“La danza è l’eterno risorgere del sole” diceva Isadora Duncan, danzatrice americana fondatrice della danza moderna e protagonista della nuova mostra aperta a Villa Bardini e al Museo Stefano Bardini di Firenze dal 13 aprile al 22 settembre 2019.
Il titolo della mostra, “A passi di danza, Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra ‘800 e Avanguardia”lascia già intuire il rapporto della donna con pittori e scultori famosi, come i due italiani Plinio Nomellini e Romano Romanelli.
Il percorso della galleria d’arte, composta da oltre 175 pezzi, ci porta a vivere a passo di danza ogni passo della sua vita e soprattutto la sua idea di liberare il corpo femminile da imposizioni e limitazioni ispirandosi al mondo classico. La Duncan nasce a San Francisco il 27 maggio del 1877 e nel 1900, dopo una breve esperienza a Londra, si trasferisce dal fratello a Parigi. È qui che prende ad esibirsi in diversi saloni aristocratici, facendo la conoscenza di numerosi volti dell’arte, come Antoine Bourdelle, autore di tre bellissimi bronzi, uno dei quali ispirato ad Isadora. Troviamo anche opere di Auguste Rodin, per il quale ella posò, come la nota Eve au Rocher, scultura in marmo bianco degli anni 1905-1906 arrivata nella nostra città da una collezione privata di Hong Kong. La scultura fa ancora da protagonista con La Pleurese, bronzo a cera persa di Libero Andreotti.
A far da padrone nella vita di Isadora Duncan è lo studio del mondo classico; secondo la donna è necessario fare un tuffo nel passato per garantire alla danza di diventare un mare travolgente e sconvolgente fuori dallo stereotipo della ballerina in tutù sulle punte. Non mancano quindi pittori che si ispirano alle sue idee e alla sua arte. La pittura stile liberty trova importanti protagonisti nelle sale di Villa Bardini. Fioritura Nuova di Cesare Laurenti vede le Tre Grazie riscoperte con un volto moderno e nella sua Primavera, Galileo Chini trova un modo tutto nuovo per rappresentare la natura. Domenico Baccarini, con la sua Fanciulla tra i gigli, regala dolcezza e spirito soave alla donna rappresentata su uno sfondo azzurro e di gigli bianchi. Anche Gaetano Previati nel suo dipinto La Danza o Pastorale, rappresenta tre fanciulle che appaiono così leggiadre e serene da fluttuare nell’aria con fluidi movimenti.
Di grande interesse il Manifesto per la Prima Esposizione d’Arte Decorativa Moderna di Torino1902 di Leonardo Bistolfi, con quattro fanciulle in un girotondo, che vuole rappresentare l’arte che si apre ad ogni aspetto della vita. La Duncan conosce anche due famose donne, Giulietta Gordigiani, figlia del pittore Michele Gordigiani ed Eleonora Duse, famosa attrice teatrale italiana.
Grazie a quest’ultima, infatti, Plinio Nomellini riesce a vederla danzare e a fare così numerosi disegni su di lei, di cui dieci sono a Villa Bardini. Il dipinto Gioia ritorna completo nelle sue due parti, dopo 30 anni, grazie al prestito di Silvio Berlusconi, proprietario di una tela raffigurante la Duncan, affiancata ad un altro originale, che ritrae le onde del mare, concesso da una collezione privata.
La danza ha accompagnato la donna in tutte le sue esperienze di vita; ella andrà anche contro i futuristi, convinti che per aprire una finestra sul futuro fosse necessario chiudere un portone sul passato. Il gesto più bello che lega Isadora Duncan alla città di Firenze è la sua firma nel libro dei soci del Gabinetto Viesseux, che regala alla nostra città un pezzo della sua storia, della sua passione e del suo essere donna, non solo ballerina.