Martedì 26, Mercoledì 27 e Giovedì 28, alle ore 20:45, torna al Teatro della Pergola Maurizio Scaparro con “Aspettando Godot” .Un classico del teatro odierno ma soprattutto un capolavoro di Samuel Beckett, andato in scena per la prima volta al Théâtre de Babylone di Parigi il 5 gennaio del 1953.
Protagonisti della scena sono Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo e Fabrizio Bordignon che interpretano l’attesa interminabile della coppia Vladimiro ed Estragone, e del proprietario terriero Pozzo con il suo servitore Lucky .“creature deboli e immortali che, in una terra desolata aspettando Godot che non arriverà mai, vivono in un lontano e vicino ‘900 nel ricordo romantico di una Tour Eiffel che resiste come immagine e nell’aridità di un presente che esclude loro e quelli che vorrebbero cantare, ballare, parlare, vivere”, dice il regista Maurizio Scaparro.
Un secolo, il Novecento, un po’ controverso dove le scoperte e i progressi si alternano a dei veri e propri abissi di mostruosità. Lo stesso alternarsi si realizza con la coppia Vladimiro (Luciano Virgilio) ed Estragone (Antonio Salines) ,tanto è vero, emergono momenti in cui Vladimiro è vittima di Estragone ma altri dove non possono fare a meno l’uno dell’altro. Un rapporto simile si rispecchia con gli altri due personaggi , Pozzo (Edoardo Siravo) e Lucky (Fabrizio Bordignon): il primo trascina l’altro legato a una corda come una bestia o uno schiavo.
La parte più ambigua dello spettacolo rimane Godot, qualcosa o qualcuno , di cui lo stesso Beckett non ha voluto dare spiegazioni ma che tiene il pubblico in un’attesa senza fine. Un’attesa presente anche nei protagonisti, infatti Maurizio Scaparro conclude dicendo “I due vagabondi protagonisti di Aspettando Godot sono l’emblema della condizione dell’uomo del Novecento, essere in eterna attesa, vagante verso la morte, punto minuscolo nella vastità di un cosmo ostile, segnato fin dalla nascita (“partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splende un istante, ed è subito notte”, dice Pozzo). Mi conforta avere in palcoscenico attori che stimo profondamente, ma vorrei anche poter idealmente dedicare questa nostra fatica all’Europa della Cultura, la grande dimenticata dell’Europa che viviamo; e a quelle parole che Beckett sussurra quasi per caso come teatro, varietà, circo”.
Con Gabriele Cicirello. Scene di Francesco Bottai, costumi di Lorenzo Cutùli, luci di Salvo Manganaro. Una produzione Teatro Biondo Palermo, Fondazione Teatro della Toscana.