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Uno sport perduto : La Lotta Olimpica.

La lotta è un istinto innato presente nell’ uomo fin dalle sue origini. Non è difficile pensare al combattimento corpo a corpo come una cosa esistente da sempre. Gli stessi uomini primitivi spesso combattevano per risolvere vari problemi (come ad esempio il possesso di una preda o un di una donna), non avendo ancora appreso le virtù del buono e del giusto. Ma una forma più nobile di questa usanza è riconducibile ai Sumeri, antico popolo della Mesopotamia che praticava il cosiddetto “fare alle braccia”. Sicuramente però è con la Grecia che per la prima volta questa usanza diviene disciplina. Per la popolazione ellenica la lotta era un vero e proprio stile di vita, dove chi aveva successo godeva anche di fama tra le genti, un allenamento per il corpo e per la mente. Nacque insieme alle Olimpiadi e vi venne inserita sia come sport a sé, sia nel pentatlon accompagnata dalla corsa. Tra quei popoli la lotta divenne una vera e propria arte, al centro della società, tanto da essere citata molte volte in opere di scultori, di poeti o di costruttori. Tutti conoscono l’ Iliade di Omero (poeta greco dell’ ottavo secolo a.C.), ma in pochi sanno che nel XXIII canto della sua opera è decritto un vero e proprio incontro di lotta fra l’ ingegnoso Odisseo e il possente Aiace di Telamo nei giochi indetti in onore di Patroclo. Anche molti vasi risalenti all’epoca greca vedono dipinti dei combattimenti fra atleti. Primo fra questi era il rinomato Milone di Crotone che secondo le informazioni arrivate a noi aveva trionfato ben 7 volte ai giochi olimpici, diventando un simbolo. Anche Senofonte, discepolo di Socrate, ne parla nella sua opera “Ciropedia”, descrivendo la lotta come motivo della “proverbiale astuzia” sviluppata nelle popolazioni greche. Pure i romani, grazie ai greci,  conoscevano questa disciplina, praticata per lo più negli scontri fra gladiatori.

Se nel passato la Lotta godeva di una certa fama, sicuramente non possiamo dire lo stesso per il presente. Infatti al giorno d’ oggi la maggior parte delle persone non è al corrente nemmeno della sua esistenza. In parte questo è dovuto perché come sport non frutta un guadagno e dove non ci sono soldi non c’è investimento. Nonostante la lotta sia competizione sportiva e lealtà d’ animo,e nonostante sia la fiamma che alimenta la tradizione di Olimpia, nel 2013 il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha proposto di levarla dalla lista degli sport che parteciperanno alle prossime olimpiadi del 2020. Il pericolo di perdere le origini di tutte le discipline di combattimento ha smosso la sensibilità del mondo sportivo. In questi cinque anni si sono svolti dibattiti, e consigli per discutere sul da farsi. Il pericolo è minore rispetto al 2013 ma ancora ben presente. I motivi che hanno portato il CIO a questa decisione sono tutti relativi all’ interesse e al ruolo che la lotta ha nella società di oggi, purtroppo quasi minimi.

Sarebbe però opportuna e vantaggiosa una riscoperta di questo sport. Perché non è solo fine a sé stesso, in quanto offre la mente oltre a un allenamento del corpo anche uno per la mente. Prevede un insegnamento completo, comprendente il rispetto verso l’ avversario e molti altri valori che in molti altri sport sono ormai andati persi, oltre ad una preparazione fisica sotto ogni aspetto. A livello italiano le palestre di lotta e i loro atleti sono veramente ad un livello bassissimo rispetto a quelle che posso essere le società calcistiche o di qualsiasi altro sport “con più fama”. In Europa sono i paesi orientali che maggiormente praticano la disciplina; là è il contrario : è molto più facile trovare una palestra di lotta che una società calcistica. La Lotta Olimpica si divide seguendo tre differenti specializzazioni: lotta greco-romana, lotta libera e lotta femminile. La prima e la seconda sono praticabili solamente da persone di sesso maschile, la differenza principale è la possibilità di poter includere gli arti inferiori nelle chiusure e nei colpi e che sono propri della lotta libera. La lotta femminile invece, è praticabile da persone di sesso femminile e prevede un regolamento uguale alla lotta libera. In poche parole uno sport per tutti. Sarebbe veramente un peccato se tutto questo perdesse un volere importante come quello olimpico, essendo appunto una parte della sua storia.

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