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Le interviste del Leo 20. Daniela Bigi sui pro e i contro dell’EsaBac

Il progetto EsaBac nasce nel 2010 con la nobile intenzione di arricchire le menti e di allargare gli orizzonti degli adolescenti, i protagonisti in primis del futuro italiano, ma senza dubbio anche di quello europeo. Per meglio comprendere l’evoluzione e le promesse mantenute dal progetto nel corso degli anni, Daniela Bigi, una studentessa che ha partecipato al percorso e conseguito l’esame EsaBac, ha cortesemente accettato di rispondere ad alcune delle domande a riguardo. Oggi Daniela studia all’accademia del fumetto (è ormai all’ultimo anno), ha già avuto occasione di cimentarsi col lavoro e presto prenderà contatti con case editrici francesi nel corso di una fiera molto importante del settore che si svolge ad Angoulème

Che genere di studi hai fatto, e come sei venuta a conoscenza del programma EsaBac? Come si è svolto il progetto?

Io ho frequentato il Liceo linguistico Canossa dal settembre 2014 all’estate del 2017, quando ho conseguito l’esame di maturità. A me e alla mia classe fu proposto di partecipare al programma verso la fine del nostro secondo anno di liceo, tuttavia fummo introdotti realmente al programma a partire dalla terza superiore. Durante il triennio, come tipicamente si fa ad un linguistico, abbiamo avuto l’occasione di fare molte gite, in terza facemmo uno scambio con dei ragazzi francesi della nostra età; loro vennero da noi per una settimana e successivamente noi andammo da loro per una settimana. Essere ospitati in casa ci permetteva di imparare realmente il francesse, per cui chiaramente tutti in classe mia decisero di partecipare.

Cosa ne hai pensato del progetto una volta che lo hai portato a termine?

Io mi sono trovata piuttosto bene con tutta l’esperienza, dallo scambio all’Esame di Stato. E’ sicuramente un progetto molto interessante, tuttavia bisogna ricordare che non è un percorso facile soprattutto per quanto riguarda l’esame bilingue. Chiaramente avendo studiato francese durante tutti gli anni di liceo, e dopo aver fatto gite e scambi all’estero per approfondire la lingua, il francese finisci per saperlo, ma l’EsaBac, specialmente la parte in francese, è stata piuttosto impegnativa. La linea storica spiegata durante l’ultimo anno in Francia non coincide con quella italiana, inoltre una parte dell’esame è costituita dall’analisi di un testo in francese, e passare con velocità dalla propria lingua per l’Esame di Stato italiano a quella francese per il Baccalaureat non è di certo facile. 

Se qualcuno volesse partecipare al progetto, ma fosse insicuro, glielo consiglieresti?

Sì, io trovo che sia una buona opportunità per scegliere dopo la maturità quale percorso di studi si vuole  conseguire. Con il progetto si entra realmente nella mentalità francese, a me è stato utile perché nonostante non abbia deciso di continuare gli studi all’estero, il progetto mi ha preparata a fare conversazione e mi ha insegnato valori che applico ogni giorno al mio lavoro. Facendo la fumettista infatti, quando a volte si tratta di mercato estero, ho più pratica ed esperienza di altri che non hanno fatto il mio stesso percorso. La cosa importante di questo progetto, secondo me, è che siamo guidati da inizio a fine percorso, e non c’è mai una parte che si fa da soli.

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