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Maggio Musicale Fiorentino: un barbiere davvero di qualità, apprezzato anche dai giovani. Sedie e palloncini a parte…

“Attenzione! Il treno numero 393, da Firenze e diretto a Siviglia, è in partenza dal binario 5”

È proprio così che il regista Damiano Michieletto, giovedì 29 marzo, presso il teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ha deciso di dare inizio alla famosa opera di Gioachino Rossini. Come un viaggio in treno che porta lo spettatore direttamente all’interno di Siviglia e che sottolinea a pieno, grazie alla dinamica e impeccabile ouverture iniziale, la vita movimentata di un pendolare o un semplice viaggiatore in treno. L’ouverture ha fatto subito distogliere la mente degli spettatori dall’inaspettata notizia del cambio dell’interprete per la parte del protagonista, Figaro, che da Giorgio Caoduro è passata ad Alessandro Luongo, per un’improvvisa indisposizione del primo. Questa sostituzione, secondo la maggior parte del pubblico, anziché un punto debole, si è rivelata un punto di forza di tutta l’opera, in quanto Luongo è riuscito a calarsi in pieno nel ruolo di protagonista, sia come baritono leggero, sia come personaggio comico; oltretutto ha interpretato, secondo alcuni, una sorta di “guida turistica” all’interno del “viaggio” a Siviglia. Non ha avuto però, niente da invidiare il resto della compagnia: Paola Gardina (Rosina), Levy Sekgapane (il Conte d’Almaviva o Lindoro), Omar Montanari (Don Bartolo) e Luca Dall’Amico (Don Basilio); che insieme ai comprimari di Jungmin Kim (Fiorello), Eleonora Bellocci (Berta) e Vito Luciano Roberti (Ufficiale), hanno reso possibile la rappresentazione. Ottima scelta da parte del regista, quella di far entrare ogni tanto in scena Lindoro dalla platea, questo ha sottolineato, per alcuni spettatori, la voglia di immedesimarsi del Conte in un personaggio qualunque del ceto popolare. La comicità dell’opera di Rossini è stata quindi colta a pieno da ognuno degli attori, che ha saputo recitare al meglio sia il ruolo di attore che di cantante lirico. Il coro, infine, ha duettato molto bene con i vari cantanti rendendo il pubblico quasi partecipe dei dialoghi. Un pubblico in buona parte giovane, che ha tributato a tutti applausi calorosi.

 

Ciò che ha messo in risalto la simpatia dell’opera sono stati i costumi, descritti anche sul sito del Maggio Musicale Fiorentino, che inoltre fornisce un’ottima presentazione generale, descrizione dell’opera e la biografia dell’autore ( www.operadifirenze.it/il-barbiere-di-siviglia-5/ ). Questo però non è stato percettibile all’occhio di tutti gli spettatori, ma solo l’occhio più vigile e alla ricerca di significato, è riuscito a capire che Lindoro e Rosina erano vestiti di rosso in quanto raffiguranti l’amore, Don Basilio verde e con la coda di un serpente, un po’ viscido per sottolineare l’invidia e Figaro molto simile ad una volpe per enfatizzare l’astuzia del personaggio.

Un altro enorme punto di forza e chiave di tutta la rappresentazione del Barbiere, è stata senz’ombra di dubbio l’orchestra del Maggio. Sotto la ferma guida del direttore Giuseppe Grazioli, insieme alle invidiabili qualità di esecuzione dell’orchestra stessa, gli orchestrali sono riusciti ad avere un effetto sul pubblico a dir poco strabiliante, mettendo in risalto la dinamicità e il “crescendo rossiniano” caratteristiche fondamentali delle opere comiche di Rossini. Un tale effetto sul pubblico che, alcuni di loro, appena usciti dal teatro ancora fischiettavano o canticchiavano spezzoni di ciò che avevano appena ascoltato.

Quello che invece ha lasciato a desiderare e forse l’unico o uno dei pochi punti deboli di questa rappresentazione, è stata senz’altro la scenografia, la quale “non può essere colmata e messa in atto solo con una decina di sedie con l’aggiunta di qualche svolazzo di palloncini e cuscini”, come detto e ribadito da alcuni spettatori, che sottolineano l’esigenza di un miglioramento anche rispetto ai costi dei biglietti che, Maggio-Card escluse, non sono comunque un “nonnulla”.

Una volta stipulate le nozze tra Almaviva e Rosina, arriva di nuovo l’annuncio della partenza  del treno 393 che riporterà gli spettatori, insieme ai due innamorati e subito a seguire il resto dei personaggi, a Firenze terminando così la fantastica gita a Siviglia.

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