Quella che da bambini si credeva fantascienza, oggi si pensa possibile, realizzabile, anzi concreta: di anno in anno le idee assumono forma, i progetti vengono migliorati, e ciò che sembrava finito viene perfezionato. Presso la FIERA DIDACTA ITALIA il futuro è tangibile.

Quest’anno si è svolta la terza edizione nei 4 padiglioni della Fortezza da Basso, dal 9 all’11 ottobre.

Studenti e professori di qualsiasi scuola vi brulicavano curiosi, in cerca di nuovi metodi di insegnamento e di apprendimento. Non importa frequentare le superiori, o essere maestri d’asilo: qualcosa adatto alle proprie esigenze c’è.

Ad esempio, partendo dai più piccoli, troviamo un nuovo strumento per “scarabocchiare”: si tratta di i-Theatre, ovvero un sistema interattivo con i il quale i bimbi (da 4-10 anni) creano storie disegnando; trasportabile e componibile, con un design che vuole ricordare la valigetta del cantastorie errante.

Innovazione di rilievo per un’età maggiore è la piattaforma Bricks Lab. Perché? Perché facilita sia il lavoro ai professori che la comprensione agli studenti: infatti fra i due si crea una sorta di collaborazione. La piattaforma consente all’insegnante di:

  1. Montare una presentazione completa in
    tempi brevissimi, con immagini, video, audio, e collegamenti ipertestuali.
  2. Elaborare dei quiz per gli studenti,
    senza voto, per verificare che abbiano capito quanto spiegato.
  3. Condividere (se si vuole) la propria
    presentazione con tutti gli iscritti, così che gli altri professori possano
    utilizzarla nella propria lezione, e che gli studenti possano consultarla per
    approfondimenti; quindi viceversa l’insegnante in questione può riusare lezioni
    pubblicate da altri.

Allo studente è permesso, dunque, aprire le dispense del professore, creare a sua volta una presentazione, verificare le proprie conoscenze.

Attualmente essendo ancora in via di sviluppo, viene fornito gratuitamente. Tuttavia si prevedono delle future collaborazioni con le editorie; a ciò consegue che gli studenti potranno avere i loro libri online, e che quindi il servizio sarà a pagamento.

Per le scuole secondarie il futuro è 3D: l’abcd edutainment presenta la Piattaforma olografica 3D zSpace. Un nome complicato, cos’è? È un computer che introduce nelle classi un’esperienza didattica “immersiva” per mezzo dell’olografia e della stereoscopia. Lo studente potrà quindi entrare in ciò che sta studiando, grazie a un paio di “occhiali” e una “pennina

  • Esempio di anatomia: lo studente davanti a sé
    visualizzerà il corpo umano; attraverso un elenco selezionerà l’apparato che
    gli interessa: supponiamo quello cardiovascolare. Selezionando un qualsiasi
    punto con la pennina, potrà con un movimento, avvicinarlo a sé con
    l’impressione che questo esca dallo schermo. Nel caso in cui il punto
    selezionato fosse il cuore, una volta “tirato fuori dallo schermo”, ci si potrà
    avvicinare con la testa scoprendo com’è fatto al suo interno. L’esperienza non
    si baserà esclusivamente sulla visione 3D: per ogni parte vi sarà una
    definizione enciclopedica e l’elenco delle sue possibili patologie.

Persino le calcolatrici si evolvono: la Texas Instruments propone la TI-Nspire CX II-T, ovvero una calcolatrice con funzioni di: calcolo, grafici, dati e statistiche, geometria, fogli elettronici, programmazione, note e Vernier DataQuest (cioè permette di registrare dati per analisi scientifiche). Inoltre è ammessa all’esame di maturità.

Da anni si parla di sostituire i libri di testo con tablet messi a disposizione dalle scuole. Questa “voce” sta prendendo sempre più forma, tanto che stanno nascendo molti software semplici per l’istruzione e altrettanti i professori interessati a capire come potrebbero funzionare.

Il futuro dell’educazione, ciò nonostante, non si concentra esclusivamente sulla tecnologia, qualcuno pensa anche a migliorare il rapporto fra studenti e professori, quindi il clima scolastico. L’associazione Ruler ha come obiettivi quelli di fornire alle scuole strumenti concreti per:

  • Benessere,
    apprendimento e cretività;
  • Autonomia nella
    gestione dell’Educazione Emozionale;
  • Effetti permanenti.

Il progetto nasce 20 anni fa da un team della Yale University. Si vogliono formare dirigenti scolastici, insegnanti ma anche studenti e famiglie. Come?

Conoscendo, capendo e accompagnando le emozioni degli studenti.

Un primo piccolo passo consta di un “Contratto” sottoscritto da studenti e professore per creare un clima positivo in classe. Poi segue il Mood Meter: un diagramma diviso in 4 sezioni, ciascuna rappresentante uno stato d’animo. L’alunno dovrà indicare un punto, che esprima come si sente.

Altro elemento importante è il Blueprint, dove lo studente è portato a immedesimarsi nei panni dell’altro. Quest’ultimo dovrebbe favorire l’empatia e lablità di risoluzione dei confilitti.

L’ultimo tassello spetta al professore che dovrebbe saper gestire la classe in base all’umore di ciascuno.

Il nucleo di questo studio è in conclusione:

  • far sentire gli studenti accettati e motivati
  • ridurre il bullismo, l’ansia e la depressione.

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