Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.
Tante volte, almeno in questo mondo, la giustizia rimane una mera utopia. Eppure, c’è chi per essa è disposto a dare la vita, a consumare ogni sua energia perché la violenza, l’arroganza e l’arbitrio non trionfino.
Abbiamo avuto l’onore e il privilegio di conoscere una persona di questa levatura e ci addolora moltissimo sapere che Giovanna Maggiani Chelli non è più con noi. Per due anni, ci ha coinvolto con il suo entusiasmo e il suo carisma nel progetto per la commemorazione della strage dei georgofili, in occasione del 25° e 26°anniversario. Non soltanto il LeoMagazine, ma molte altre componenti e iniziative del Liceo Leonardo da Vinci sono state coinvolte in progetti che rimarranno pietre miliari nell’esperienza formativa dei nostri ragazzi, ma anche di noi docenti: il laboratorio teatrale LeonLab, Ldv Music center, mentre il primo anno un gruppo di studenti fu coinvolto nella sistemazione e nello studio della documentazione processuale della strage.
Tutto questo lo abbiamo raccontato nei nostri articoli. Adesso è di lei che vogliamo parlare, di questa signora fragile e minuta che ci ha ricordato che per essere eroi non è necessario essere superuomini. La signora Giovanna incarnava perfettamente quello splendido verso del poeta greco Menandro quanto grande è la bellezza dell’uomo quando è veramente uomo : e questa bellezza, che è quella della dignità, del coraggio, del sapersi scagliare anche contro i muri di gomma sperando prima o poi di incrinarli e sapendo comunque che è quella è la cosa giusta da fare, l’ha insegnata a tutti noi che abbiamo avuto la grande fortuna di conoscerla e lavorare con lei in questi due anni.
Quando il presidente Napolitano per la prima volta preparò questa cerimonia in nome delle vittime del terrorismo, noi fummo esclusi, perché volevano definirci come vittime di mafia. Allora io andai a Roma con la sentenza di cassazione che parla di terrorismo eversivo, e ciò significa che non solo i mafiosi sono condannati, ma verrà cercato anche chi ha voluto l’eversione. Molto probabilmente i mafiosi hanno agito per fare favori a dei politici. Così il Quirinale capì che non siamo solo vittime di Mafia, ma di un terrorismo eversivo che è ancora tutto da capire, e ci inserì in questa importante cerimonia. Così ci disse in quella prima intervista che rilasciò al nostro giornale quando la conoscemmo, [1] facendoci capire da subito quale era stato il lungo, faticoso itinerario della sua vita dal giorno in cui essa fu straziata dall’attentato, quel maledetto 27 maggio 1993 a Firenze: il riconoscimento della piena e totale verità. Una verità che purtroppo ha potuto veder trionfare solo in parte, perché come ci ripeteva spesso, il lato “politico” di quella strage è ancora tutt’altro che pienamente svelato. E ancora in occasione del convegno svoltosi a palazzo del Pegaso il 26 maggio scorso per l’anniversario della strage, aveva dichiarato che la verità era sì arrivata, ma “non nella sua forma assoluta” e sperava molto nell’iniziativa del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho , che aveva formato tre equipe di magistrati per revisionare tutti i processi e le inchieste archiviate, alla ricerca di nuovi spunti per nuove indagini; e lei stessa forniva preziose indicazioni al riguardo.[2]
Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell”Associazione tra i familiari delle vittime della Strage di via de’ Georgofili’se n’è andata il 20 agosto scorso, nella sua casa di La Spezia. Era malata da tempo ma combatteva contro la sua malattia così come aveva lottato contro la mafia, ma di questa sua battaglia privata non amava parlare. Nell’attentato era rimasta gravemente ferita la figlia Francesca e il fidanzato della ragazza, Dario Capolicchio, aveva perduto la vita; in tutto 5 morti e 48 feriti.
Iniziò allora la sua lotta perché un altro cumulo di macerie e dolore non venisse archiviato tra i tanti, troppi misteri degli anni di piombo e dintorni. Non solo fu a fianco della figlia tra ospedali e centri specializzati;
negli anni successivi non aveva perso una udienza del processo per quell’attentato e con la sua associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili chiedeva giustizia: chiedeva soprattutto i nomi degli uomini di Stato che nel biennio ‘92/’93 avevano armato la mano di Cosa Nostra. Strinse un rapporto di amicizia con il magistrato Gabriele Chelazzi, che più di ogni altro si adoperò per ricercare la verità sulla strage, e dopo la sua prematura scomparsa si è sempre adoperata per onorarne la memoria, con ammirevole stima e gratitudine.
Nonostante l’accaduto, sua figlia Francesca si laureava nel 2009 in Architettura all’Università di Firenze con la votazione di 110 e lode. A seguito di quel risultato Giovanna scrisse una lettera aperta a Totò Riina. “Egregio Signor Riina, il suo tritolo, il vostro tritolo, e di quanti con Voi lo hanno fortemente voluto per salvarsi dalla galera, ha spezzato mia figlia, ma non l’ha piegata. Pur fra mille difficoltà, con uno Stato spesso disattento, mia figlia ce l’ha fatta a raggiungere quell’obiettivo che si era prefissata. Posso oggi ben dirlo: quella mattina del 27 Maggio 1993, mia figlia doveva affrontare un importante esame di architettura. Il sistema marcio, colluso con ‘Cosa nostra’, colluso con lei , ha cercato di fermarla, ma non ce l’avete fatta. Una rondine non fa primavera, non ci illudiamo, non è una laurea in architettura che restituirà la vita rubata alla mia grandissima figlia. Ma lo sforzo compiuto per ottenere questa laurea in architettura, per non darla vinta a lei e ai suoi arroganti mafiosetti, per non darla vinta a quei politici che hanno fatto e fanno affari con lei comprandosi barche da mille metri e ville faraoniche in mezzo al verde, a quei banchieri che i soldi li hanno messi sul tavolo di trafficanti di armi che hanno le case piene di quadri preziosi, e ancora per non darla vinta a quei capi militari che giocano a chi compra il diamante più grosso alla propria moglie e a quegli uomini di Chiesa che si sono venduti per avere più oro sulle mitre e infine a quegli uomini delle Istituzioni che si sono venduti anche solo per risultare più importanti, ebbene quello sforzo compiuto è riuscito”. [3]
Parole pesanti come macigni ma che dovrebbero davvero incidersi nella coscienza di ogni cittadino degno di tale nome. E negli ultimi anni infatti aveva aderito con entusiasmo al progetto del Miur La perseverante ricerca della verità rinnova la memoria e assicura il diritto alla giustizia delle vittime di terrorismo, proponendoci di collaborare e di stabilire un rapporto di partenariato anche con la sua associazione. E’ così che abbiamo potuto conoscerla e collaborare insieme: grazie a lei, i nostri studenti hanno potuto diventare più coscienti e consapevoli di certi mostri che agiscono ancora oggi nel nostro paese e che da un giorno all’altro possono sconvolgere la vita di tante famiglie “normali”, le nostre vite, le nostre famiglie; che pertanto, certe lotte non sono solo delle forze dell’ordine e della magistratura, non riguardano solo “gli altri” ma ci riguardano tutti perché c’è in gioco il nostro futuro e la nostra dignità di cittadini. La grande lezione di Giovanna Maggiani Chelli, il grande insegnamento che ha trasmesso ai nostri ragazzi è che tutti possiamo contribuire a sconfiggere quei tumori della società che sono i vari Toto Riina; e di questo non le saremo mai abbastanza riconoscenti.
Il LeoMagazine, il suo staff e i suoi collaboratori, la dirigente scolastica, i docenti che hanno collaborato con lei nell’ambito dei progetti Alternanza scuola – Lavoro e tutto il Liceo scientifico Leonardo da Vinci la ricordano e la salutano con gratitudine e affetto, si stringono alla famiglia e alla associazione delle vittime della strage dei Georgofili.
[1] Intervista a Giovanna Maggiani Chelli: “così celebreremo l’anniversario dalla strage dei Georgofili”, https://www.leomagazineofficial.it/2018/03/22/intervista-a-giovanna-maggiani-chelli-cosi-celebreremo-lanniversario-dalla-strage-dei-georgofili-il-ruolo-del-liceo-leonardo-da-vinci-nelle-cerimonie/
[2] 26° Anniversario della Strage di Via dei Georgofili: i convegni di domenica 26 maggio, https://www.leomagazineofficial.it/2019/05/30/26-anniversario-della-strage-di-via-dei-georgofili-i-convegni-di-domenica-26-maggio/
[3] Fonte: http://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/75532-giovanna-chelli-il-coraggio-di-una-madre-non-muore-mai.html