grande esperto di storia Toscana), si è discusso principalmente delle abilità strategiche e capacità di organizzazione politica di Cosimo I. Come afferma Cipriani infatti: “Cosimo I aveva solo 18 anni [quando fu messo a capo dello stato fiorentino], nessuna esperienza di governo; però fin dall’inizio si dimostrò un degno allievo di Machiavelli, volpe e leone contemporaneamente”.

E’ stato invece Niccolò Nigi a condurre l’intervista al Dr Francesco Martelli a seguito della quale, dice: ” abbiamo avuto la possibilità di vedere direttamente dal vivo alcuni documenti legati a Cosimo I”. L’archivio Mediceo del Principato infatti, contiene documentazioni di governo e di fatti personali dal 1532, fino al 1737, anno in cui muore l’ultimo membro della dinastia Medicea, alla quale succederà poi quella dei Lorena. Si tratta quindi di più di due secoli di documentazioni, che possiamo senza alcun dubbio considerare come uno dei più grandi archivi storici non solo italiani, ma anche del mondo. Dunque l’immagine di Cosimo I è quella di un principe che vuole essere a conoscenza di tutto e occuparsi di tutto, dagli affari di maggiore rilevanza agli affari ritenuti meno importanti. Ogni suddito poteva rivolgersi al Duca, facendo una richiesta detta “supplica” secondo il gergo dell’epoca, per discutere di un ingiustizia subita, ed alla fine era il Duca stesso a decidere le sorti altrui scrivendo il suo responso o rescritto, che poteva anche derogare alle leggi vigenti, peraltro da lui stesso emanate. Sulla ricostruzione della figura di Cosimo I si sofferma, in un’intervista di Lorenzo Simula, anche il Dr Marco Ferri (giornalista e saggista fiorentino che ha seguito da vicino il progetto medici e pertanto ci ha parlato delle avventure Post Mortem di Cosimo de’ Medici). Secondo Ferri “C’è stato fin dall’inizio del suo periodo di regno un obiettivo, quello di omaggiare e esaltare la propria dinastia come se sapesse che avrebbe guidato le sorti di Firenze per altri due secoli”. Anche il giornalista fiorentino dunque, dipinge il personaggio come un abile stratega, legato alla propria famiglia, che tende molto spesso ad esaltare.

Si passa quindi all’intervista a Donatella Lippi, docente di storia della medicina all’università di Firenze, stavolta condotta dalla studentessa Elisa Chiofalo. Con la docente universitaria si è avuta l’occasione di parlare dei vari aspetti della vita quotidiana di Cosimo I evinti dagli studi in laboratorio della salma del Granduca fiorentino. Sappiamo infatti che le interpretazioni mediche delle condizioni di Cosimo erano a volte sbagliate. Cosimo soffrì di diverse malattie legate anche allo stile di vita. Secondo le fonti, egli soffrì per esempio di vaiolo o di un’altra malattia esantematica simile, soffrì di problemi renali all’epoca trascritti con la diagnosi “renella”, e pure di ipertensione. Tuttavia, come dice la professoressa Lippi: “su Cosimo grava una leggenda nera che ha macchiato la sua storia e la sua biografia”. Di lui infatti spesso si raccontano i meriti storici ma non le vicissitudini della sua infanzia ed adolescenza difficile.

E’ sempre Elisa Chiofalo a fare un breve omaggio a Caterina dei Medici regina di Francia (1519 – 1589) che, come ci raccontano le esaustive documentazioni dell’epoca, ebbe una vita assai più difficile di quella di Cosimo I. Poco dopo la sua nascita infatti, Caterina rimase orfana di entrambi i genitori e fu presa sotto la custodia del Papa Clemente VII. Quando nel 1525 torna a Firenze, la città è in preda alla peste, perciò viene mandata a vivere di monastero in monastero in cui passa altri 5 anni della sua vita. Nel 1530 Clemente VII combina le nozze con Enrico D’Orleans, che sposa nel 1533 ( a soli 13 anni). Ella si innamorò sin da subito di Enrico, ma egli amava Diana di Poitier. Pur essendo Caterina gelosa di Diana, aveva sempre avuto un carattere remissivo, perciò accettò questa sorta di convivenza, seppur animata da forti sofferenze. Nonostante questa difficile convivenza con Diana, Caterina riuscì a dare uno scopo alla sua vita e alla sua dinastia, dando vita a dieci figli in soli dieci anni. Ma Diana aveva più influenza sul re di quanta ne avesse la regina fiorentina ( sempre al secondo piano, per 26 anni non avrà alcuna voce in capitolo). Fu per esempio Diana stessa a crescere i figli di Caterina, nonostante ella non le avesse mai dato il consenso. Tuttavia Caterina ebbe la sua vendetta a corte quando Enrico morì nel 1559: tolse il castello di Diana donatole dal marito ormai defunto, e le impedì per sempre di fare ritorno a corte. Quindi fu solamente con la tragica morte del marito, che lei potè finalmente esprimere le proprie opinioni amministrative, e aiutare i figli a governare il regno di Francia. Perciò, come ci dice Elisa Chiofalo a riguardo: ”Prima di dare retta alla leggenda nera che grava su di lei, di donna austera, violenta, fanatica religiosa, vendicativa, attaccata al potere… pensiamo alla sua vita”.

Alla conferenza ha preso parte anche il professore di lettere del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, Domenico Del Nero (nonché direttore del Leomagazine), che ha chiarito dei punti importanti per la completa descrizione del personaggio di Cosimo I. Secondo il professore: “in questo essere sempre presente di Cosimo I, non manca mai un certo rispetto delle magistrature cittadine”. Nonostante infatti Cosimo non gradisse essere contraddetto, data la sua carica di sovrano assoluto, il suo assolutismo è strano e non affatto tirannico. Infatti, ha preseguito il prof : “se avesse voluto pronunciare la frase di Luigi XIV “ Lo stato sono io” non avrebbe potuto farlo, e in ogni caso non gli sarebbe passato neanche in mente di farlo”. Perciò come per Caterina bisogna valutare accuratamente il contesto storico – politico prima di poterla adeguatamente giudicare, così anche per Cosimo (ma in generale l’intera famiglia Medici), bisogna avere ben chiaro acosa abbua esattamente rappresentato il suo regno per Firenze e la Toscana per poterne dare un giudizio imparziale ed equilibrato.

E’ infatti con una celebre frase di Alessandro Dumas che il professore passa un’ultima volta la parola al prof Cipriani, “Lasciate che i Medici riposino in pace nelle loro tombe di marmo, perché han fatto più di qualsiasi re o imperatore, per la gloria del mondo”. Cosimo I non regnò con una mentalità pari a quella di un oppressore o di un tiranno: il duca regnò su Firenze e fu accettato e stimato degli stessi fiorentini per la sua incredibile capacità di assecondare le necessità cittadine governando da sovrano assoluto ma nel rispetto di tradizioni e magistrature precedenti. La conferenza si conclude dunque con un ultimo intervento del prof. Cipriani: “Il primato artistico e linguistico sono creazioni straordinarie di Cosimo I attraverso istituzioni da lui volute o protette, l’Accademia del Disegno e della Crusca. Dunque un personaggio eccezionale, a tutto tondo […], una figura straordinaria”

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