Nel 2021 ricorrerà il 700° anniversario della morte del grande Poeta Dante Alighieri. Sarà il momento, per l’altissimo poeta, di ritornare nel “bell’ovile ove dormii agnello”, nella Fiorenza tanto amata e tanto vituperata, che si è macchiata nei suoi confronti di una terribile ingiustizia?
In occasione di questa celebrazione infatti Firenze ha chiesto a Ravenna di riavere le spoglie del poeta, attualmente custodite all’interno della tomba nella chiesa di San Francesco di Ravenna. L’idea sarebbe quella di raccogliere per un periodo limitato l’urna cineraria nella chiesa di Santa Croce a Firenze, davanti alla statua di marmo che lo raffigura.
È dalla fine del 1400 che Firenze tenta di riavere le reliquie del Sommo Poeta, ma senza successo. A questo proposito il sindaco della città, Dario Nardella, dice: “Non è un caso se nessuno ci è riuscito in settecento anni”, ma Firenze si sente comunque in diritto di tale richiesta in quanto Dante nacque e visse qui fino al suo esilio, avvenuto nel 1302.
Questa questione divide i critici letterari e gli storici: alcuni sostengono che sia giusto riportare Dante nella sua città natale, perchè pensano che dopo tutti questi secoli l’onta dell’esilio abbia ormai perso di significato e che a questo punto prevalgano le origini del Sommo Poeta; altri invece sono dell’idea che la storia parli da sola, per questo è necessario che le spoglie rimangano nella città che l’ha accolto dopo l’esilio. Tra i sostenitori di questa teoria c’è anche lo storico Franco Cardini, che scrive “i miei concittadini debbono accettare le loro responsabilità storiche e accontentarsi del cenotafio in Santa Croce”.
Oltre alle varie diverse opinioni si mette però di mezzo anche un ostacolo burocratico rappresentato dalla necessità di ottenere un nulla osta speciale, che permetta il disseppellimento e lo spostamento dei resti umani.
Sembra però che il tutto sia ormai deciso, infatti secondo le ultime notizie è stata aperta una petizione online, secondo cui non dovrà esserci il trasferimento delle spoglie da Ravenna a Firenze, che attualmente ha ricevuto oltre 500 firme.
Ma nessuno si è chiesto cosa avrebbe voluto il poeta?
Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande,
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ’nferno tuo nome si spande!
Secondo questi versi (canto XXVI, Inferno), Dante rimprovera a Firenze il fatto che sia conosciuta nell’Inferno a causa delle anime di cinque ladri che lo fanno vergognare della sua città, senza farne onore. Sappiamo però anche che il Poeta aveva il desiderio di tornare nella sua città natale, ma gli fu sempre impedito a causa dell’esilio.
(Fonti: LaNazione, RavennaToday)