Come già anticipato alla conferenza stampa al Teatro della Pergola venerdì 15 giugno 2018, la nuova stagione del Teatro di Toscana sarà molto ricca e innovativa. Dimostrato ampiamente, oltre che dal programma stesso (http://www.teatrodellatoscana.it/produzioni/), anche dal coinvolgente inizio della conferenza attraverso una brevissima rappresentazione di alcuni coristi e un video di presentazione coinvolgente e ben montato. Al centro della conferenza è stata sicuramente l’immagine di quattro marionette (o automi visti gli ingranaggi all’interno di esse); ognuna rappresenta uno dei quattro teatri (Teatro della Pergola, Teatro Niccolini, Teatro Era, Teatro Mila Pieralli) che formano questo enorme Teatro Nazionale, ormai in vita da 3 anni.
Tra i molti interventi di istituzioni, soci e molti altri collaboratori è emerso sicuramente quello del sindaco Dario Nardella il quale ha sottolineato l’importanza del teatro che oltre a far provare emozioni forti agli spettatori genera anche una collettività e un’unione, non solo tra teatri, ma anche tra colleghi e artisti; “come una vera e propria famiglia”. È grazie inoltre al team “artistico”, dice, che si è potuto creare un unico progetto culturale.
Come un burattinaio muove i propri burattini, il Teatro Della Toscana muoverà i propri spettatori da un teatro all’altro. Grazie ai numerosi artisti, sarà possibile infatti spaziare tra i niente meno di 78 spettacoli dei quali ben 13 sono prime nazionali. Tale vastità, permette a ogni spettatore di scegliere il proprio percorso culturale, secondo i propri gusti, ma seguendo comunque un filo logico generando così una sorta di “sentiero” tra le varie rappresentazioni.
È intervenuta poi Rosa Maria di Giorgi ex vicepresidente vicario del Senato della Repubblica, che ha ribadito l’importanza del teatro e la sua singolarità in ogni presentazione che spesso porta uno spettatore ad abbonarsi a un Teatro.
Le stagioni della Pergola e del Teatro Era si offrono allo spettatore in tutta loro ricchezza e articolata complessità, come dialogo costante tra tradizione e innovazione rappresentate dai riferimenti artistici Gabriele Lavia e Roberto Bacci, impegnati quest’anno in due nuove produzioni: I giganti della montagna per Lavia (arriverà alla Pergola nella stagione ventura) e Svegliami per Bacci, con il testo di Michele Santeramo. Ventuno spettacoli per la Sala Grande della Pergola, molti dei quali in coproduzione, come sempre espressione di quanto di meglio possa offrire il panorama nazionale: basta scorrere la teoria dei nomi per rendersene conto. Una programmazione articolata tra innovazione e tradizione per il Teatro Era, che festeggia nella prima parte anche i suoi dieci anni di vita.
Nel prezioso scrigno del teatro Niccolini prende le mosse in maniera stabile la gestione de iNuovi, il gruppo dei diplomati della Scuola ‘Orazio Costa’ cui è stato consegnato il teatro di via Ricasoli, e le cui fila sono aumentate di altri giovani selezionati tramite bando tra i diplomati delle altre scuole italiane. Dopo una prima parte in cui si alterneranno lo spettacolo a seguito del laboratorio su Eduardo e la programmazione del Festival d’Autunno, da gennaio vedrà le luci della ribalta un vero e proprio palinsesto stabile, destinato a ripetersi settimana dopo settimana per offrire un punto di riferimento allo spettatore: lunedì il lavoro con i ragazzi delle scuole, mercoledì i laboratori aperti sull’espressività, giovedì le prove aperte, venerdì le serate letterarie, sabato e domenica gli spettacoli con un preludio dedicato ai bambini (di martedì si riposa). Si tratta di una piccola rivoluzione nella visione della programmazione di uno spazio teatrale, che mira a diventare un vero e proprio appuntamento fisso: si va al Niccolini perché si sa che c’è qualcosa. Importante è lo spazio dato alle serate letterarie, dedicate sia ai romanzi e alla poesia. Si tratta di un genere che nella prima parte dell’attività del Niccolini h riscosso molta simpatia presso il pubblico.
La Fondazione gestirà ancora il Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci, altro spazio che ha ormai assunto una sua fisionomia ben precisa: da un lato lo si può definire una sorta di snodo della redistribuzione dell’offerta metropolitana, luogo in cui i progetti d’area transitano per raggiungere l’area geografica circostante; in questo senso sarà l’epicentro del Festival metropolitano d’Autunno. Dall’altro, è sede di una creazione non canonica, con progetti inediti tutti da sperimentare. Dall’altra ancora ha a cuore il tema ‘giovani e lavoro’, soprattutto da un punto di vista formativo: qui si innesta la partnership con il Campus della Musica, il soggetto che negli ultimi anni ha lavorato intensamente sull’avvio dei giovani alle professioni musicali, e che troverà al Teatro Studio un’altra sede operativa e di lavoro per sviluppare i propri progetti.
Una stagione piena di sorprese e ricca di spettacoli di ogni genere, una stagione degna di essere chiamata tale e che merita di essere assaporata visto tutto il lavoro che c’è anche dietro un singolo spettacolo; vedere per credere!