Nel 1960 ben più di duemila esemplari popolavano l’Africa, nel 1984 la popolazione era scesa a 15 esemplari, ora sono in due, due femmine. Sudan, l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale maschio, è morto.
Nel tempo il bracconaggio e la sempre maggiore perdita del proprio habitat naturale hanno causato la decimazione di questa specie. La mole di ben due tonnellate che gli conferisce il quarto posto come animale terreste più grande, non è stata loro d’aiuto durante il repentino sterminio. Il Ceratotherium sinum cottoni entrerà quindi a far parte della sala trofei della specie umana diventando così l’undicesima razza animale estintasi a causa dell’uomo.
Il rinoceronte bianco settentrionale, come del resto il suo parente stretto, il rinoceronte bianco meridionale, è un animale mansueto rispetto alla sottospecie denominata “nera”. Nelle zone dell’Africa che prima popolavano non avevano rivali naturali grazie alla loro stazza, neanche i più temibili predatori rischiavano lo scontro con un animale tanto possente. Denominato bianco a seguito di un errore di traduzione dall’africano, ne esistono due sottospecie già citate in precedenza, ma che hanno avuto un corso storico ben diverso.
In passato il rinoceronte bianco meridionale (Ceratotherium simum simum) si è trovato a rischio di estinzione a causa della caccia eccessiva. Intorno al 1880 erano rimasti tra i venticinque e i trenta esemplari a Umofolzi, in SudAfrica. Vennero però adottate misure tempestive grazie alle quali la sottospecie messa in ginocchio si riprese. Negli anni 60 grazie all’”Operazione Rinoceronte” molti esemplari furono catturati e portati in riserve per permettere che la ricerca su tali animali potesse progredire in modalità più comode per i ricercatori.
Ben diversa la sorte del rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), un tempo diffuso in svariate parti dell’Africa centrale e orientale a sud del Sahara. Nel 1970 se ne contavano circa cinquecento esemplari in libertà, che a causa del bracconaggio, si sono ridotti tra i cinque e i dieci nel 2006. Nel 2008 la sottospecie fu dichiarata estinta nel proprio habitat naturale. Nel 2016 si contavano tre rinoceronti maschi che da uno zoo della Repubblica Ceca furono trasferiti in una riserva privata in Kenya nella speranza che in natura si riproducessero. Nel marzo 2018 si è spento a causa di una malattia e della vecchiaia, Sudan.
La riserva Ol Pejeta che ha ospitato l’ultimo maschio di rinoceronte bianco settentrionale, ha fatto di tutto perchè si riproducesse con le due femmine, Fatu e Najin, ma a causa di un problema riproduttivo di quest’ultime la riproduzione naturale non ha mai avuto successo. Gli scienziati che monitoravano i tre esemplari ritengono quindi che l’ultima possibilità rimasta sia la riproduzione in vitro. Sarà possibile tentare tale impresa solo grazie a campioni restatici di Sudan. Le possibilità di successo sono vertiginosamente basse: per anni i ricercatori che si occupavano dei tre esemplari hanno sperato che tale metodo desse risultati positivi, ma la speranza è finora sempre restata tale.
Siamo di fronte quindi all’ennesimo errore dell’uomo che sentendosi Dio nei confronti degli altri esseri viventi ne decide la sorte arbitrariamente. L’unica speranza rimasta è che l’uomo impari dai propri errori, ma come la storia tristemente ci insegna anche questa volta molto probabilmente non impareremo.