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Georgofili, la memoria per la piena verità: donato alla Regione Toscana l’archivio dei processi per la strage del 1993.

Il passato presenta sempre il suo conto e la giustizia non si dimentica di ciò che ha lasciato in sospeso: la strage di via dei Georgofili del 1993 non fa eccezione . Perciò, per non dimenticare, lo scorso martedì 20 marzo, presso l’auditorium della Regione di Piazza Duomo 10, la documentazione relativa ai processi della strage di 25 anni fa è stata consegnata alla Regione Toscana. L’ufficialità è arrivata al termine di una breve conferenza in cui sono intervenuti la presidente dell’ Associazione per le vittime della strage dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, l’avvocato di parte civile Danilo Ammannato e l’assessore alla presidenza della Regione Toscana Vittorio Bugli. I documenti, adesso, saranno conservati al quarto piano del palazzo e saranno di conseguenza accessibili a chiunque vorrà dare loro un’occhiata: dagli studenti per motivi di studio, ai curiosi, per saperne di più sui processi che occorsero negli anni successivi alla strage, fino ai cittadini di Firenze, che avranno a disposizione più di 1700 fogli per capire cosa successe nella propria città in quel tragico 1993.

A prendere per prima in mano il microfono è stata proprio la mente della donazione, Giovanna Maggiani Chelli, che ha raccontato anche un aneddoto del quale forse solo in pochi erano a conoscenza: “Nel 1992 Roberto Cannavò, un mafioso poi condannato all’ergastolo per omicidio collocò un proiettile di artiglieria nel giardino di Boboli a Firenze, una minaccia che però non fu subito compresa. ”  Aggiunge la presidente che era anche difficile capire la reale portata del “messaggio”  e che Cannavò non si è mai pentito del suo gesto, così come altri mafiosi  (un po’ come in questi giorni Barbara Balzerani, ex brigatista) che sono andati persino nelle scuole a cercare di giustificare il loro operato. Infine ha ricordato che i documenti consegnati sono di archiviazione : ma  mancano ancora i mandanti oltre la mafia. “E’ dal 1993 che si cerca la verità e ora, per il 25esimo anniversario dalla strage, tutti coloro che vorranno saperla, potranno attingervi in modo semplice e gratuito” ha concluso la Maggiani Chelli

Dopo è stato il turno dell’assessore Bugli: “Sono molto contento della scelta di donare la documentazione alla Regione e anche orgoglioso. Gli archivi servono a tenere viva la memoria e da oggi il nostro sarà arricchito con questa donazione.” .

Infine, come voce in capitolo di legalità, è intervenuto l’avvocato Ammannato che ha spiegato più nel dettaglio come e quante furono le udienze in tribunale. Introducendo il fondo agli studenti del liceo Leonardo da Vinci presenti all’auditorium ha affermato: “Tutti gli atti processuali sono stati consegnati alla Regione Toscana perché da sempre un esempio di democrazia. La consegna – ha aggiunto – è a scopo informativo ed è quindi pubblica” ribadendo il discorso della Chelli. Anche l’avvocato, come la presidente, ha voluto raccontare un episodio venuto fuori durante la fase processuale, quello di un pescatore palermitano, Cosimo Damato, che prese l’ergastolo per aver consegnato alla mafia 7 tonnellate di tritolo alla mafia per le stragi del ’92. L’avvocato ha poi aggiunto che le udienze dibattimentali sono state 280, a fronte delle 330 totali; tenendo presente che, per chi vorrà dare un’occhiata, sono più di un mille fogli per ogni udienza. “Adesso” ha concluso l’avvocato “mai più stragi in Italia, perché finalmente c’è la verità (e si sono trovati i colpevoli). Non a caso da quel 1993 non si è più registrato nessun avvenimento del genere”. E con un discorso su quanto sia importante il non farsi corrompere -citando Borsellino- ha terminato il suo intervento.

 

L’evento è stato solo il primo nella lista di quelli che accompagneranno la città di Firenze al memoriale del 27 maggio, quando si terrà un concerto, in Piazza della Signoria, alla cui realizzazione parteciperà anche il liceo Da Vinci, orgoglioso di aver vinto il concorso per il suo allestimento. Il prossimo appuntamento è quindi rimandato al 17 aprile nell’aula Bunker dove si terrà un incontro, al quale presenzierà anche una studentessa di Torino con una tesi sulle donne di mafia, in memoria del magistrato Gabriele Chelazzi, scomparso nel 2003, che ha avuto un ruolo determinante nella condanna dei colpevoli delle stragi del 1993. Il 9 maggio ( 40esimo anniversario dalla morte di Aldo Moro) al Quirinale un incontro tra gli studenti vincitori del concorso Flamigni e il presidente Mattarella. Per arrivare, finalmente, alla mattina del 26 maggio quando verrà messa in scena una rappresentazione teatrale all’interno dello stesso auditorium con flash, sguardi di persone per cercare di capire come si è arrivati a quelle maledette 1:04 del 27 maggio 1993. Alle 16:30 poi un convegno sulla giustizia: forse con la presenza del capo della polizia, alcuni famosi giornalisti e magistrati; un appuntamento, questo, annuale che negli anni passati aveva visto anche la presenza di Pietro Grasso in veste di presidente del Senato, ma che quest’anno non lo vedrà presente non avendo più una veste istituzionale. La lunga giornata del 26 si concluderà in Piazza della Signoria con il sopracitato concerto e la processione laica alle esatte 1:04. Firenze si sta preparando quindi a ricordare quella triste pagina della sua storia con la ricorrenza dei 25 anni dalla strage di Via dei Georgofili.

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