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La tecnologia porge la mano a Notre Dame: grazie a una copia 3D sarà possibile ricostruirla com’era.

Fin troppo spesso le nuove tecnologie vengono guardate con timore da gran parte della popolazione, quasi come fossero qualcosa di incontrollabile: ciò che è innovativo e sconosciuto è sempre stato per l’uomo fonte di paura e irrequietezza, ma è davvero un sentimento fondato? Probabilmente la risposta anche in questo caso sta al centro; la tecnologia è uno strumento potentissimo e come tale, nelle mani sbagliate, potrebbe provocare danni di dimensioni davvero colossali, ma è anche vero che un corretto utilizzo può migliorare esponenzialmente la qualità e la durata della vita umana. La tecnologia attuale è dunque un arma a doppio taglio, ma anche una risorsa davvero fondamentale in moltissimi campi, compreso quello artistico.

Questo aspetto così positivo anche in campo artistico dell’utilizzo delle nuove tecnologie è stato dimostrato recentemente dallo storico dell’arte Andrew Tallon e dal suo team. Insieme avevano infatti realizzato per il National Geographic una riproduzione fedelissima della Cattedrale di Notre Dame di Parigi, grazie all’utilizzo di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia, che tramite ripetute scansioni laser con un margine di errore di circa 5 millimetri (in oltre 50 punti all’interno e all’esterno per un totale di circa un miliardo di misurazioni) hanno permesso la realizzazione di una copia 3D di altissima precisione del capolavoro gotico, svelando inoltre alcuni dei segreti dell’antica costruzione dell’edificio, come ad esempio quelli relativi alla progettazione delle arcate.

Nessuno si sarebbe mai aspettato però, che l’iniziativa di Tallon si sarebbe potuta rivelare così preziosa come dopo il tragico incendio alla Cattedrale tra il 15 ed il 16 aprile 2019 che ha scosso non solo la Francia e Parigi, ma tutta Europa.

Oltre alla fondamentale funzione dei pompieri che ha permesso di salvare buona parte della struttura e all’importantissimo aiuto delle donazioni raccolte in poche ore di centinaia di milioni di euro, a rendere possibile la ricostruzione sarà anche il ruolo della tecnologia, grazie alla quale si spera che il risultato delle prossime ristrutturazioni sia pressoché identico alla cattedrale originale, avendo per la prima volta la possibilità di ispirarsi direttamente a una copia praticamente identica, seppur virtuale, della chiesa gotica.

Purtroppo Andrew Tallon è morto nel novembre 2018 a soli 49 anni, senza sapere nulla del nobile scopo per cui sarebbe stato utilizzato il suo straordinario lavoro. Il collega Stephen Murray, secondo quanto riportato da National Geographic, aveva descritto Tallon come un uomo “capace di combinare un’ampia visione umanistica con un’innata comprensione della tecnologia, abilità che ci si augurerebbe di trovare in tutti gli storici”.

Quella di Tallon non è stata però l’unica mano che la tecnologia ha fornito a Notre Dame: sorprendentemente infatti tra gli elementi che potrebbero aiutare i lavori di ricostruzione della cattedrale francese c’è anche il videogioco Assassin’s Creed: Unity, che grazie all’opera della senior artist Caroline Miousse contiene una fedele riproduzione della chiesa gotica.

Le speranze di ricostruire Notre Dame non sono dunque bruciate insieme alla storica cattedrale, i danni sono gravissimi ma, probabilmente non irreparabili. La maggior parte delle straordinarie opere d’arte e delle strutture in pietra sono infatti rimaste fortunatamente intatte, sarà solo il tempo a dire se l’edificio potrà essere effettivamente riportato al suo antico e amato splendore.

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