Una trama apparentemente semplice è quella che ci presenta la rivisitazione italiana del dramma psicologico After Miss Julie di Patrick Marber; tre attori ed una sola scena fissa, ambientata nella Milano dell’ Aprile del 1945, dove ipersonaggi subiscono l’ euforia della recente liberazione dall’ occupazionenazi-fascita. Anche la scenografia è essenziale e sobria, un sottoscala grigioed abbastanza triste , arredato da una cucina e qualche scaffale, nel palazzo del Signore, padre di Giulia e per il quale Cristina (cuoca) e Gianni (autista) lavorano. Lo spettacolo, diretto da Giampiero Solari, ha le scene realizzate da Giorgio Morandi, Elisa Rolando e Marta Solari, studenti del Triennio in Scenografia di NABA Nuova Accademia di Belle Arti, con il coordinamento di Angelo Linzalata
Gianni ( interpretato da un impeccabile Lino Guanciale) tornando a “casa” dopo una giornata come tutte, entrando nella cucina trova Cristina (Roberta Lidia Di Stefano), cuoca e sua promessa sposa. A questo punto laporta bussa e Gabriella Pession fa la prima delle sue diverse entrate nel ruolodella Signorina Giulia. Entrambi i servi le portano rispetto come da loro dovuto, non avendo capito ancora che quella sera la Signorina si era presentatacon intenzioni ben più socievoli del solito. Da questo momento, in un climax ascendente, un sottile velo di eroticità e di ambiguità accompagnerà la scena fino alla fine dello spettacolo.
Scambi di frecciatine fra Gianni e Giulia ci accompagnano fino al momento in cuiCristina, esausta, va a letto lasciando soli i due che prendendo sempre più confidenza, danno luogo ad un conflitto amore-odio. Uno scontro animato da ricordi e vecchie emozioni che sembrano avvicinare i due superando la forte divisione sociale con cui sono cresciuti. Vengono fuori i loro lati più profondi: Gianni si dimostra essere un opportunista con un desiderio diriscatto sociale dopo una vita passata a servire ed al contrario Giulia cerca esperienze per lei nuove che la rigidità impostale dalla sua posizione le haproibito di trovare fino ad adesso. Con dei semplici, ma efficaci corteggiamenti Gianni inizia a farsi vedere con occhi diversi, sta nascendo un amore fra i due, un amore che alimentato troppo freneticamente andrà poi a sfociare nel sesso, tanto è vero che la seduttrice Giulia convincerà l’ uomo a tradire Cristina, ancora ignara di tutto ciò.
La mattina seguente è il caos totale : Cristina svegliandosi vede ancora la borsetta di Giulia nella cucina e presa dal panico entra nella camera da letto del fidanzato dove può solamente osservare con sconcerto i due amanti sotto le coperte. Al suo ritorno in camera corrisponde la sveglia di Gianni e Giulia, i quali si accorgono dello sbaglio compiuto quella notte e pensano di fuggire insieme. Poi la mancanza di soldi, nei quali Gianni aveva visto un’ occasione di cambiamento, rovina tutto il piano. Alternando scatti di rabbia a frasi sentimentali, si respira un exploit di emozioni che sembrerebbero portare Giulia alla pazzia e al conseguente suicidio mentre Lino Guanciale recita le sue ultime parole.
“Julie rappresenta untale contrasto di emozioni e di sentimenti, ed è per questo che risulta uno deipersonaggi femminili più belli da interpretare” è un piccolo ma conciso commento di Gabriella Pession rilasciato in un’ intervista, che rende l’ idea del tipo di personaggio in questione. Una ragazzina che dentro di sè ha unavoglia di cambiamento paragonabile a quella di Gianni ma contrapposta al desiderio di non mutare di Cristina. E’ forse qui che troviamo il motivo del forte legame degli amanti, due personaggi con l’ amaro in bocca, a cui non piace la loro posizione nella società.
Noi del Leomagazine a fine spettacolo siamo riusciti a fermare per un secondo un disponibilissimo Lino Guanciale per porgli le due domande che seguono:
Come si è trovato nei panni di un protagonista così duro e cinico?
È un esperienza molto bella perché un personaggio di questo tipo con questa estrazione sociale, con questa storia e con questo carico di odio popolare non mi era mai capitato di interpretarlo neanche a tetro. Sicuramente non è parente di nessuno dei personaggi visti nelle altre scene più leggere e drammatiche, (anche del cinema) ed è il motivo per cui ho detto di si alla proposta di farlo; mi interessava fare una cosa che non avevo mai fatto ed è stato anche molto divertente. Allo stesso tempo ti aiuta un po’ a familiarizzare con quegli scatti mentali che forse in tanti uomini che hanno un determinato tipo di concetto di vilirità, esplodono poi in casi di violenza nei confronti di donne, anche se, è chiaro che questo non è uno spettacolo sul femminicidio; ci sono altri temi che animano la scena, come il rapporto odio- amore fra questi due personaggi protagonisti. Di certo è un personaggio che aiuta a capire certe distorsioni della nostra idea di essere maschi.
Sappiamo che lei insegna ai ragazzi, sulla base di questo, secondo lei quale dovrebbe essere il rapporto fra giovani e teatro?
Il teatro è una forma di istruzione molto importante, bisognerebbe portare molto di più i ragazzi a teatro, ma non attraverso le deportazioni coatte da scuola. Come abbiamo sempre cercato di fare con il gruppo di cui faccio parte da tanti anni, che tra l’ altro ha lavorato molto qua a Firenze, si dovrebbe fare più lavoro di formazione del pubblico giovanissimo e non solo, cioè andare da loro per parlargli degli strumenti critici che servono per entrare in quello che poi vedranno sul palcoscenico. Perché i ragazzi non aspettano che quello, qualcuno che vada da loro a spiegargli che questa roba qui può parlare a loro molto di più di quanto fa tanta TV e tanto cinema.
A fine spettacolo, nel bel mezzo dei numerosi applausi di unteatro tutto esaurito, Gabriella Pession ha valuto ricordare la triste storia di Alessandro Maria, un bambino di un anno e mezzo che gravemente malato è in cerca di un midollo osseo compatibile che gli possa salvare la vita.