“Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio “cunto”, passare tra il pubblico con la coppola in mano”. Ci lascia Andrea Camilleri, uno dei più celebri e amati scrittori italiani del nostro tempo, morto la mattina del 17 luglio all’Ospedale Santo Spirito di Roma dove era ricoverato per un arresto cardiocircolatorio dal 17 giugno.
Camilleri diceva: “L’umanità è un immenso formicaio e se vuoi conoscerla davvero devi trasformarti in una formica e viverci dentro” Lui ci era perfettamente riuscito perché seppur nella grandezza della sua personalità, con il suo capolavoro Montalbano diventava uno spettatore tra tutti gli spettatori, che non aspettavano altro che le avventure del famoso commissario. Salvo Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, non ha rappresentato semplicemente la nascita di un personaggio prima di letteratura e poi di televisione, ma quella di un alter ego dello stesso Zingaretti. Il primo romanzo poliziesco del ciclo fu La Forma dell’Acqua (1994) per poi proseguire con titoli come La Pazienza del Ragno (2004) e finire con Il Cuoco dell’Alcyon pubblicato il 30 maggio 2019.
Pur essendo conosciuto come il papà di Montalbano, lo scrittore ha redatto anche molti altri libri, come Esercizi di Memoria, che racconta 23 storie dopo l’arrivo, per lui, della cecità o Il Gioco della Mosca, nel quale dà un assaggio della sua cultura d’infanzia. Notevoli peraltro anche i romanzi storici, alcuni dei quali – come il Birraio di Preston (1995) o La mossa del cavallo (1999) – sono anche splendidi spaccati di storia, costume e mentalità siciliana. Non per nulla molte opere di Cammilleri sono state raccolte nelle edizioni dei Meridiani della Mondadori (due volumi, Storie di Montalbano e Romanzi Storici e Civili), la prestigiosa collana che raccoglie il meglio della letteratura e dei classici italiani.
Camilleri, nelle sue opere, aveva deciso di danzare con la sua vita, dando loro sempre l’impronta indelebile della sua terra, la Sicilia, dove era nato il 6 settembre 1925. Il Commissario Montalbano ambientato nella celebre Vigata ha la sua cifra nell’ampio uso di un dialetto siciliano “rivisitato”, una lingua straordinaria e godibilissima, oltre che in un personaggio che va ben oltre ogni stereotipo del detective di tanta scrittura gialla. Letteratura di intrattenimento? Ai posteri l’ardua sentenza, ma anche in questo caso comunque di alta qualità.
Nel corso della sua vita, l’uomo ha indossato molteplici maschere, per citare Pirandello, tra cui quella dell’uomo politico e del regista. Fu il primo a portare Samuel Beckett, drammaturgo irlandese, in Italia, mettendo in scena nel 1958 Finale di Partita, al Teatro dei Satiri, a Roma.
La vita del grande Camilleri, che si potrebbe raccontare in un romanzo, è finita proprio mentre stava preparando Autodifesa di Caino per lo spettacolo alle Terme di Caracalla. Il saluto più bello è arrivato proprio da Luca Zingaretti, che in una frase ha raccolto il sentimento unanime : ” E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta”.