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USA: la marcia degli studenti contro le armi “un colpo” alla costituzione americana.

“Adesso basta. Comincia a combattere per la tua vita prima che sia il compito di qualcun altro”.

Queste le parole del discorso di Emma Gonzales, attivista diciottenne sopravvissuta alla strage in Florida, dove 17 ragazzi sono stati assassinati nella loro scuola a Parkland ( la Marjory Stoneman Douglas High School)  in orario scolastico, il 14 febbraio scorso. Solo quattro giorni dopo la tragedia, Emma diventa il volto della rivolta. Nonostante il massacro sia stato pensato ed eseguito da uno studente della scuola, un diciassettenne di nome Nikolas Cruz, diagnosticato in seguito alla vicenda come mentalmente instabile, non è contro di lui che si mobilitano gli studenti che partecipano alla rivolta. Il movimento “march for our lives” contesta l’assenza di una legge agognata dagli studenti e da molti cittadini: la proibizione della vendita di armi da fuoco ai minori di 21 anni, nonché il controllo sui precedenti penali dell’acquirente. Dopo le prime proteste dei cittadini, il governo americano, per voce dei suoi rappresentanti, risponde alle accuse di negligenza, sostenendo che se l’attentatore era noto nel suo quartiere come persona mentalmente instabile, la tragedia si sarebbe potuta evitare se fossero state fatte le opportune segnalazioni alle autorità competenti.

Durante il suo discorso Emma chiarisce anche questo punto sostenendo: “Lo abbiamo fatto, sin dalle scuole medie […] ma dobbiamo portare l’attenzione al fatto che quanto accaduto non è stato solo un problema mentale. Non avrebbe fatto del male a così tanti studenti con un coltello”.

Alcuni sostengono che il problema della cosiddetta “gun violence” non sia risolvibile negli Stati Uniti, in quanto il mercato delle armi da fuoco ricopre un ruolo troppo importante nell’economia nazionale. Trump è infatti accusato, da Emma e i suoi compagni, di aver accettato 30 milioni di dollari di finanziamenti dalla NRA (National Rifle Association): “Dividendo questa somma per il numero di vittime da arma da fuoco solo nel primo mese e mezzo del 2018, il risultato è di 5800 dollari a vittima. È questo il valore di un singolo cittadino per te?” replica Emma mettendo in evidenza uno dei motivi che renderebbe il presidente Trump refrattario a rivedere la sua posizione sul tema delle armi.

Il dibattito è incandescente e l’opinione pubblica americana è spaccata.

In seguito a questi avvenimenti è partita la fuga dalla NRA delle grandi associazioni e aziende private americane. Quello che non sta facendo il Governo americano, lo stanno facendo le banche, i colossi dell’autonoleggio, le compagnie aeree (Bank of America, Avis, Hertz, Delta, United Airlines etc), le quali chiudendo le loro partnership con la NRA, hanno preso le distanze dalla lobby statunitense delle armi con un movimento di boicottaggio che si diffonde nei social media con l’hashtag di #BoycottNRA.

Con la sua prima risposta al movimento tuttavia, il presidente Donald Trump sembrava non capire nemmeno l’accusa, “Armiamo gli insegnanti!” diceva Trump. Potete immaginare i pensieri di quest’ultimi all’idea di essere responsabili non solo dell’uso di un’arma tanto letale, ma anche e soprattutto della protezione dei ragazzi, “siamo pagati per insegnare, non per fare i polizziotti” rispondono alcuni.

Ma per quale motivo innanzi tutto, negli Stati Uniti d’America, sono legali la vendita e l’utilizzo di pistole e fucili anche senza il rilascio del porto d’armi?

Bisogna risalire al tanto dibattuto secondo emendamento della Costituzione Americana, che dice: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno stato libero una milizia ben organizzata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non può essere infranto”. Anche se l’emendamento risale a più di due secoli fa (1791), e nonostante le armi di quei tempi fossero meno letali e anni luce distanti da quelle odierne, questo diritto non sembra essere considerato superato o non adatto alla società americana di oggi. Benché di fronte ad avvenimenti come quello di Parkland, così frequenti nella società americana, si assista allo sgomento e al clamore dell’opinione pubblica, da alcuni sondaggi emerge che il 40% dei cittadini americani non è pronto a rinunciare al famoso secondo emendamento.

Nonostante l’eco delle manifestazioni studentesche del 28 marzo scorso, ad oggi non sono stati presi provvedimenti governativi. Però almeno un successo c’è stato, sembra che proprio Trump abbia infatti iniziato a ripensarci: ” “Dobbiamo fare quello che è giusto, non vi fate intimorire dalla Nra”, ha dichiarato il presidente a un gruppo di  legislatori stupefatti durante una discussione bipartisan alla Casa Bianca. E ancora ” Sono il più grande sostenitore del Secondo emendamento. Molti di voi lo sono. Sono un grande fan della Nra, domenica ho anche pranzato con loro. Ma ora dobbiamo fermare questa assurdità” 1)

Non sarà molto, ma è sempre meglio di nulla. E’ il primo successo di questi ragazzi e speriamo davvero che non sia l’ultimo!

  1. Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2018/03/01/news/trump_ai_legislatori_non_fatevi_terrorizzare_dalle_lobby_delle_armi_-190067399/
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